11 dicembre 2024

Premio Agostino Gemelli ai migliori laureati alla Cattolica nel 2023: tra i premiati anche Francesco Pelusi e Valentina Belluzzi delle facoltà della sede di Piacenza-Cremona

E' giunto quest'anno alla sua sessantaquattresima edizione il Premio Agostino Gemelli, assegnato da Alumni Cattolica - Associazione Necchi ai migliori laureati del 2023 ai migliori laureati del 2023, che ha visto protagonisti anche deu studenti della sede di Piacenza-Cremona. Sono Francesco Pelusi della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, laureatosi con 110/110 e Lode il 04 ottobre 2023 con il prof. Matteo Gatti con una tesi dal titolo "Nuove tecniche di gestione del suolo per promuovere la resilienza idrica del vigneto" e Valentina Beluzzi della Facoltà di Economia e Giurisprudenza, laureatasi con 110/110 e Lode l' 11 luglio 2023 con il prof. Edoardo Fronari, con una tesi dal titolo "Le sfide della Multicanalità nel settore Petcare".

"Come laureati siate orgogliosi di far parte della grande famiglia dell'Università Cattolica e continuate a scriverne la storia", ha detto loro il rettore Elena Beccalli.  Il Premio "Agostino Gemelli", istituito nel 1960 in memoria di Padre Agostino Gemelli, fondatore dell'Università Cattolica e giunto dunque alla 64esima edizione, ha continuato negli anni a valorizzare il merito e l'impegno dei migliori laureati di ogni Facoltà.

In questa edizione, svoltasi il 9 dicembre in aula Pio XI, il clima era di grande gioia per i laureati, parenti e amici intervenuti. "E' una festa non solo per i laureati e le loro famiglie, ma per l'intera famiglia dell'Università Cattolica - ha affermato il rettore Elena Beccalli- Questo premio è parte della nostra storia, perché è dedicato al fondatore ed è assegnato agli studenti che hanno ottenuto i migliori risultati accademici".

E ancora, rivolgendosi direttamente ai premiati: "Siate orgogliosi di far parte della grande famiglia dell'Università Cattolica e continuate a scriverne la storia da laureati e da laureate, tenendo fede agli ideali del nostro fondatore, che sono ancora attuali, per rispondere alle questioni radicali del nostro tempo. Voi siete la testimonianza migliore della nostra missione educativa che è quella di rendere l'Università "luogo di esperienza di sapere", non più solo "luogo di trasmissione del sapere".

Il conferimento di questo Premio rappresenta "la più importante tra le tante iniziative degli Alumni, rinnovando la tradizione di merito e impegno dimostrato dai migliori laureati". Così si è espresso Andrea
Patanè, presidente Alumni Cattolica Associazione Necchi, per poi ribadire il senso dell'Associazione consistente nel tenere vivo il contatto dei laureati tra loro e con l'Ateneo: "Il senso della Necchi - se vuole essere formativa e durevole - sta nell'alimentarsi alle sue stesse fonti, nel tramettere l'ideale cristiano e umanistico che si è vissuto in Università".

Una Università che si impegna "nel formare scienziati con il cuore, con la passione per l'umanità" ha affermato fra Renato Delbono, assistente spirituale nazionale dell'Associazione, il quale rivolgendosi ai premiati, così li ha esortati: "Dimostrate la consapevolezza che voi agite per la vita, vi sacrificate per la vita, siete ambasciatori di vita in un tempo in cui la vita viene negata. Lottare per la vita vuol dire lottare per la dignità".

Ai neo-dottori, che hanno ricevuto una medaglia d'argento nominale dai rispettivi presidi di Facoltà, è stata offerta l'occasione di un breve intervento per raccontare la loro esperienza universitaria, i temi della tesi di laurea, l'esordio nel mondo del lavoro, il lascito dell'Università, le prospettive future, il senso di un perdurante legame con l'Università. Dalle loro parole è emersa stima e gratitudine verso l'Ateneo per i suoi docenti quali guide pazienti e sicure, per gli insegnamenti ricevuti, per l'eccellenza delle competenze apprese, per l'acquisizione delle capacità di organizzazione, per essere stati stimolati a tirare fuori il meglio di sé. Di qui il desiderio - anzi un compito entusiasmante - di restituire e mettere a frutto nel futuro, come classe dirigente innervata eticamente, quanto ora ricevuto.


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