4 settembre 2024

Peste suina, Coldiretti Lombardia in Regione: subito indennizzi e contenimento cinghiali, principali vettori del virus

Certezza di indennizzi agli allevatori per i danni subiti e contenimento dei cinghiali, principali vettori del virus. Sono le richieste ribadite da Coldiretti Lombardia durante l’incontro con Regione sull’emergenza peste suina africana che si è svolto oggi, mercoledì 4 settembre, coordinato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Alessandro Beduschi, alla presenza del Commissario Straordinario per la PSA, Giovanni Filippini.

“Ringraziamo Regione Lombardia per questo atteso appuntamento di confronto e aggiornamento sulla situazione – commenta Gianfranco Comincioli, presidente di Coldiretti Lombardia presente all’incontro insieme al direttore di Coldiretti Lombardia Giovanni Benedetti – Auspichiamo che possa essere riproposto per garantire una continuità di informazione chiara e puntuale, quanto mai necessaria e fondamentale a fronte della situazione di emergenza, con gli allevatori che sono le prime vittime del propagarsi del virus nei nostri territori”.

Indennizzi e contenimento dei selvatici – rende noto la Coldiretti Lombardia – sono al centro anche della lettera che il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini ha inviato al ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida e a quello della Salute Orazio Schillaci, per sollecitare la massima attenzione sul tema.

“La diffusione della PSA – si legge in uno dei passaggi iniziali della missiva – ha ormai raggiunto livelli allarmanti, mettendo a rischio non solo la salute animale, ma l'intera filiera suinicola del nostro Paese, un settore cruciale per l'economia nazionale e per la tutela delle nostre produzioni di qualità”.

Coldiretti esprime piena fiducia nell'operato del nuovo Commissario Straordinario per la PSA, Giovanni Filippini, una figura di grande competenza, che ha già iniziato a mettere in atto alcune delle richieste avanzate dall'associazione per contenere la diffusione del virus. Durante un recente incontro in modalità webinar proprio con il Commissario Filippini, oltre 500 allevatori di Coldiretti provenienti dalle aree più colpite dall'epidemia, avevano manifestato la loro crescente preoccupazione per la mancanza di azioni risolutive.

Nella lettera Coldiretti si appella ai ministri richiamando l'attenzione sull'urgenza di interventi mirati: “È indispensabile garantire agli allevatori la certezza degli indennizzi per i danni subiti, magari anche attraverso dei fondi emergenziali, coprendo non solo le perdite dovute agli abbattimenti, ma anche i mancati guadagni legati al fermo aziendale forzato”. Senza un adeguato sostegno economico, sottolinea Coldiretti, molte aziende rischiano di non sopravvivere, con gravi ripercussioni su tutta la filiera e sull'economia locale.

Sui cinghiali, principali vettori del virus, Coldiretti ricorda la serie di mobilitazioni organizzate pochi mesi fa in tutte le regioni d'Italia per chiedere interventi di contenimento, a fronte del proliferare incontrollato di questi ungulati nel nostro Paese. È necessario attuare un piano di contenimento efficace per prevenire l'ulteriore diffusione della malattia nelle province non ancora colpite.

Per evitare speculazioni sui mercati durante questa crisi, Coldiretti ha sottolineato ai ministri la necessità di implementare un monitoraggio costante dei prezzi dei suini, oltre a richiedere misure come la sospensione dei mutui e dei contributi per le aziende colpite.

La filiera suinicola italiana, che vale complessivamente circa 20 miliardi di euro e coinvolge 100.000 posti di lavoro e 10 milioni di animali allevati, non può permettersi ulteriori ritardi. Coldiretti chiede con urgenza alle istituzioni di agire tempestivamente per sostenere un settore vitale per l'economia del nostro Paese. Nella lettera viene garantita la disponibilità dell’organizzazione per qualsiasi attività di supporto necessaria a contrastare questa emergenza.

