13 settembre 2023

Nuovo Ospedale. Concorso Internazionale, la commissione è già al lavoro. Aperte le "buste" digitali con i cinque progetti finalisti

Concorso internazionale per la progettazione del nuovo ospedale di Cremona: oggi pomeriggio, mercoledì 13 settembre 2023, nella sala riunioni della direzione generale dell’Asst, si è insediata la commissione che valuterà i cinque progetti finalisti. È accaduto a sole 24 ore dalla pubblicazione degli elaborati sulla piattaforma concorrimi. In questo momento non è possibile conoscere i nomi degli autori né mostrare gli elaborati che verranno resi pubblici solo alla fine della procedura, entro la fine di Ottobre, alla proclamazione del vincitore. 

La commissione giudicatrice, presieduta dall’architetto Sandro Piadena (Direttore dell’Unità Organizzativa Risorse Strutturali e Tecnologiche di Regione Lombardia) è composta da Paolo Danelli (DAP Studio Associati), Emilio Faroldi (Professore ordinario e prorettore del Politecnico di Milano, designato dal Presidente di Regione Lombardia), Maurizio Ori (designato dall’Ordine degli Architetti di Cremona) e dall’ingegner Adriano Faciocchi (designato dall’Ordine degli Ingegneri di Cremona).

All'Incontro erano presenti anche Federica Pezzetti (responsabile Gestione operativa Asst di Cremona) e parte dello staff dell'Unità Operativa Nuovo Ospedale Valentina AraldiElena Zanibelli e Donato Trioni.

«Ogni proposta progettuale – spiega Maurizio Bracchi (direttore Dipartimento innovazione, sostenibilità e aree di sviluppo strategico dell’ASST di Cremona) – si articola in una relazione illustrativa e tecnica, in elaborati grafici, ed è corredata dal calcolo sommario della spesa e dal quadro economico di progetto. In questa fase nessuno dei partecipanti conosce i nomi degli altri concorrenti. Anche la commissione giudicatrice è chiamata a valutare esclusivamente il materiale presentato dai concorrenti in forma anonima. Posso solo anticipare che tutti i finalisti godono di elevatissima autorevolezza nel panorama globale dell’architettura contemporanea. La commissione si riunirà di nuovo il 21 settembre».

In coda al comunciato sul concorso internazionale, la direzione ospedlaiera fornisce alcune risposte, dopo l'incontro con il Comitato che ha portato le firme che testimoniano il malessere dei cremonesu su questa decisione calata dall'alto.

PERCHÈ UN NUOVO OSPEDALE?

ECCO LE RISPOSTE ALLE DOMANDE DEI CITTADINI

COSA NON VA NELLA STRUTTURA ATTUALE?

I problemi strutturali dell’attuale ospedale sono noti. Riguardano anzitutto l’enorme dispersione energetica, la grave inadeguatezza tecnologico-impiantistica, la non rispondenza alle norme di sicurezza (antincendio e antisismica), la cronica inefficienza del sistema di riscaldamento e raffrescamento. Basta pensare, ad esempio, a tutti i serramenti in alluminio con apertura a ghigliottina ormai fuori norma e alle enormi vetrate da sostituire perché non sono antisfondamento. Stiamo parlando di quasi 4000 finestre per una superficie di 11.000 metri quadrati. 

NON SI POTEVA RISTRUTTURARE L’ESISTENTE? IL TEMPO È DENARO E IL RISULTATO IMPAGABILE

Per l’adeguamento della struttura esistente sarebbero serviti 195 milioni di euro e 15 anni di tempo e in questo lunghissimo periodo i cantieri, invasivi ed impattanti, determinerebbero forti disagi alle attività cliniche ed una inevitabile riduzione della produttività della struttura. Per costruire l’ospedale nuovo servono 285 milioni di euro ma il tempo stimato va dai 5 agli 8 anni.

Adeguare significa tamponare i problemi senza certezza di risultato e aprire un cantiere perenne con un disagio prolungato per operatori e cittadini. Costruire un nuovo edificio significa risolvere i problemi esistenti, anticipare la sanità che verrà e creare le migliori condizioni per sviluppare percorsi di cura e nuove possibilità di integrazione con il Territorio.

