Nessun comune cremonese e neppure la Provincia in Tribunale a Brescia nel processo contro i fanghi tossici della WTE versati nei campi
Nessun Comune della nostra provincia e neppure la Provincia di Cremona erano presenti in Tribunale a Brescia a tutelare i cittadini all’udienza preliminare nel processo contro i fanghi tossici della WTE. Fanghi che hanno contaminato per almeno vent'anni I campi dei Comuni di Formigara, Castelvisconti, Pieve D’Olmi, Pieve San Giacomo, Sospiro, Martignana di Po, Torricella de Pizzo, Castelleone, Gussola, Casalmorano, Piadena, Persico Dosimo, Derovere, Scandolara Ravara. Diversi consiglieri comunali della nostra provincia avevano inviato nel novembre 2021 (leggi l'articolo) una missiva ai Sindaci dei Comuni coinvolti chiedendo di costituirsi parte civile, in quanto “l'impatto ambientale dei suoli ed eventualmente delle falde acquifere nonché la contaminazione del circuito alimentare è fonte di nocività per la salute dei cittadini”, chiedendo ai sindaci “in rappresentanza dei cittadini così lesi in un diritto primario valutino, nei rispettivi Consigli Comunali dei Comuni sopracitati, di essere parte offesa nel procedimento in corso e di costituirsi parte civile nel processo a tutela dell'interesse pubblico fortemente danneggiato, che la Provincia sia capofila organizzativo dell’azione dei Comuni coinvolti”. Nessuna risposta è pervenuta.
L’inchiesta della Procura bresciana, che ha portato a 22 indagati tra persone fisiche e società con accuse che vanno dal traffico illecito di rifiuti, alla gestione di rifiuti non autorizzata fino al getto pericoloso di cose, ha contestato alla Wte, con siti industriali dislocati tra Calcinato, Calvenzano e Quinzani, la vendita di 150.000 tonnellate di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi ed altre sostanze inquinanti spacciati per fertilizzanti e smaltiti su circa 3.000 ettari di terreni agricoli nelle regioni Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
Federico Centenari
6 aprile 2023 09:47
Quanto riportato evidenzia drammaticamente ma efficacemente la (in)consistenza della politica cremonese mettendo in luce, se ancora ve ne fosse bisogno, il profondo scollamento dei "politicanti" con il territorio e, di riflesso con l'ambiente, a onta delle tante, troppe chiacchiere in merito. Stupisce che nemmeno i piccoli comuni - nei quali ci si aspetterebbe una maggiore comunanza, per l'appunto, tra il livello istituzionale e quello popolare rispetto alle vicende del territorio - abbiano manifestato interesse. Stupisce meno l'assenza dell'ente provinciale, ridotto ormai (complice la famigerata riforma "Delirio") a mero convitato di pietra per inesistenti banchetti, se non semplice circolo pseudoculturale elitario e al tempo stesso emblema dello strapotere della burocrazia italiana sopra ogni cosa. E' ormai sin troppo facile scivolare nel populismo, ma occorrerebbe ricordare che il populismo prospera laddove la politica lambisce il massimo dell'autoreferenzialità in un banale quanto realistico rapporto di causa-effetto.
Lauri
6 aprile 2023 10:41
Ma dove vivono ???? È vero che dopo il COVID si deve risorgere ,ma a spese di chi???????
Ada Ferrari
6 aprile 2023 10:52
Vergogna. Siamo il paradiso degli impuniti. Come predicare corretti comportamenti e contemporaneamente fare intendere che comunque si faccia.. tutto sarà perdonato?
Monica
6 aprile 2023 11:56
Ecco !!!!!….. e bisogna anche commentare ?….
Gualtiero Nicolini
6 aprile 2023 13:59
Fanno TUTTI SCHIFO Vergognatevi
Manuel
6 aprile 2023 15:41
Capisco la prudenza, dopo decenni di pseudo garantismo propinato e strombazzato da quasi tutti i mass media ed i partiti, ma così sembra quasi incredibile. Il caso Tamoil fu tragi-comico per il comune di Cremona, ma almeno in quel caso l’ente poté far finta di trincerarsi dietro i posti di lavoro, ma qui?
Da che ci siamo, propongo ad amministrazioni ed associazioni di reperire e pubblicizzare la mappa dei coltivi cosparsi di fanghi (veleni?), al fine di comprendere se vi sia un fattibile percorso di bonifica e, specialmente, capacitarsi se da tali appezzamenti se ne tragga cibo sano per uomini e animali.
michele de crecchio
6 aprile 2023 22:34
Davvero deludente il disimpegno di un numero così significativo di amministrazioni locali, anche se mi auguro che la cosa non abbia conseguenze pratiche per l'esito di un processo che finalmente si propone di verificare la regolarità di un inquietante comportamento che, temo, sia spesso troppo "disinvolto" nello spandimento dei fanghi, come credo sia più che lecito ipotizzare, anche solo considerando i disturbi fisici che non di rado colpiscono chi ha la sfortuna di vivere, o anche solo di doversi intrattenere, nei pressi dei campi interessati da questa inquietante pratica. Posso comprendere, ben conoscendole, le difficoltà, tecniche e finanziarie, che avranno sconsigliato, soprattutto i più piccoli comuni, ad impegnarsi in una causa legale. Non posso, invece, essere altrettanto "indulgente" nei confronti della Amministrazione Provinciale che, a tale riguardo, non sconta sicuramente difficoltà analoghe!