Lavori alla ex Caserma Manfredini: posizionati i nuovi pilastri del Campus che ospiterà il Politecnico
Lavori in corso: nuovo Campus del Politecnico nell'Ex Caserma Manfredini di Cremona. Il progetto di trasferire qui il Politecnico sta trasformando l'ex caserma Manfredini di Cremona in un nuovo campus su un'area di cantiere estesa per circa 30.000 metri quadrati.
Il progetto prevede l’utilizzo di 18 pilastri, sia bi-piano sia tri-piano e 59 travi. La struttura ospiterà circa 35 aule didattiche, un'ampia aula magna con 300 posti, laboratori, una biblioteca, una mensa capace di accogliere 300 persone e ben 9.000 metri quadrati di spazi verdi dedicati agli studenti. Inoltre, l'ex Chiostro sarà riconvertito in uno studentato capace di ospitare circa 180 ragazzi, affiancato da una palestra di 250 mq.
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commenti
Michele de Crecchio
12 dicembre 2023 14:57
Come era facile prevedere, l'intervento sulla ex Caserma Manfredini non si limita, come avvenuto nel precedente intervento sulla ex caserma Goito, al recupero di strutture storiche, ma si caratterizza anche per una significativa edificazione di nuovi volumi a carico di terreni fino ad ora inedificati, operazione non del tutto coerente con il principio ormai abbastanza consolidato, ma non da tutti ancora purtroppo condiviso e praticato, principio affermante che nelle aree storiche non si dovrebbero, di norma, consentire nuovi pesanti interventi volumetrici. Nel caso specifico, personalmente, spero però, che la pur significativa integrazione volumetrica, sia stata utilizzata dai progettisti per mitigare o, meglio ancora, per nascondere, l'orrendo volume del retrostante autosilo (con fronte anche sulla via Massarotti) contro l'edificazione del qualche, a suo tempo, l'autorità militare, allora proprietaria del terreno confinante sul quale oggi si sta costruendo, aveva avanzato, per quanto mi risulta, solo una troppo timida protesta.
Luigi
12 dicembre 2023 15:05
Ricorda il multipiano di via Dante, solo che questo prenderà forma in via definitiva come struttura abitabile in una frazione del tempo che ci stanno mettendo per il parcheggio.
Manuel
12 dicembre 2023 22:01
Ora io capisco (o mi sforzo di capire) come, intervenendo a recuperare, restaurare, reindirizzare un monumento, un complesso storico abbandonato, costruito per altre funzioni, per giunta già “ritoccato” nel tempo, sia ineludibile inserire tecnologie, strumenti, mezzi ed accorgimenti atti ad assecondare un progetto, quant’anche a supportare le vetuste strutture, ma ogni qualvolta succeda mi frulla il solito dubbio: avranno adottato le cautele necessarie per mitigare i nuovi inserimenti? Avranno esperito tutte le possibilità prima di modificare per sempre spazi ed ambienti? Le cose fatte in Italia mi provocano diffidenza, ma può essere una mia paturnia, una deformazione mentale.
Se l’architetto De Crecchio o altri del settore, volesse/ro aggiungere qualcosa in merito a tale struttura, oltre a ciò che già è stato anticipato... e come si dovrebbe teoricamente operare in situazioni del genere. Grazie
Daniro
13 dicembre 2023 08:41
Avevo già scritto ieri un commento che non vedo pubblicato. Mi chiedevo quale impatto potesse avere il nuovo edificio in un impianto monumentale che se pur trasformato nel tempo mantiene le strutture del XV secolo. L'unica considerazione che ormai si può fare è che il risultato lo vedremo a struttura realizzata con la spiacevole sensazione che, come altri interventi in questa Città sovvenzionati da mano privata, i progetti prendono percorsi decisionali che sfuggono alla maggior parte dei cittadini che pure questa Città hanno a cuore.