12 settembre 2024

Nazzareno Condina, i ricordi di amici e colleghi. Quel suo lavoro di "giornalista degli ultimi", in prima fila per la solidarietà fino alla fine. Sabato alle 10 le esequie in Duomo a Casalmaggiore

Ha fatto della sua vita un capolavoro e continua a farlo. Non c’è da stupirsi del fatto che Nazza (Nazzareno Condina) prosegua nel fare meraviglie, anche ora che non è più materialmente su questa terra. Noi (tutti) siamo di passaggio e restiamo in ciò che facciamo. Lui, Nazza, ha fatto tanto e le sue opere più belle sono quelle che lo hanno visto in prima fila (ma sempre in disparte perché il suo animo fondamentalmente contraddistinto da una francescana semplicità non gli avrebbe mai permesso di cercare alcuna forma di protagonismo) ben oltre i confini del territorio, a fianco (con i fatti, con le opere di caritatevoli e solidali) delle popolazioni terremotate di Amatrice così come di quelle alluvionale dell’Emilia Romagna. Vicino agli ammalati, da ammalato, con le raccolte di fumetti a favore dei Day hospital oncologici di Cremona e di Oglio Po e con quell’attenzione speciale riservata   alla Casa Giardino di via delle Salde, struttura con la quale, come giustamente scrive su Oglioponews l’amico e collega Giovanni Gardani, Nazzareno aveva rinsaldato un grande rapporto negli anni, confermandosi come “il giornalista degli ultimi”. Il giornalista, ma ancor di più l’uomo, che agiva con il cuore, col sorriso, mettendo i sentimenti sempre e comunque davanti a tutto, donando e donandosi senza chiedere nulla in cambio, sempre fedele a quel dolcissimo motto che dice “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Poi la straordinaria campagna “Andom”, che certamente continuerà, che ha permesso già (con la vendita delle magliette) di acquistare una importante apparecchiatura per l’oncologia dell’ospedale Oglio Po di Vicomoscano. Campagna che continuerà perché lui, Nazza, ha messo a dimora, in un terremo fertile, il seme buono della bontà, della generosità, della gratuità e della solidarietà. Quel seme ha generato una pianta che sta dando eccellenti frutti, ma dovrà darne ancora tanti grazie all’impegno dei tanti, tantissimi amici, che da subito lo hanno ricordato, lo ricorderanno e lo faranno vivere proprio portando avanti il suo impegno ed il suo esempio.  Innumerevoli sono, continuamente, le attestazioni di cordoglio da parte di tanti, tantissimi amici: il segno più chiaro  più bello e più vero di quell’amore autentico di cui  Nazza si era circondato.   “Nazza – rimarca il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni - non era un cronista o un semplice giornalista redattore, forse, mi permetto di dire, era più un editorialista, ma non era inquadrabile nel mondo della carta stampata, che gli stava stretta, l’online gli ha certamente permesso di esprimersi molto più liberamente. Era un cantore di storie, uno scrittore, un romanziere. Uno che sapeva come usare le parole, col suo linguaggio forbito. E sapeva anche scattare ottime foto con tempismo perfetto. Nazza l’ho conosciuto all’oratorio, al grest estivo, educatore e un po’ fratello maggiore dei ragazzini che lo frequentavano. Poi l’ho ritrovato giornalista della “Voce di Cremona”, intanto che muovevo i primi passi in politica. Penso però che l’esperienza più vera e intensa sia stata con Sportfoglio, al quale ho avuto anche io l’onore di collaborare scrivendo di pallavolo e tennis per un paio d’anni. A Sportfoglio, Nazza era il punto di riferimento, la vera redazione alla quale affidavi il tuo pezzo, l’esperto a capo di un gruppo di giovani motivati e appassionatissimi (Giovanni Gardani e Simone Arrighi su tutti) che hanno cambiato il modo di raccontare lo sport sul nostro territorio. Purtroppo il mondo della vita non è sempre giusto. Lascia un tremendo vuoto in tutti noi. Alla moglie Cristina, ai genitori, al fratello e a tutti i parenti, le mie più sentite condoglianze”.

Profondo, autentico, in qualche modo anarcoide era poi il suo legame col Grande fiume e qui le parole più belle sono senz’altro quelle di Davide Persico, altro grande uomo del fiume, ex sindaco di San Daniele Po, che scrive  “Il Fiume va lasciato libero, libero di esprimersi, di virare colore alle stagioni, di gioire in primavera, di abbagliare d’estate, di colorarsi di malinconia d’autunno e di rievocare epoche passate col bianco-nero dell’inverno. Quella volta abbiamo navigato il Po per dodici ore consecutive. Volevi vedere l’alba e vivere il rito tramonto. La metafora della vita. Si è fatto il caffè sull’acqua che ancora era buio, abbiamo riso per una colazione improponibile in lanca e siamo stati sopraffatti dalla nebbia in cava che, come un sipario, improvvisamente diradata ci ha regalato la candida visione di un cigno a pochi metri di distanza. Stupiti l’abbiamo ammirato, vanitoso e sfacciato, prestarsi ai nostri obiettivi quasi a ripagarci di una intera giornata al freddo.  Nel mio archivio fotografico c’è ancora il “cigno_di_Nazza”. C’erano tanti cormorani quel giorno, addobbavano un pioppo in lontananza che pareva carico di grossi frutti. I gabbiani planavano sopra l’imbarcazione mentre un volo di alzavole decollava dall’acqua turbinando la foschia di fronte a foce Adda.  Tutto era bellezza.  Fu anche il giorno del ritrovamento delle corniole, quelle gemme rosso fuoco di cui ti parlavo, ricercate da tempo lungo il Po e invece trovate insieme, quella volta sola, tutte raccolte tra la ghiaia di una spiaggia dell’affluente. 

