Lotta alle povertà: un grande progetto attraversa l'intera provincia per 2 anni. Da Fondazione Cariplo, Fondazione Peppino Vismara e Intesa Sanpaolo 423.000 euro per un piano "bifronte" reso operativo
Durerà almeno due anni e sta coinvolgendo l'intera provincia di Cremona il progetto di contrasto alle povertà lanciato da Fondazione Cariplo con Fondazione Peppino Vismara e Intesa Sanpaolo e reso operativo dalla Fondazione Comunitaria della provincia di Cremona. La "co-progettazione territoriale" - questo il nome ufficiale del piano varato nello scorso febbraio - mette a disposizione di un ampio arco di realtà solidali e impegnate nel sociale 423.000 euro col fine di «dotare il sistema di welfare di strumenti più efficaci per raggiungere le persone e strutturare le reti di realtà già impegnate in attività di contrasto alla povertà», come spiega il presidente della Fondazione Comunitaria Cesare Macconi. In altre parole un ulteriore potenziamento delle misure già stanziate soprattutto in risposta all'emergenza sanitaria ed economica iniziata nel 2020. Un progetto che - per vastità, capillarità, e capacità di adattarsi alle necessità del territorio - si è scisso in due, assumendo alcune caratteristiche per il lato cremonese e casalasco, e altre per quello cremasco.
I DUE FRONTI DEL PROGETTO | Nel primo caso, quello Cremonese e Casalasco, ci si sta concentrando sulla povertà alimentare, nel secondo caso - quello Cremasco - si stanno incrociando invece il disagio abitativo e l'inserimento lavorativo. Il piano è iniziato con un'analisi delle organizzazioni non profit che avevano già avuto contatti con la Fondazione (avendone ricevuto sostegno tramite bandi) e che avevano quindi già costituito reti di soggetti - enti, associazioni, ecc - impegnate nei temi chiave della lotta alle povertà. «La Fondazione ha iniziato a stimolare per far nascere nuovi progetti e mettere insieme le varie esigenze - spiegano i due facilitatori del progetto Silvia Corbari e Mauro Platé -. Così le reti già presenti sono state rafforzate e invitate a immaginarsi in modo più strutturato. E' bene sottolineare che si tratta di reti ampie e sempre aperte all'adesione di nuovi soggetti». Un salto di metodo notevole anche per la stessa Fondazione Comunitaria, che in questo modo ha iniziato a lavorare non solo come erogatrice di fondi ma anche come attivatrice diretta di reti sul territorio.
LA RICERCA SULLE REALTA' ATTIVE | Una prima ricerca condotta sull'intera provincia di Cremona ha permesso di censire 60 realtà territoriali attive sul fronte della povertà alimentare, individuando anche il numero considerevole di pacchi distribuiti ogni mese: 2.200, una cifra che rende anche la dimensione del fenomeno. «Da qui si partirà per intercettare la grande distribuzione - continuano Corbari e Platé - sia per dare il via ad azioni pensate per ridurre lo spreco alimentare, sia procedere a eventuali acquisti di gruppo». Ma vari altri tavoli di lavoro sono già partiti.
LO STATO DEL PROGETTO A CREMONA E NEL CASALASCO | A Cremona e nel Casalasco oggi si lavora su un solo specifico aspetto, quello alimentare, perché in questi territori già esisteva un importante lavoro pregresso, iniziato nel periodo Covid e legato alla distribuzione di pacchi alimentari a famiglie di difficoltà. Qui in tutto sono quattro i tavoli di lavoro avviati: il primo impegnato proprio nella distribuzione dei pacchi solidali ma anche nei rapporti con la grande distribuzione; un secondo tavolo lavora sui metodi utili per innalzare la qualità del sostegno all'alimentazione (in raccordo con operatori dell'agricoltura sociale e a filiera corta biologica); un terzo tavolo lavora poi sul confronto e sull'integrazione fra le differenti piattaforme informatiche di raccolta dati che le tante realtà non profit impegnate in questo ambito utilizzano, mentre un quarto e ultimo tavolo si concentra sul coinvolgimento e la sensibilizzazione delle giovani generazioni. Proprio sul tema dei giovani, nel Casalasco, si è già avviata una raccolta straordinaria in giugno coinvolgendo anche giovani stranieri provenienti dall'Olanda insieme al Polo Romani in collaborazione con organizzazioni non profit della zona come Caritas, Tenda di Cristo, Acli, Protezione Civile Le Aquile ed Emporio Solidale. Ora si guarda anche a possibili progetti di alternanza scuola lavoro. Per la parte cremonese e casalasca il gruppo di realtà coinvolte è riunito sotto la sigla CRIC - Comunità in Rete per il Cibo Filiere Sociali per il recupero delle eccedenze e il contrasto alla povertà alimentare, con ente capofila No Spreco e con partner la Cooperativa Carità e lavoro, S. Vincenzo, La Città dell’Uomo, Filiera Corta solidale, Cosper, Nazareth, Bessimo, ACLI Casalmaggiore, Aval, Ass. Le aquile, Forum Terzo Settore Cremonese. I membri della rete sono Polo Romani, CSV Lombardia Sud ETS, Tenda di Cristo, Azienda Sociale del Cremonese, Concass, Comune di Cremona.
LO STATO DEL PROGETTO A CREMA | A Crema si è accettata la sfida di guardare a più aspetti della povertà, intendendo quest'ultima come fenomeno multidimensionale. Accanto alle azioni contro la povertà alimentare si sono aggiunte quindi quelle contro il disagio abitativo e in favore dell'inserimento lavorativo, con un forte accento sulla comunità come metodo di lavoro. Si è iniziato a lavorare soprattutto sulla comunità, con tavoli aperti in varie zone del territorio e grazie ai quali si stanno attivando cooperative, associazioni e servizi (quelli sociali in particolare) individuano casi da accompagnare attraverso lo strumento dei patti sociali. «Stiamo iniziando a capire quali possono essere le altre attività possibili, insieme a percorsi di formazione e accompagnamento. La durata è biennale, ma vista la complessità e l'articolazione del progetto qui si inizia a pensare a un possibile allungamento dei tempi», anticipano i facilitatori del progetto. Per la parte cremasca, riunita sotto il titolo 3xTe=CommunityCare - Comunità che moltiplicano cura sono attive Fondazione Caritas don Angelo Madeo Onlus - Caritas Diocesana di Cremona, Circolo Acli di Crema, Comunità Sociale Cremasca, Consultorio Insieme, Mestieri Lombardia.
«Mettere insieme realtà differenti - conclude Macconi, presidente della Fondazione cremonese - è un passo importante ed è la filosofia fondante del progetto. La Fondazione Comunitaria si fa conoscere così come una realtà sempre più legata al territorio, con idee delle quali cerca di favorire lo sviluppo in termini progettuali concreti».
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