La tragica storia di Carlo Poli, ucciso lungo l'argine di Sommo con Porto dal suo maniscalco. Oggi una stele ricorda la sua triste vicenda
Una pagina tragica di storia locale. Quella di una vita spezzata dalla mano di un assassino ancora oggi ricordata nelle pietre, in una stele lungo l’argine e in una lapide posta al cimitero. Il luogo della disgrazia, vecchia di quasi cento anni, è Sommo Con Porto, la piccola ma vivace frazione di San Daniele Po tutta immersa nella golena del fiume. Percorrendo l’argine, a ridosso del bodrio Le Margherite, ecco la stele che ancora oggi ricorda il drammatico assassinio di Carlo Poli, avvenuto nella primavera del 1929.
Una tragedia nata da un litigio al bar del paese, tra Carlo Poli (la vittima) ed il suo maniscalco. Poli venne assassinato lungo l’argine dall’uomo che aveva lavorato per lui. Da allora si susseguono due teorie, una secondo la quale l’assassino avrebbe atteso Poli per rapinarlo; l’altra secondo la quale, invece, si sarebbe vendicato del fatto di aver perso il posto di maniscalco. L’omicida alla fine venne arrestato e successivamente condannato. Poli lasciò purtroppo la moglie con ben cinque figli ed ancora oggi riposa nel piccolo cimitero di Sommo Con Porto.
Ci sono discrepanze tra quanto contenuto nella stele posta lungo l’argine e la lapide funeraria; sulla stele infatti si legge che Poli venne assassinato la notte del 21 aprile 1929 all’età di 38 anni. La lapide al cimitero (probabilmente più precisa) fissa invece il giorno della morte nel 22 aprile 1929 e l’età della vittima viene indicata in 37 anni. Piccole discrepanze che, tuttavia, purtroppo, non cambiano i fatti. Venendo al contenuto delle epigrafi, ecco che sulla stele lungo l’argine si legge “la notte del 21 aprile 1929 veniva vilmente assassinato Poli Carlo di anni 38 lasciando nel lutto la moglie e cinque tenere creature. Gli amici costernati questo ricordo posero. Una prece”. Sulla lapide al camposanto invece si legge: “Iddio misericordioso accolga nell’eterna pace l’anima bella di Carlo Poli strappato alle gioie della famiglia dalla malvagità di un assassino a soli 37 anni il 22 aprile 1929. Marito e padre esemplare, retto, buono, profondamente cristiano scomparve fra l’unanime rimpianti di quanti lo conobbero. La moglie, i cinque figlioletti, i fratelli in segno di affetto imperituro posero”. Da evidenziare che, proprio sopra al suo loculo, riposa la figlia, Dina Poli, nata il 2 agosto 1921 e scomparsa, all’età di appena 14 anni, il 22 novembre 1936 “ricongiungendosi – si legge nella lapide – al fratellino e alla sorellina” a dimostrazione di una famiglia che ha dovuto purtroppo subire lutti importanti in pochi anni.
Eremita del Po
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