18 gennaio 2023

Ora di religione, Cremona in lieve calo. Il 75% degli studenti la scelgono, la media nazionale è dell'84%. Don Tonani: "In Diocesi i numeri tengono abbastanza"

Il Ministero dell’istruzione e del merito ha aperto lo scorso 9 gennaio le iscrizioni per gli studenti che iniziano un nuovo ciclo scolastico. Fino al 30 gennaio le famiglie si troveranno di fronte alla possibilità di scegliere per il proprio figlio se avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica o se scegliere attività alternative. Una scelta che riguarda tutti i gradi d’istruzione, dall’infanzia alla secondaria. Il momento della scelta è anche l’occasione per una verifica dell’andamento di questa proposta educativa sul territorio, a partire dai dati delle adesioni aggiornati all’anno scolastico 2021/22.

«In diocesi – spiega don Giovanni Tonani, incaricato diocesano per la Pastorale scolastica e l’Irc – i numeri tengono abbastanza, subendo, rispetto allo scorso anno, un calo di un solo punto percentuale, ma siamo comunque intorno al 75%, in linea con il Nord Italia e sotto la media nazionale che si attesta all’84%».

Se nelle scuole paritarie e di ispirazione cattolica gli avvalentesi all’ora di religione coincidono con la quasi totalità degli studenti, la percentuale scende se si parla delle scuole statali. Nelle scuole dell’infanzia, il 71% degli studenti frequenta l’ora facoltativa di religione, alla primaria, invece, il 76%. Anche tra i più “grandi”, alle scuole secondarie, dove gli alunni possono iniziare ad avere maggior facoltà di scelta, i dati sono rassicuranti: nelle scuole secondarie statali di primo grado la percentuale è del 74%, mentre nelle scuole superiori, la partecipazione è al 73%.

«Questo dato riguardante i ragazzi e le ragazze di scuole medie e superiori rappresenta un presa di coscienza del fatto che l’insegnamento della religione è ancora valido – prosegue don Tonani –. Specialmente nei licei, dove la percentuale è notevolmente più alta, i ragazzi pensano alla religione come a un opzione in più, che si inserisce nel panorama culturale italiano ed europeo, andando a completare gli studi di altre materie come la filosofia, la storia e le scienze umane».

Tra gli studenti non frequentanti l’ora di religione, che nelle scuole superiori sono in maggior numero negli istituti tecnici e professionali, la maggioranza è di nazionalità straniera, spesso coincidente con l’appartenenza a religioni diverse da quella cristiana. Tra gli alunni che fanno questa scelta, rimane comunque un 40% di studenti italiani. Una percentuale alta, motivata così dall’incaricato di Pastorale scolastica: «A mio avviso sono tre i fattori che influiscono sulle scelte degli studenti, in una direzione e nell’altra: sicuramente le famiglie, ma anche il gruppo classe, le cui azioni agiscono sulle scelte dei singoli, e gli insegnanti, che devono essere bravi a gestire gli alunni in età molto delicate, come la preadolescenza e l’adolescenza».

Da qui l’appello di don Tonani agli insegnanti e a tutto l’attuale panorama scolastico: «Dobbiamo avere insegnanti che trasmettano cultura e che applichino una pedagogia empatica, duttili per tutte le classi e capaci di capire i metodi adeguati per favorire l’acquisizione dei contenuti».

Gli oltre 300 insegnanti di religione cattolica in servizio sul territorio diocesano sono di due tipologie: gli insegnanti specialisti e gli insegnanti titolari di classe che insegnano anche religione, già formati con il vecchio modulo e che nella diocesi di Cremona rappresentano il 34% del totale nelle scuole statali e circa il 70% in quelle paritarie. «Non vedo grandi differenze tra le due categorie di insegnanti – racconta don Tonani –. Gli insegnanti titolari che insegnano anche religione, in genere, sono molto capaci, e spesso sono partiti dalla loro esperienza parrocchiale o catechistica». E conclude: «Invitiamo comunque tutti coloro che vogliano intraprendere questo percorso a frequentare l’Istituto di scienze religiose “Sant’Agostino”, che ha di recente inaugurato un polo didattico anche qui a Cremona e che rappresenta una possibilità di conseguire un titolo accademico di alto livello, uscendone più approfonditamente formati in cultura teologica».

 

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