13 maggio 2024

Paolo Fresu, la bellezza di suonare liberi. Lo straordinario concerto dove i musicisti del Devil Quartet scrivono la musica, la eseguono, improvvisano

Quella di domenica sera è stata la quarta partecipazione di Paolo Fresu al Cremona jazz, questa volta alla testa del Devil Quartet, assieme a Bebo Ferra, Paolino Dalla Porta e Stefano Bagnoli

E’ un anno di anniversari, dice Paolo Fresu presentando la serata, e oltre al quartetto di stasera, che compie vent’anni, festeggio i quarant’anni del Quintetto, e qui saluta il suo amico fraterno Roberto Cipelli, presente in platea, e i ventidue anni di collaborazione con il pianista Uri Caine.”

Per l’occasione, il 24 maggio uscirà un progetto discografico che omaggerà le tre formazioni, un disco triplo che si potrà acquistare in vari formati, cd, vinile e supporti digitali. La caratteristica della novità discografica è che si tratta di materiale totalmente improvvisato. 

Suonare liberi, dice ancora Fresu, è sempre stato il mio percorso, libertà nella musica come nella vita, lasciando spazio a quello che sta in mezzo alle parole e in mezzo alla musica".

Quasi un ora e quaranta di spettacolo per otto brani , molto dilatati rispetto agli originali, con grande spazio all’improvvisazione. I primi due “Ambre” e “Moto perpetuo” erano presenti negli album “Desertico” e “Stanley’s Music”: si parte in maniera molto raccolta, con giochi di rimandi fra Fresu e la chitarra di Bebo Ferra, per poi passare ad effetti più elettronici, sempre cari al trombettista. Non dimentichiamoci che il Devil nasce dalle ceneri dell’Angel Quartet, nato proprio per una visione elettrica della sua musica. Ma poi il grande estro di Fresu lo ha trasformato nel gruppo di adesso, dove tutti scrivono i brani ed è un vero e proprio lavoro di gruppo. 

Dopo un omaggio a Cremona con “E se domani” di Mina, si è passati a brani che comparivano sull’ormai precedente lavoro, “Carpe Diem” del 2018. “Lines”, a firma di Paolino Dalla Porta, con un intro di Stefano Bagnoli alle spazzole, un maestro, e un lungo monologo di Bebo Ferra alla chitarra, impeccabile. 

Un brano improvvisato fa da apripista ad una versione di “My man’s gone now” di Gershwin, qui ispirata però da quella di Miles Davis, dall’album live “We want Miles”, storico capolavoro degli anni ottanta.

Poi una composizione di Stefano Bagnoli, dal titolo “Giulio Libano”, dedicato ad un arrangiatore storico, che aveva lavorato in passato con tanti big della canzone italiana. Il tema è veramente avvolgente e il gruppo lo esegue con molta partecipazione.

Il finale è una loro versione di “Un posto al sole”, famosa soap italiana: il solo di Paolino Dalla Porta al contrabbasso fa scrosciare gli applausi.

Di Fresu ormai si sa tutto e son sempre elogi, bisogna comunque ribadire che in tutti questi anni di attività ha sviluppato e tenuto vivi i progetti a lui cari, sempre in evoluzione, sempre dinamici. Sarà stimolante ascoltare “Impromptus”, questo il titolo del disco concepito con il Devil Quartet.

Per l’occasione, subito dopo il concerto, nel foyer si potevano acquistare in anteprima i lavori che usciranno fra due settimane, firmati dallo stesso trombettista, che  si è fermato volentieri a scambiare due chiacchiere con il pubblico.

Il prossimo appuntamento è previsto per sabato prossimo, 18 maggio con il trio composto da John Patitucci, Joey Calderazzo e Dave Weckl.

 Le foto sono di Ana Vera Teixeira

Emilio Palanti


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