PERCHÈ INVECE DI FARE L’OSPEDALE NON ASSUMO PERSONALE? NON SI PUÒ FARE

Nell’organizzazione domestica siamo abituati a pensare «se rinuncio alle vacanze, con i soldi risparmiati posso pagare la babysitter» oppure «se non cambio la macchina forse posso rifare il vecchio bagno». Nei bilanci pubblici non funziona così, le voci di spesa sono nette e separate: i finanziamenti per i lavori strutturali non possono essere impiegati per assumere personale e viceversa. In sostanza, i soldi non possono essere spesi per fare cose diverse rispetto a quelle per cui sono stati stanziati. Un dettaglio per nulla scontato: se nel 2023 investo 285milioni di euro in risorse umane, l’anno successivo e quello dopo e quello dopo ancora (ecc.) dovrò disporre della stessa cifra per pagare gli stipendi. Questo, ovviamente, non accade per una spesa di investimento che non incide sul bilancio corrente: costruito l’ospedale, anzi, si ottiene l’abbattimento degli ingenti costi di manutenzione (oggi elevatissimi) necessari per il mantenimento in esercizio di una struttura gravemente inefficiente 

IL POSTO C’E’

L’area dove costruire il nuovo ospedale esiste già, non va acquistata ed è accanto alla struttura attuale, in prossimità della pista dell’elisoccorso. Due i vantaggi principali: la viabilità non cambia;

i lavori e il trasloco dal vecchio non comporteranno l’interruzione delle attività ordinarie. I costi di demolizione prevedono il recupero o lo smantellamento dei materiali di risulta e la realizzazione del “Parco della salute”, un nuovo polmone verde di 18,5 ettari a disposizione della città.

DAGLI ANNI SETTANTA AD OGGI TUTTO È CAMBIATO

L’Ospedale di Cremona è stato progettato e costruito negli anni ‘60, quando le esigenze sanitarie, le tecnologie e le pratiche cliniche erano completamente diverse. Ad esempio: lunghi ricoveri per interventi chirurgici che oggi vengono svolti in giornata (Day Hospital), o richiedono uno o due giorni di degenza al massimo, poi il paziente torna a casa.

LA DISTRIBUZIONI DEGLI SPAZI DETERMINA L’EFFICACIA DEI PERCORSI DI CURA

L’attuale distribuzione degli spazi non è più funzionale e rappresenta un limite organizzativo: lunghi corridoi, stanze a quattro posti con un unico bagno, camere operatorie indipendenti. Inoltre, lo sviluppo in verticale penalizza gli spostamenti intra-ospedalieri. Basta pensare alla linea di emergenza: pista Elisoccorso a pianto terra, Pronto soccorso al meno 1, Terapia intensiva al 7 piano e Radiologia, Stroke e Unità Coronarica nel mezzo. Non dimentichiamo che anche la logistica determina l’efficacia e la tempestività dei percorsi di cura. 

POSTI LETTO, NESSUNA RIDUZIONE: DA 470 A 554 + 80 SUL TERRITORIO

Sarà un edificio ecosostenibile e funzionale, ideato sul concetto di benessere di operatori, pazienti e visitatori, capace di mettere in relazione la qualità delle prestazioni, il comfort degli ambienti sanitari, gli spazi verdi con le persone. Avrà 554 posti letto (attualmente i posti letto attivi all’ospedale di cremona sono 470) a cui si sommeranno 80 posti letto dislocati sul territorio (ospedali di comunità e degenza domiciliare): una sfida nella sfida.

LA PANDEMIA HA INSEGNATO CHE È ORA DI CAMBIARE E MIGLIORARE

Cremona è stata una delle Città più colpite dalla pandemia e l’Ospedale per molti mesi ha dovuto trasformarsi di continuo per rispondere ad esigenze nuove e imprevedibili. L’esperienza ha insegnato che gli ospedali del futuro dovranno essere modulari e flessibili, in grado di adattarsi con facilità agli eventi, che la logistica dei servizi dovrà prevedere percorsi di cura sempre più interconnessi fra ospedale, territorio e cure domiciliari.

Le informazioni e i documenti relativi al progetto Nuovo ospedale di Cremona sono pubblicati qui

 www.asst-cremona.it/nuovo-ospedale

 

Nella foto da sinistra: Araldi, Trioni, Zanibelli (staff Nuovo Ospedale), Pezzetti, Piadena (in collegamento), Bracchi, Danelli, Faciocchi, Ori

 


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commenti


Rossi sandro

13 settembre 2023 21:39

Un ospedale di 53 anni che verrà abbattuto x una struttura più piccola, x non mettere a norma i serramenti esterni e isolamento, e'da criminali come sono quelli della regione. Ho fatto partire nel 1970 l'ospedale in ufficio tecnico quando c'era dott. Cottareli e Maiori, è stato ristrutturato da poco con aria condizionata in tutte le camere, anche le sale operatorie sono state ristrutturate, considerando il costo dell'abbattimento e l'inquinamento ambientale è una pazzia, solo delle menti malate possono fare una cosa così, vi ho lavorato 40 anni e conosco ogni buco dell'ospedale, assumete personale, la dx in regione vuole solo sanità privata e dal '96 con Formigon ha solo favorito la sanità privata e depotenziato quella pubblica

enzo

15 settembre 2023 09:07

Bravo Sandro, non si sarebbe potuti essere più chiari ed efficaci di così.

