17 dicembre 2025

Messa di Natale con la Cremonese in Cattedrale con la società, i dirigenti e tutti i tesserati. Monsignor Napolioni ha presieduto la celebrazione: "La vera vittoria è condividere la gioia".

"Costanza e pazienza. Le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi qui presenti, sono il segno più vivo della speranza e dei sogni che animano la nostra comunità. Guardando i loro volti, sentiamo il futuro che cresce tra le nostre mani, animato da entusiasmo, aspettative e desiderio di costruire un mondo migliore".

Si è aperta con queste parole, nel pomeriggio di martedì 16 dicembre in una Cattedrale di Cremona si è colorata di grigio e rosso, la tradizionale celebrazione natalizia della U.S. Cremonese. La Messa, presieduta quest’anno dal vescovo Antonio Napolioni, e concelebrata dal cappellano della società grigiorossa don Alberto Mangili e dal rettore della Cattedrale mons. Gianluca Gaiardi, si è collocata anche nell’ambito della celebrazioni dell’anno giubilare.

Per l’occasione si è riunita tutta la famiglia grigiorossa in un momento di preparazione al Natale e di scambio di auguri che ha coinvolto tutta la società a partire dal presidente onorario della Cremonese, Cavalier Giovanni Arvedi, insieme alla moglie Luciana Buschini, il presidente della società grigiorossa Francesco Dini e il vicepresidente Maurizio Calcinoni, l’amministratore delegato Uberto Ventura, il direttore generale Paolo Armenia e Mario Caldonazzo, Ceo di Finarvedi Spa

Alla celebrazione erano presenti tutti i tesserati della società grigiorossa, dalla prima squadra, con i giocatori e l’allenatore Davide Nicola, che ha condiviso questo momento di gioia con i ragazzi e le ragazze del vivaio, insieme agli allenatori e i dirigenti del club. Nella sua riflessione il vescovo è partito dalla parola speranza, che è centrale nel Giubileo che si sta per concludere e che "inizia per S, proprio come la parola sport, che deve essere anche una grande esperienza di speranza. Non solo di vincere, ma di condividere la gioia".

Napolioni ha poi scherzato, rivolgendosi al Cavalier Arvedi: "Sono un po’ in imbarazzo, perché sono venuto qualche volta allo stadio, ma ogni volta che arrivo ci si aspetta che il vescovo faccia da un po’ porta fortuna. Ecco, anche la messa non è un portafortuna, ma è un “portaforza”. Qui riceviamo la forza spirituale, la forza interiore, le ragioni profonde la nostra vita".

Nel corso della sua omelia il Vescovo ha poi messo in guardia i ragazzi sui miti della ricchezza e del successo, ammonendo che "se il nostro mondo confida solo nella potenza dei soldi e del successo, è un mondo che si autodistrugge. Se invece confidiamo nell’alleanza con Dio, che insegna a trattare gli altri da fratelli, anche gli avversari, allora il mondo rifiorisce e il futuro che avete tutto il diritto di pensarlo, costruirlo e assaporarlo così. Vi auguro che il Natale sia un momento grande di riscoperta di colui che tutto può nei nostri cuori".

Durante l’offertorio sono stati portati sull’altare una maglia, un pallone e una statuetta di Gesù Bambino proveniente da Betlemme e realizzata da artigiani della Terra Santa. Un regalo analogo è poi stato fatto alle ragazze e ai ragazzi delle giovanili.

È stata anche ricordata la raccolta benefica organizzata dall’U.S. Cremonese nell’ambito della campagna “Soli Mai” e che il 15 dicembre ha portato al Centro sportivo “Giovanni Arvedi” circa duecento tifosi che con generosità hanno contribuito a una raccolta di beni alimentari da destinare alle iniziative benefiche gestite dai Frati Cappuccini di Cremona. È stato poi il momento dei doni da parte dei ragazzi della squadra al Cavalier Arvedi e a sua moglie e al Vescovo, cui è stata donata una maglia grigiorossa con il numero 10.

La celebrazione si è conclusa con la “Preghiera del calciatore della Cremonese”, letta da uno dei ragazzi del club e con il canto “Astro del Ciel” diretto da don Graziano Ghisolfi e cantato da un centinaio di giovani del club accanto all’altare.

Alla fine della canzone il cavalier Arvedi, che ha cantato in mezzo ai ragazzi insieme all’allenatore Nicola, ha ringraziato il vescovo e i sacerdoti che hanno reso possibile la celebrazione in Duomo. Don Mangili ha spiegato che la scelta del numero 10 sulla maglia regalata al vescovo è dovuta al ruolo calcistico di regista, che solitamente viene ricoperto proprio con quel numero, ma anche per celebrare i 10 anni da vescovo di Cremona (il prossimo 30 gennaio) e il compleanno da poco festeggiato.

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