Mondo Scuola di via Lugo e Didattica Dante, la crisi delle attività commerciali. Si allunga il necrologio delle serrande che resteranno chiuse. A dare il colpo di grazia la grande distribuzione
Continuano a chiudere le serrande dei negozi cremonesi. La colpa è della grande distribuzione: prezzi molto bassi, una concorrenza spietata e per completare un acquisto basta fare un click comodamente seduti sul divano. Il risultato? Le attività storiche chiudono, le botteghe sono sempre più rare e sempre meno persone pensano di aprire una propria attività commerciale.
Questa volta è il caso di due negozi, due cartolerie che hanno accompagnato diverse generazioni nell'acquisto di materiale scolastico. La prima è la Didattica Dante di via Palestro, che chiuderà definitavamente il prossimo marzo. I proprietari, storici esercenti di Cremona, andranno meritatamente in pensione, ma nessuno si è ancora fatto avanti per acquistare l'attività. Il tempo è poco, ma come citato in precedenza è sempre più raro trovare qualcuno che abbia il coraggio di cimentarsi in una sfida come quella di entrare in competizione con i grandi distributori. L'eredità è probabilmente destinata a non essere raccolta, e un'altra serranda si abbasserà senza più alzarsi.
Un altro caso, questa volta fra via Lugo e via Mincio, è quello della cartoleria Mondo Scuola. L'attività è aperta da 15 anni, ma affonda le sue radici in un passato molto più lontano. All'epoca aveva un altro nome, quello ufficiale era Cartolibreria Virgilio, ma tutti la chiamavano Cartolibreria Cassenti. Qualcuno si ricorda ancora del proprietario, Carmelo Cassenti, un signore che circa 60 anni fa entrava nelle scuole come rappresentante di libri. I bambini lo chiamavano scherzosamente "Modugno", come il cantante, perchè portava i baffi alla stessa maniera. Carmelo gestiva il suo negozio insieme a sua moglie, la signora Bruna, sempre dietro al bancone.
Nel 1978 la cartoleria viene acquistata da Franca Colli Lanzi (figlia del poeta Giovanni Colli Lanzi) che prosegue lungo la strada della didattica insieme ai figli, i fratelli Uggeri, fino al 1991. Per tutti è ancora la Cartolibreria Cassenti, questa volta specializzata in giochi didattici oltre che nella distribuzione dei libri scolastici.
Dopo qualche anno di chiusura, l'eredita di "Modugno" è passata a Marilena Locoselli e Martina Mondoni, che 15 anni fa hanno deciso di mollare il loro lavoro come dipendenti per mettersi il proprio. "È stato il coronamento di un sogno" ha raccontato Marilena ripensando al passato, "siamo andate avanti fino a oggi, ma ci siamo purtroppo rese conto che non valeva la pena continuare". Negli ultimi anni le entrate sono diminuite, ma soprattutto la grande concorrenza "ci ha ammazzato".
Oltre alla sola cartoleria, Mondo Scuola offriva anche tanti servizi, primo fra tutti quello della prenotazione e dell'acquisto dei libri scolastici. Un servizio fatto quasi per il piacere di fare un favore visto che, ha spiegato Marilena "è una grande lavorata, ma alla fine quello che ti restava in tasca era meno del 10% del totale". Un lavoro pesante, un lavoro poco remunerativo, ma che negli anni ha portato a Marilena e Martina grandi soddisfazioni, infatti "dopo 15 anni di attività abbiamo visto i bambini crescere. Entravano qua dentro a prendere il materiale per la scuola, e quando tornavano era già uomini e donne adulti".
Nella parole di Marilena non c'è rabbia, ma solamente un profondo dispiacere. Ormai lei è pronta per andare in pensione, e dopo 42 anni di lavoro, questo 31 dicembre chiuderà per l'ultima volta la serranda, ma il pensiero di vedere la sua amata cartoleria chiudere è un dolore che difficilmente può essere consolato. Lo stesso dolore della collega Martina, lo stesso dolore che in tanti stanno provando in questi anni, un dispiacere che lascia un vuoto dentro, perchè è come se alla città venisse tolto un pezzo della propria identità.
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commenti
Michele de Crecchio
11 dicembre 2024 01:29
Una decina di anni or sono, cercai di convincere il nuovo sindaco di allora (Galimberti) ad impegnarsi a correggere il gravissimo difetto (eccessivo spazio destinato dal vigente Piano Urbanistico alle nuove attività commerciali). Respingendo il mio consiglio, Galimberti si giustificò sostenendo la fragile tesi che anche l'espansione della grande distribuzione commerciale avrebbe contribuito alla crescita economica della nostra città...! Purtroppo la mia preoccupazione si rivelò, mi pare, terribilmente corretta, al punto da mettere attualmente letteralmente in ginocchio una città come la nostra che, da sempre, aveva avuto da secoli, proprio nella vivacità e articolazione della propria attività commerciale una delle più significative ed utili fortune.
Marco
11 dicembre 2024 06:55
Si ponga la domanda come può una famiglia con anche solo due figli sostenere le spese con un solo stipendio.
Le scuole pubbliche chiedono di portare materiale (dalla carta igienica al quaderni) perché non hanno soldi per fornirli.
Costi dei libri scolastici, che chissà perché cambiano ogni anno, improponibili .
Personalmente vado nei negozi di libri e li compero usati( ne ha aperto anche uno in città e non devo più andare a Milano).
Se poi i figli volessero andare all'università i costi diventano vertiginosi.
Il caro vita rende proibitivo l'acquisto nei negozi dove i costi sono normalmente superiori del 30% se non oltre.
Lei conosce la retribuzione di un operaio?se poi e' pendolare.....
Le famiglie risparmiavamo ma oggi sempre meno anche perché la politica salariale e' demenziale.
Come hai un'aumento in busta paga ecco
che scattano subito quelli di luce acqua e gas oltre a tutto il resto .
Nel resto del paese e' la stessa cosa.
Vada a chiedere il costo dell'affitto dei locali sfitti vedrà che sorpresa.
Attualmente aprono negozi orientali che offrono gli stessi prodotti fabbricati in oriente venduti anche nei negozi italiani ma a un costo più basso
Poi provi a chiedere un mutuo alle banche italiane per aprire un negozio.
Hanno aperto decine di supermercati di quartiere che funzionano e fidelizzano i clienti con sconti vantaggiosi .
Un negozio non può riuscirci.
E guardi che stanno chiudendo anche i negozi nei centri commerciali....
L'e-commerce ha poi dato la mazzata finale a tutto con prezzi allettanti.
Provi Lei a convincere i proprietari dei negozi ad abbassare il canone d'affitto o il governo ad abbassare le tasse agli imprenditori.
E stato e comuni devono dare aiuti alle famiglie per riuscire ad arrivare a fine mese e che sicuramente vanno poco nei negozi.
Io ho il terribile presentimento che siamo entrati nel momento in cui chi ha possibilità finanziarie non capisce la difficoltà quotidiana delle persone con stipendi normali e rifiuta di riconoscerne le difficoltà restando attaccata al passato .
Altrimenti non si spiegherebbero i centri commerciali i supermercati sempre pieni .
E guardi che i negozi alimentari etnici sono anche loro in piena attività ma con alterne fortune.
Diamo un nuovo e vero valore alle retribuzioni, smettiamo di tassare in modo abnorme chi lavora o da' lavoro e non paghiamo con le nostre tasse chi non vuole lavorare.. vedrà che forse qualcosa potrebbe cambiare.
Belli e utili i negozi ma per sopravvivere le persone devono potere comperare.