Ponte Verdi, ci siamo: a breve inizieranno i lavori per un totale di oltre 13 milioni, affidati a un consorzio veneto. Giovedì sera la presentazione pubblica, confermata la chiusura per l'estate 2025
Sembra che stavolta ci siamo e, a breve, dovrebbero partire i lavori di sistemazione e messa in sicurezza del ponte sul Po “Giuseppe Verdi”, il lungo viadotto che collega Lombardia ed Emilia, Cremonese e Parmense nel tratto compreso tra San Daniele Po, Roccabianca e Polesine Zibello. Un grande “malato”, con problemi strutturali noti a tutti, più volte al centro di interventi e, da molti anni ormai, proprio nella parte in alveo, interessato dal senso unico alternato e disciplinato da limitazioni di velocità (con tanto di autovelox fisso che, solo nel suo primo anno di “attività” ha portato nelle casse della Provincia di Cremona un paio di milioni di euro) e di peso (e da divieti di sorpasso su tutto il ponte, continuamente e perennemente ignorati da automobilisti e camionisti incivili che del rispetto delle regole e della sicurezza, in assoluta evidenza, se ne infischiano bellamente).
Dei lavori che a breve partiranno si parlerà giovedì sera, 29 agosto, alle 20.45, al Teatro di Ragazzola con la presentazione pubblica, locandina alla mano, de “L’avvio del nuovo appalto di lavori al Ponte Verdi sul fiume Po”. Saranno presenti il presidente e il consigliere delegato alla Viabilità della Provincia di Parma, i sindaci, la Provincia di Cremona, il progettista, l’impresa esecutrice, la direzione lavori, i sindaci e gli amministratori del territorio. In molti, anche a fronte di notizie che si sono susseguite nel tempo, si chiedono a tutt’oggi se saranno previste chiusure totali del viadotto. La risposta è “Sì” ma soltanto, stando ai programmi, durante l’estate 2025.
Ad eseguire gli attesi lavori, appaltati dalla Provincia di Parma, sarà un consorzio veneto. L’importo contrattuale delle opere è di 13,4 milioni di euro di cui 7, 7 per lavori; 3,8 per costi di manodopera e 1,9 milioni per oneri di sicurezza. Il tutto finanziato con un importante contributo del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Nello specifico i lavori che si andranno a fare riguardano il consolidamento delle pile in alveo per consentire la riapertura del ponte anche ai mezzi da 56 tonnellate in doppio senso di marcia. Inoltre, come si legge in una recente nota della Provincia di Parma, dovrà essere risolto anche il problema dell’impermeabilizzazione dell’impalcato, che è stata anche una delle cause dei problemi attuali al ponte. Saranno infine rifatti i guard-rail e sistemati i marciapiede di servizio.
In quanto alla prevista chiusura al traffico (l’ennesima) durante l’estate 2025 divampano già le polemiche specialmente da parte del mondo agricolo che, proprio durante la stagione estiva, è nel pieno della propria attività ed è noto che sono tante le aziende cremonesi e parmensi con contratti di collaborazione e con proprietà sull’una e sull’altra sponda. “Dobbiamo decidere se perdere i vari contratti di consegna” fa sapere Paolo Levrini, agricoltore di Ragazzola che, ancora una volta, si fa portavoce di tanti agricoltori emiliani e lombardi. A fronte di tutti i rincari che ci sono stati Levrini non ci gira attorno e fa sapere che “non siamo in grado di affrontare i maggiori prezzi di trasporto passando da Casalmaggiore”.
Un problema che riguarda anche automobilisti e camionisti che ogni giorno, e anche più volte al giorno, percorrono il ponte per il ponte per andarsi a guadagnare la famosa pagnotta e, per qualche mese, dovranno affrontare lunghe deviazioni, disagi e maggiori spese (ma lo stipendio resterà quello). “All’estero – rimarca Levrini – questi tipi di lavori li fanno di notte o ad orari prestabiliti, ma mai a ponti chiusi. Perché devono succedere solo da noi queste cose?”. Domande a cui giovedì sera si spera sarà data qualche risposta esauriente, e magari articolata. Come in tanti sperano di sapere se l’ammasso di legnami e detriti che, da mesi, sono accatastati a ridosso delle pile in alveo, saranno rimossi, a beneficio della sicurezza di tutti.
Eremita del Po
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commenti
Pierpa
26 agosto 2024 17:57
L'unica cosa certa è la parola con cui inizia l'articolo: "SEMBRA". Faranno prima il ponte fra Olbia e Civitavecchia, naturalmente dopo il ponte Salvini sullo Stretto.
Manuel
27 agosto 2024 20:13
Condivido!
Questo sì, era il caso di abbattere e ricostruire, non l’ospedale di Cremona: si faceva prima ed avrebbe avuto più senso.
PS: da appassionato, devo ricordare come le campate del ponte ospitino (ospitavano?), tra gli altri, una folta colonia di balestrucci (Delichon urbica), piccoli uccelli in fortissima contrazione in provincia ed, eventualmente, si prendesse in considerazione questa ipotesi, demolizione da settembre in poi.