È indispensabile un coordinamento rapido ed efficace tra le istituzioni per fermare la diffusione della PSA, indennizzare adeguatamente gli allevatori colpiti e garantire la sopravvivenza di un comparto produttivo che rappresenta un'eccellenza italiana.

Il Gruppo regionale del Pd, assieme al partito lombardo, ai parlamentari ed europarlamentari, e alla segretaria regionale, da sempre in prima linea di fronte all'epidemia di Peste suina africana che sta mettendo in ginocchio un intero comparto, ha incontrato, questo pomeriggio, le associazioni di categoria, gli operatori e i veterinari per fare il punto della situazione e rivolgere ancora una volta alla Regione un appello a intervenire radicalmente e definitivamente.

"Martedì prossimo porteremo in consiglio regionale una mozione che ribadisce le nostre posizioni e fa precise richieste alla Giunta Fontana", annunciano Marco Carra, capogruppo in Commissione Agricoltura, Matteo Piloni e Roberta Vallacchi, consiglieri regionali dem, all'incontro assieme alla segretaria e parlamentare Silvia Roggiani, all'on. Antonella Forattini, già consigliera regionale, all'europarlamentare Camilla Laureti, responsabile nazionale Pd delle Politiche agricole, all'ex parlamentare Paolo Cova, vicesegretario nazionale del Sivelp, il Sindacato veterinari liberi professionisti.

"Non si tratta più solo di prendere provvedimenti tecnici e logistici come abbiamo chiesto subito, due anni e mezzo fa, quando l'epidemia era alle porte, in Piemonte. Adesso servono azioni radicali che mettano in sicurezza ciò che resta del comparto in Lombardia, e interventi economici che salvaguardino aziende agricole e indotto", dicono i dem. 

"Innanzitutto, la zona di interesse deve essere estesa a tutti i distretti suinicoli della Lombardia, non è possibile che ci limitiamo alle aree già colpite. Al contrario, va assolutamente fatta prevenzione. Regione deve cominciare a verificare quali sono le aziende a rischio e se è più o meno alto. Prevenzione significa anche divieti ben precisi: è necessario abbassare la carica infettante all'esterno delle aziende agricole, non è possibile che chiunque passi sui terreni infetti poi porti con sé il virus dentro e fuori gli allevamenti, dentro e fuori gli automezzi, ma anche nei centri abitati. Bisogna dare norme chiare di biosicurezza e trasferire le informazioni", dicono Carra, Piloni e Vallacchi. 

"Gli stessi amministratori, i sindaci in primis, che in questa situazione si sentono completamente abbandonati, ci hanno chiesto di insistere con la Regione per poter avere delle informazioni da trasferire poi alla popolazione: si possono fare gare podistiche, ad esempio? E quanto è consigliabile passeggiare nei campi o, a breve, andare a raccogliere funghi? Indicazioni fondamentali, ma che nessuno finora ha dato", aggiungono i consiglieri Pd. 

"E non tocca solo all'assessore all'Agricoltura Beduschi: da tempo diciamo che si tratta di una questione di sanità, quindi Bertolaso va assolutamente coinvolto. Non solo: le associazioni di categoria hanno sollevato un problema di risorse per i ristori, fermi a novembre 2023, perciò chiediamo che una parte di fondi di Finlombarda inutilizzati, più di 500 milioni di euro, vengano destinati al settore in forme e modi da concordare. Quindi, visto che l'epidemia porta con sé una crisi senza precedenti e l'Assica (l'Associazione industriali delle carni e dei salumi di Confindustria, ndr) ci ha fatto sapere proprio oggi che le aziende di trasformazione stanno già chiedendo la cassaintegrazione, la questione riguarda anche Guidesi, assessore regionale allo Sviluppo economico. Perché è così che si fa muro contro il virus, visto che a Palazzo Lombardia si stanno ancora chiedendo come 'stabilire con precisione dove e come fermarlo', nonostante noi lo stiamo dicendo da due anni e mezzo", concludono Carra, Piloni e Vallacchi.


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