Le storie dei 601 cremonesi invitati come braccianti ad Hannover. Il giornalista Fiorentini cerca documenti, lettere e fotografie
Le storie dei 601 cremonesi inviati ad Hannover nel 1938 per il gemellaggio tra Cremona e la città tedesca. E' l'ultima ricerca a cui si sta dedicando il giornalista e scrittore cremonese Roberto Fiorentini che lancia un appello per chi ha notizie, lettere, fotografie e documenti su quei lavoratori cremonesi finiti in Germania a lavorare come braccianti.
"Gentile direttore chiedo ospitalità sul tuo giornale per lanciare un appello a tutti quei cremonesi che hanno avuto tra i loro parenti o amici: quei seicento cremonesi che nel 1938 dovettero lasciare la nostra provincia per recarsi ad Hannover a lavorare i campi in Germania, nell’ambito dell’accordo che, in quegli anni, Roberto Farinacci strinse con Hannover a imitazione dell’asse Roma – Berlino.
Di questa vicenda ne parla Vittorio Sgarbi nel suo recente volume ‘ Arte e Fascismo’ (La nave di Teseo) alla pagina 73. Il volume del critico d’arte ferrarese, come scritto anche da Cremonasera, dedica ampio spazio sia al ‘Premio Cremona’, sia alla recente esposizione cremonese curata da Rodolfo Bona, attuale assessore alla Cultura del Comune di Cremona, sulle opere pittoriche durante il Ventennio fascista.
Il Premio Cremona - appunta Sgarbi – viene concepito nello stesso anno, il 1938, e nasce da un gemellaggio fra la città padana e Hannover . Operai migranti, in base ad un accordo fra Italia e Germania, erano arrivati da Cremona nella città tedesca per lavorare nelle campagne come braccianti. Mentre in Italia non c’era occupazione per molti contadini, in Germania c’era necessità di manodopera. Cremona ne inviò 601 a testimoniare la solidarietà di un paese all’altro, ed era giustificato che fosse proprio quella città, una delle città notevoli del regime, perché patria di Roberto Farinacci ministro e gerarca fascista. All’asse Roma- Berlino, Farinacci affiancò quello Cremona- Hannover, e nel 1938 fu nella città tedesca per visitare i contadini che vi lavoravano.
A fronte di questa testimonianza, credo sia giusto ricordare questi cremonesi: al di fuori e al di là di qualsiasi riferimento politico. Penso sia necessario riportare alla memoria degli attuali cremonesi il sacrificio di questi uomini. Mettere ‘nero su bianco’ le loro storie di lavoratori in terra straniera in un momento così difficile e complesso della storia umana. Portare alla luce le loro vicende umane. I loro sentimenti. Le loro malinconie per il distacco dalla loro terra ‘piana’.
Ho già compiuto alcune ricerche presso Hannover. E ringrazio la dottoressa Cornelia Regin che lavora allo Stadtarchiv di Hannover per avermi dato qualche parziale informazione sulla presenza dei ‘cremonesi’ in Germania. Ovviamente sono notizie molto sommarie.
Per questo chiedo ai cremonesi se sono in possesso di documenti, lettere, fotografie di queste 600 persone per poterne redigere un libro. Ritengo sia un atto di giustizia storica nei confronti dei lavoratori e della storia della città.
Per chi volesse sono a disposizione i miei profili sui social Facebook, Instagram e Linkedin oppure possono scrivere alla mia mail personale roberto.fiorentini1964@gmail.com .
Ti ringrazio sempre per la tua grande sensibilità per tutto quello che riguarda la Storia della nostra città e dei suoi abitanti".
Roberto Fiorentini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti