3 settembre 2023

Massimo Ranieri chiude “col botto” il TRF Live sotto il Torrazzo. Piazza del Comune come un grande coro ha ripercorso i più grandi successi dell’artista

Chiusura col botto per la seconda, ed ultima, serata del Tanta Robba Festival Live sotto il Torrazzo. Sul palco di Piazza del Comune un Massimo Ranieri in grande spolvero che, con l’aiuto di una folta band dal vivo, ha snocciolato tutti i suoi più grandi successi alternati a brani più recenti. “Sono innamorato di questa piazza, è davvero Tanta Robba” incalza fin da subito il cantante, immediatamente acclamato dalla folla trepidante. E così è iniziato il viaggio attraverso i “sogni ancora in volo” di Ranieri, sogni che passano attraverso racconti, momenti amarcord ed esibizioni di evergreen. Ecco che dopo l’apertura su “Lasciami dove ti pare” il viaggio è proseguito, fra gli altri, con Resta cu’ mmè di Domenico Modugno, La Vestaglia, Rose rosse. Non sono mancati anche i recenti successi, primo fra tutti Lettera di là dal mare, presentata al Festival di Sanremo 2022. Ranieri non canta. Ranieri recita cantando, e lo fa con tutto il corpo. Le 72 primavere, anche se in serata ha dichiarato di averne 52 “venti anni più-venti anni meno”, sono trasfigurate, polverizzate dall’incredibile energia espressiva che ha questo artista dall’immenso talento, unito alla grande esperienza di palco. E poco importa se nel live qualche nota scappa dall’intonazione, perché se nel preciso istante in cui il cantante lascia il microfono la piazza intera sta cantando all’unisono, significa che si è creata quella magia che solo i grandi sanno far apparire. Il sottile ma nitido fil rouge del sogno è stato tenuto dall’artista partenopeo saldamente in mano, grazie ad un sapiente uso di monologhi delicatamente accompagnati al pianoforte e un continuo movimento sullo spazio scenico. Di forte impatto la band di 12 elementi che contava, oltre al classico set di due chitarre, basso, batteria e percussioni, anche un comparto strumentale con fiati, violino e sintetizzatore e, non banale e tutt’altro che prevedibile, fra loro tre strumentiste sono state anche eccellenti coriste. Sound pieno, pulito, graffiante, perfino un po’ rock in alcuni brani come il bellissimo arrangiamento di “Se bruciasse la città”, particolarmente incisivo nelle sezioni dei fiati. Ranieri ha stregato la piazza con le sue molteplici arti, facendo cantare anche i sanpietrini. “All’uscita troverete un registro, lasciatemi i numeri di telefono perché se avessi bisogno di un coro così perfetto, saprei proprio chi chiamare!” ha “gigioneggiato” il cantante da buon napoletano dopo l’ennesimo brano cantato a squarciagola dalla platea. In finale l’immancabile, nonché emozionante, Perdere l’Amore, dove il coro se possibile si è fatto ancora più forte. Non sono mancati i fazzoletti e gli occhi lucidi per il successo che è valso all’artista la vittoria al Festival di Sanremo nel 1988. Divertente la jam session su Tu vuo’ fa’ l’Americano, permettendo a ciascun musicista di essere presentato con il proprio “solo” strumentale. Generosi anche i bis dove Ranieri non si è risparmiato ed uscendo in completo gessato e cappello ha intonato Io sono un istrione e la divertentissima Pigliate ‘na pastiglia di Renato Carosone. 

Applausi scroscianti per quest’uomo bandiera della musica italiana, artista a tutto tondo in grado ancora oggi di dare lezioni di stile ed ammaliare quattro intere generazioni di pubblico. E se Ranieri lo dice di Cremona, noi lo diciamo di lui: davvero Tanta Robba! 


foto Gianpaolo Guarneri/Studio B12

Loris Braga


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