Le parole di Dante tornano a risuonare in un eremo. Successo per la serata con Pegorini e Fiorentini
Nel giorno in cui si ricorda la sua morte, era il 14 settembre del 1321, Dante è tornato a far sentire le sue parole attraverso la voce dell'attore cremonese Massimo Pegorini. Nell'eremo benedettino di Vidalenzo, piccola frazione tra le province di Parma, Piacenza e Cremona, sono risuonati i versi del XXXIII canto del Paradiso della Divina Commedia: nell'ambito dell'incontro 'Dante all'Eremo' da un'idea del giornalista Roberto Fiorentini e con la partecipazione della Piccola Famiglia Monastica Benedettina del Divino Amore. Una serata in cui, volutamente, si sono intrecciate meditazione religiosa e ascolto del capolavoro assoluto della letteratura italiana. Un luogo simbolo perché proprio dalla famiglia dei benedettini proveniva quel San Bernardo a cui Dante fa esprime la supplica alla Vergine affinché lui viadante possa contemplare la Trinità cristiana posta al centro dell'Empireo dove si svolge l'ultimo atto del viaggio del poeta nell'Aldilà. Data oltremodo simbolica quella di ieri dedicata liturgicamente all'Esaltazione della Santa Croce di cui una piccola reliquia è conservata nell'umile Eremo e che ieri è stata posta al centro dell'altare. A Roberto Fiorentini è toccato il compito di riassumere lo svolgimento del canto dantesco. Ai padri Mario e Massimo quello di riflettere sul ruolo e sul senso della preghiera. Poi l'emozionante lettura di Pegorini. In chiusura la recita, con una sola luce accesa com'è nel costume serale monastico, dell'antifona 'Salve Regina'. E' iniziato così grande silenzio notturno che dà inizio al lungo momento di 'meditazione' e 'penitenza' prescritto dalla Regola di San Benedetto fino alla prossima Pasqua del Signore.
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