Ecco l'ex caserma Manfredini dall'alto, così il sogno diventa realtà: il campus del Politecnico. Un misto di tecnologia, modernità e recupero architettonico
Le foto dal drone di Riccardo Rizzi Maverick per "Cremonasera" mostra ai cremonesi lo straordinario cantiere del magnifico Campus del Politecnico che si sta realizzando in città, a ridosso del centro storico, nel grande spazio dell'ex Caserma Manfredini. Un misto di recupero di straordinarie memorie architettoniche, verde e modernità che ne farà forse il campus più bello d'Italia.
Il 2 settembre del 2011 si ammainava la bandiera italiana alla caserma Manfredini e il 1° Gruppo del 4° Reggimento artiglieria contraerei veniva trasferito a Mantova. Dopo l'estate del prossimo anno la grande struttura compresa tra via Bissolati, via Massarotti e via de' Stauris riaprirà 13 anni dopo le porte dell'ex caserma con uno straordinario e moderno campus universitario. I lavori stanno proseguendo con grande velocità per poter essere pronti per l'anno accademico 2024-2025 della sede cremonese del Politecnico di Milano. Un'area di circa 30mila metri quadrati 35 aule didattiche, un'aula magna da 300 posti, laboratori, una mensa capace di fornire 300 coperti, 9mila metri quadrati di verde a disposizione degli studenti, un museo della scienza e della tecnologia. Nell'ex chiostro troverà sede lo studentato interno capace di ospitare 180 ragazzi con spazi per il tempo libero e persino una palestra da 250 metri quadrati. Il sogno del Cavalier Giovanni Arvedi di far diventare Cremona una città universitaria recuperando gli ex conventi (dopo Santa Monica con la Cattolica), l'Annunciata (appunto la caserma Manfredini, intitolata al tenente colonnello Marzio Manfredini caduto in Eritrea) con il Politecnico, diventa realtà. Una frase di dom Helder Camara, il vescovo dei poveri brasiliani animatore del Concilio, diceva: "Quando sogniamo soli, è solo un sogno. Ma se sogniamo insieme...è l'inizio della realtà". E vedendo quelle immagini dal drone, la realtà sembra davvero a portata di mano per Cremona. Così la vecchia strada Canòon, un tempo regno dei monasteri e della spiritualità e poi delle caserme, diventa la strada delle università.
La caserma Manfredini è infatti un ex convento fondato nel 1494 da quattro suore Agostiniane (due piacentine e due veneziane) che acquistarono la casa del Conte Covo allora uno dei palazzi più belli di Cremona con la facciata principale su strada del Cannone e attorno un grande giardino. Il palazzo è rimasto lo stesso e lo si può riscoprire visitando l'area occupata fino a dieci anni fa dalla Sala Convegno dei Sottufficiali e dalla sala mensa dei graduati. Il chiostro interno è spettacolare con medaglioni in cotto che lo adornano e che comunicava con quello più esterno con snelle colonne che reggono gli archi. Le quattro suore crebbero di numero arrivando persino a 120. Ovviamente ci fu la necessità di ampliare gli spazi. Si costruì una chiesa mentre l'iniziale cappella divenne parlatorio. Aveva anche una splendida pale del Giorgione raffigurante San Sebastiano purtroppo andasta perduta.
Il 19 giugno del 1798, le monache abbandonarono il convento dell’Annunciata, e si rifugiarano in Santa Maria e Santa Monica, ottenendo poi la facoltà di secolarizzarsi. Da questa data ha origine la caserma.
Le foto dal drone sono di Riccardo Rizzi Maverick, poi i rendering del progetto di recupero dell'ex caserma Manfredini
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commenti
mario dadda
12 luglio 2023 21:31
La pala non è del Giorgione (magari!) ma di Dosso Dossi . Non è andata perduta , ma è finita a Brera .
M de Crecchio
12 luglio 2023 23:00
Oltre ad essere interessante per la visione dall'alto del comparto dell'ex caserma Manfredini in corso di riforma a destinazione universitaria, l'immagine è interessante anche come allarmante documentazione del disastro ambientale che si potrebbe determinare nel prezioso paesaggio costituito dalle coperture in cotto degli edifici della città antica, ove si dovesse proseguire nella pericolosa tendenza a lasciarle rivestire disordinatamente di pannelli fotovoltaici. Basti osservare con attenzione la selva disordinata di pannelli da non molto tempo sorta su edifici ristrutturati in fregio meridionale della via De Staulis (erroneamente scritto De Stauris nelle relative tabelle stradali).
Angelo cavitelli
13 luglio 2023 06:05
Ottimo recupero dell'esistente senza cementificazione di nuove aree. ,,,merito di una fondazione che offre con intelligenza alla città di Cremona!!!!