Manuel

14 settembre 2023 01:25

Il comunicato esplicativo della direzione ospedaliera riceverà una risposta: non certo la mia, ma quella di un tecnico competente. Qualche incoerenza riesco a rilevarla anch’io ma, appunto, aspettiamo.
Una rapida analisi dei modi verbali parrebbe chiudere definitivamente ad altre possibilità, eppure mi sembra trapeli della paura, del nervosismo. Vedremo.

Gianbruno

14 settembre 2023 05:27

Usavano il 110% per l'efficientamento ed erano a posto!

claudio

14 settembre 2023 18:47

Personalmente non sono radicato nè con la destra, nè con la sinistra e cerco sempre di ragionare con la mia testa da "uomo pratico e con i piedi per terra". Mi chiedo solo quale proprietario di uno stabile costruito 50 anni fa che nel corso degli stessi ha sempre cercato di manutere nel migliore dei modi e reso abitabile con denaro proprio, voglia ora demolirlo, per costruirne uno più piccolo. Il pensiero che mi frulla in testa è che questo signore non sappia come abbia accumulato il denaro e che lo sia trovato, piovuto dal cielo, e che spenda dei soldi non suoi!!!!!!!! Faccia ogni lettore le dovute considerazioni e paragoni...

Michele de Crecchio

17 settembre 2023 10:12

La proposta "miniaturizzazione" del nostro Ospedale Maggiore, realizzato solo cinquanta anni or sono, impegnando nella costruzione che ora si vorrebbe demolire, le risorse, tutte locali, che la carità cremonese, nel corso dei secoli precedenti, aveva donato sotto forma di palazzi, cascine e terreni (regista tecnico di tale colossale operazione fu il dottor Celeste Cottarelli, padre del ben noto e stimato economista Carlo, nostro contemporaneo. L'idea singolare di "miniaturizzare" il nostro ospedale era stata presentata dal consigliere europeo Salini, ad una cittadinanza appena uscita ed ancora provata dalla terribile esperienza dell'epidemia "Covid". La proposta era accompagnata persino dalla riproduzione di un piccolo, ma dettagliato plastico, che diede a molti l'impressione che ci trovasse di fronte non tanto ad una proposta metodologica di lavoro tecnico ed amministrativo, ma piuttosto ad un prodotto già sostanzialmente confezionato che si intendeva "vendere" alla comunità cremonese, ormai da tempo scarsamente considerata in sede regionale. Tale modellino venne infatti quasi subito sostituito da una enigmatica valigetta di plastica rossa e, in un'altra occasione, da una singolare e parziale simulazione del futuro ospedalino, simulazione confezionata alludendo forse ad un'improbabile forma di un buffo panettoncino. Non pochi cremonesi non presero, inizialmente, troppo sul serio la proposta, ben ricordando altre singolari iniziative patrocinate dallo stesso Salini quando si era trovato a rivestire la carica di presidente della nostra Amministrazione Provinciale (aveva fatto di colpo bloccare i lavori i lavori per adattare ad università la ex-caserma Goito, aveva venduto a istituzioni finanziarie le sedi istituzionali della stessa Provincia e della Prefettura ed aveva cercato di convincere lo stesso Sindaco di Cremona Perri a comportarsi analogamente. Per fortuna dei cremonesi il saggio Sindaco Perri, bene assistito dall'assessore Nolli , si rifiutò di passare alla storia come (sono parole sue) il Sindaco che si era venduto persino il palazzo comunale (non pochi altri maldestri consiglieri avevano già insistito per fargli vendere anche palazzo Grasselli, altra operazione che, personalmente, Perri non condivideva. Purtroppo, a parte l'ex Sindaco Bodini che avanzò qualche più che ragionevole motivazione tecnica, inaspettatamente si schierarono, trascurando del tutto lo scarsissimo favore che la proposta Salini stava riscuotendo nell'opinione pubblica locale, a favore della proposta di "miniaturizzare" l'Ospedale Maggiore, si dichiararono chiaramente, con impegno certo degno di miglior causa, sia il Senatore Pizzetti che il Sindaco Galimberti. Nessuna forza politica chiese, come personalmente mi sarei aspettato che logicamente e doverosamente avvenisse, che della questione si occupassero gli organi democraticamente competenti (Assemblea dei Sindaci, Consiglio Provinciale e Consiglio Comunale). Nel frattempo la signora Moratti, allora aspirante al ruolo di presidente regionale, era corsa a decantare le lodi dell'ipotizzato miniaturizzato ospedalino persino ad una assemblea di politici arabi, non saprei dire quanto effettivamente interessati alla questione.