Megaimpianto di biometano, slittano i termini, se ne riparlerà a maggio 2024. A pochi giorni dal voto amministrativo. La richiesta è di A2a. Sull'impianto dura Legambiente
A2a prende tempo per presentare la documentazione integrativa. Se ne riparlerà tra sei mesi. Lo ha reso noto la responsabile del procedimento dottoressa Barbara Pisaroni con una propria nota con la quale riferisce della richiesta della società proponente di sospendere i termini di 180 giorni per il deposito della documentazione integrativa. "Viste le motivazioni addotte, si comunica l’accoglimento della richiesta; pertanto, il nuovo termine per il deposito di detta documentazione deve intendersi rideterminato all’8/05/2024. Si ricorda che, qualora entro il termine stabilito il proponente non depositi la documentazione completa degli elementi mancanti, ovvero la documentazione richiesta non sia ritenuta idonea e sufficiente a determinare ulteriori sviluppi dell’istruttoria in argomento, si provvederà alla formale archiviazione dell’istanza". Dunque del megaimpianto alla periferia della città in zona Bosco se ne riparlerà il prossimo maggio, vale a dire un mese prima delle elezioni amministrartive di Cremona. Ma il centrosinistra che guida Cremona da 8 anni se la sentirà di proseguire su questa strada, a pochi giorni dal voto, con una forte opposizione popolare al progetto?
Intanto anche il circolo cremonese Vedo Verde di Legambiente interviene con una propria nota (estremamente dura) sulla vicenda del megaimpianto di biometano. "Si premette che la Provincia di Cremona è prima in Italia per numero e concentrazione di impianti di biogas con 154 installazioni e per più di un terzo di queste finiranno gli incentivi statali nei prossimi due anni. È probabile che saranno riconvertite o sostituite con nuovi impianti a biometano per poter usufruire dei nuovi incentivi previsti per questa tipologia o semplicemente abbandonate. Prima di pensare di costruire nuovi impianti, sarebbe bene capire come dare un futuro a quelli che rischiano di diventare precocemente delle dismissioni. Alla luce di ciò, poiché esiste un evidente problema di reperimento di biomasse in filiera corta, è necessaria una pianificazione territoriale degli eventuali nuovi impianti a biometano, tenendo anche conto della necessità di una programmazione agricola che contempli la riduzione dei capi allevati".
"Il Circolo Vedo Verde Legambiente Cremona chiede di integrare ulteriormente rispetto ai seguenti punti:
1. informazioni dettagliate circa la dieta dell’impianto, la provenienza delle biomasse impiegate e la sostenibilità delle stesse, stante quanto previsto dal Decreto Biometano in essere
2. la verifica della viabilità interessata al conferimento delle biomasse all’impianto, con riguardo sia all’attraversamento di centri abitati, sia al numero di mezzi giornalieri usati considerando il contesto di forte compromissione ambientale esistente
3. la verifica della vicinanza a centri sensibili a emissioni odorigene
4. un’individuazione precisa e puntuale dei quantitativi e delle aree previste per gli spandimenti dell’ammendante derivato dal trattamento del digestato e, nello specifico, gli apporti di azoto reattivo ai suoli, a cui occorre porre attenzione particolare stante che la Provincia di Cremona è in zona critica per i nitrati
5. un chiarimento circa il recupero dell'acqua derivante dall’impianto, risorsa importante stante la situazione di siccità crescente sul territorio
6. informazioni sul ciclo impiantistico, con particolare riferimento al recupero di CO2 e solfato d'ammonio
7. informazioni sulle emissioni in aria, in particolare per quanto riguarda ammoniaca ed altri precursori della formazione di particolato secondario, visto che nella classifica della qualità dell’aria dell’Agenzia Europea dell’Ambiente la città di Cremona risulta tra le peggiori per polveri sottili
8. In merito al nuovo progetto che A2A presenterà e che sarà sottoposto a V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale), il Circolo Vedo Verde Legambiente Cremona chiede una puntuale verifica di compatibilità della localizzazione rispetto alla strumentazione urbanistica vigente locale e sovracomunale (PTR, PTCP, PGT), alla presenza di un Corridoio Ecologico Primario, ai vincoli paesaggistici e idrogeologici e alla coerenza con la preesistenza del PLIS del Po e del Morbasco, il cui quadro pianificatore e normativo è di seguito sintetizzato:
a) Area prioritaria per la biodiversità n. 25 “Fiume Po”, elemento di primo livello del Settore 136 “Po di San Daniele Po” della Rete Ecologica Regionale (infrastruttura regionale prioritaria prevista dal PTR, vedi DGR 10962/2009) che al paragrafo 2.5, prevede, come regola da seguire negli strumenti di pianificazione, che si eviti l’inserimento delle “aree di trasformazione” previste dai P.G.T. negli elementi di primo livello della R.E.R.
b) PLIS del Po e del Morbasco (L. r. 86/’83) che rappresenta una forma di tutela normata dal P.G.T. finalizzata al recupero e valorizzazione e risanamento (anche mediante trasferimento di funzioni improprie e incompatibili con superamento delle situazioni di degrado e inquinamento) dei caratteri paesaggistici, storici, ambientali, naturalistici ed agricoli del territorio laddove prioritario appare pertanto l'obiettivo di salvaguardare i suoli esistenti evitando altro consumo di suolo
c) Ambito agricolo strategico AA3 di rilevanza ecologico-ambientale e paesaggistica che prevede il mantenimento, valorizzazione e promozione dell'agricoltura, sulla base dell'elevato valore agronomico dei suoli e degli spiccati caratteri paesaggistici e ambientali laddove non sono ammessi impianti per la produzione di energia rinnovabile da fonte agricola superiori a 100 Kwa ex DM 6/02/2012
d) Relazione geologica e di caratterizzazione Geotecnica – Elaborato 11A) che evidenzia la presenza di falda caratterizzata da notevoli escursioni piezometriche e presenza di acqua a quota prossima a quella del piano campagna (rif. Pag. 23, 24, 26–27)
e) Grado di sensibilità del Paesaggio: elevata, art.4 delle Disposizioni attuative del Documento di Piano"
la foto dal drone è di Riccardo Maverick Rizzi
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commenti
PierPiero
8 novembre 2023 17:49
E se nel frattempo finiranno i soldi del PNRR, l'impianto non si farà. Perché A2A l'impianto lo vuole fare con i soldi pubblici, mica con i suoi.