5 gennaio 2025

Oggi alla Messa delle 11 all'Offertorio il maestro Fausto Caporali ha suonato all'organo la musica de "Il vecchio e il bambino" di Francesco Guccini

"Un vecchio e un bambino si preser per mano e andarono insieme incontro alla sera". La musica de "Il vecchio e il bambino" del cantautore Francesco Guccini è diventata oggi musica d'organo del Maestro Fausto Caporali per la presentazione dei doni all'offertorio nella Messa delle 11 in Cattedrale. Una musica bellissima, quasi commovente suonata sul grande organo Mascioni del Duomo con la solita grande abilità ormai conosciuta in tutto il Mondo dal maestro Caporali, tra l'altro titolare della Cattedra di Organo complementare e Canto gregoriano presso il Conservatorio di Milano. Qualcuno ha riconosciuto la canzone del cantautore italiano, altri si sono certamente chiesti che cosa fosse quella bella musica mai eseguita all'organo. Per chi è diventato grande con la musica di Francesco Guccini, non è stato difficile ricoscerla. Il brano è del 1972, oltre cinquant'anni fa  e, oltre a quella del cantautore, ne esiste un'altra splendida versione de "I Nomadi". Quella di Guccini fa parte dell'album "Radici" e in essa un vecchio racconta a un bambino di un mondo ormai scomparso: il vecchio incarna la vita vissuta e camminano insieme verso un futuro incerto. Così Alberto Pellegrino racconta su Musicultura quella canzone: "Di fronte alla desolata pianura che si apre dinanzi ai suoi occhi, il vecchio sente il bisogno di raccontare con triste disincanto la visione di un mondo che appartiene al passato.  Le sue parole rievocano la bellezza di un vissuto ormai perduto per sempre, la nostalgia per un mondo che ora appare nebuloso e incerto. Il disastro nucleare e la devastazione ambientale sono rappresentati in modo incisivo ed emozionante: quel deserto coperto di polvere rossa, quella luce offuscata dal fumo degli incendi, quel silenzio agghiacciante riempiono di lacrime gli occhi del vecchio, provocano in lui un’ondata di ricordi che gli fanno venire in mente quanto fosse bella quella pianura con gli alberi, i fiori, i colori e le voci, Ora che tutto questo è scomparso, quel mondo lontano appare al bambino come un’invenzione della fantasia da parte del vecchio che, dopo aver subito “le ingiurie degli anni”, non riesce più a distinguere i sogni dalla tragica realtà che li circonda". Un testo bellissimo, una poesia supportata da una musica struggente eseguita anche da intere orchestre. Caporali non è nuovo a queste contaminazioni, sono diventati famosi i suoi concerti con Antonella Ruggiero, già straordinaria voce dei Matia Bazar o con il jazzista Enrico Rava.

Alla fine della Messa delle 11, come accade spesso, molti turisti e fedeli anche oggi, hanno applaudito le variazioni organistiche del maestro Fausto Caporali. In chiesa avevamo sentito De André con alcuni brani della Buona Novella, ma mai Guccini. Perchè "Dobbiamo portare quello che di bello c'è nel mondo dentro la Chiesa - dice Caporali - lo ha detto anche don Julìan Carròn". "D'altra parte - sottolinea ancora Caporali - l'Aria sulla quarta corda di Bach che è un brano laico, viene spesso suonato in chiesa". E la bella musica, anche quella non nata per funzioni religiose, rende sempre gloria a Dio. 

M.S.


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