Ricordo che parlammo di progetti improponibili calati da una politica impreparata sul Fiume; di un altro viaggio da fare in primavera per rivedere il Po con colori diversi; per provare che non esiste consuetudine a solcarlo se lo si guarda con occhi curiosi.  Fu tanto appassionante quel viaggio da farci dimenticare le gambe congelate dal freddo. È così che va la vita quando gli occhi s’incantano di meraviglia: si accantonano i disagi e tutto può essere rimandato, perché la bellezza impone d’esser goduta appieno; che quando gli occhi vedono qualcosa di bello, il cuore, di meraviglia, ne vuole ancora e ancora.  Ed è giusto accontentarlo. È stata una meraviglia conoscerti. È stato un piacere parlare del nostro Fiume.  È stata pura poesia il tuo articolo su quella giornata, come pure sono state, per me, una boccata d’ossigeno le tue parole sulla stampa a riguardo del mio congedo, in un momento in cui mi ritrovai solo, nello sconforto, abbandonato da tutti quanti, anche dai troppi presunti amici. 

Non sono mai stato così grato ad una persona come a te nell’istante in cui, guardando mia moglie commuoversi leggendo le tue parole, comparve sul suo viso una smorfia di approvazione a causa delle parole strozzate in gola. Era un grazie di cuore anche da parte sua. Mi dicevi in barca che non esistono progetti di miglioramento del fiume: “Il Fiume va lasciato libero”. Libero di evadere, di cambiar rotta, di slargarsi, di curvare o di saltare il meandro.  Libero, lui, di straripare nella sua golena; come libero, tu di scrivere racconti poetici, di esprimere concetti con frasi liberate su di un foglio come i colori di un acquerello.  Libero di vedere un lupo, o la sua preda, e di condividere l’esperienza appena vissuta in privato, sottovoce, nel rispetto e per la protezione dell’animale.  Libero di chiedere, libero di confrontare; intelligente, curioso e libero di documentare e raccontare.  Libero da vincoli, da costrizioni e da imposizioni. Sempre con garbo, gentilezza ed educazione. Sei libero Nazza. Libero di volare in qualche luogo, fosse anche un aldilà nel centro del quale, ne sono certo, scorre un Fiume.

Seppur infranto, il mio cuore è grazie a te ricolmo di ricordi, di insegnamenti e di bellezza. 

Te ne sono grato per la vita.  Sono certo che ci rincontreremo un giorno. Ci rincontreremo, sorridendo, su di una barca nel punto dove finisce il Fiume perché inizia il Mare.  E continueremo a parlare.

Le cose più belle sono quelle che impariamo e costruiamo ogni giorno…” (Nazzareno Condina).

Toccanti quindi le parole del collega più stretto di Nazza, Giovanni Gardani, che appena appresa la triste notizia ha scritto: “19 anni a dare notizie, scannarci perché diversissimi, rifare scalette e guardare il mondo dalle pagine di un giornale (o due o tre). Fianco a fianco. Sempre.  Preparato, ero preparato. Però che ti devo dire? Che adesso sarà più dura...  Oppure dirò quello che hai insegnato nella malattia. Che si va avanti, e si va avanti anche per te... Andom! Con le lacrime agli occhi, con un nodo in gola infinito, col vuoto dentro... Ma Andom!  Lieve la terra, collega. E prima di tutto amico mio

Le esequie di Nazzareno si terranno nel Duomo di Casalmaggiore sabato mattina, 14 settembre, alle ore 10. Nello stesso Duomo sarà trasferito da venerdì alle  17, poi la salma sarà tumulata nel cimitero di Casalmaggiore. Venerdì sera alle 20.30 il Rosario sempre in Duomo. La famiglia, con la moglie Cristina, la mamma Iride, il papà Ferdinando, il fratello Stefano con Anastasia, l’amato nipote Lorenzo, i suoceri Marina ed Emilio e tutti i parenti ed amici, hanno tenuto a ringraziare il dottor Romano Paolucci, la dottoressa Michela Papi, l’infermiera Maira Ravanelli, il fisioterapista Thomas Brigada, il Day Hospital Oncologico dell’Oglio Po e l’Hospice di Cremona, invitando a devolvere eventuali offerte alla memoria alla Casa Giardino di via delle Salde, struttura con la quale Nazzareno aveva rinsaldato un grande rapporto negli anni, confermandosi, come già scritto, come “il giornalista degli ultimi”: che ora vola libero nel più alto dei cieli.

Eremita del Po

Paolo Panni


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti