11 giugno 2023

Quattro nuovi sacerdoti per la Diocesi di Cremona. La solenne celebrazione in Cattedrale presieduta dal Vescovo Antonio Napolioni

La Chiesa di Cremona abbraccia quattro nuovi sacerdoti che, con l’Ordinazione ricevuta dalle mani del vescovo Napolioni nella serata di sabato 10 giugno, hanno fatto il loro ingresso nel presbiterio diocesano: on Andrea Bani (26 anni di Agnadello), Claudio Mario Bressani (40 anni di Caravaggio), Alex Malfasi (29 anni di Castelleone) e Jacopo Mariotti (25enne di Cremona, della parrocchia di Cristo Re).

Ad accompagnare l’ingresso nella grande navata della Cattedrale di Cremona dei quattro diaconi, affiancati dai parroci don Marco Leggio, mons. Giansante Fusar Imperatore, don Giambattista Piacentini e l’amministratore parrocchiale di Cristo Re don Pierluigi Fontana, una lunga processione: il Vescovo Napolioni con il clero diocesano, i sacerdoti che lo hanno accompagnato nel suo percorso di formazione nelle parrocchie dove è cresciuto e ha prestato servizio da seminarista; presenti anche cinque vescovi: oltre a mons. Napolioni, anche l’emerito di Cremona Dante Lafranconi e i vescovi di origine cremonese Enrico Trevisi (a lungo rettore del Seminario e poi parroco proprio di Cristo Re, la parrocchia di don Mariotti, sino all’ingresso come vescovo di Trieste nei mesi scorsi) e Gian Carlo Perego (l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio è originario di Agnadello come don Bani), insieme anche all’amministratore apostolico di Lugano Alain de Raemy (legato da una solida amicizia a don Bressani).

«Lo Spirito mi ha mandato ad annunziare un lieto messaggio di salvezza…»: il canto di ingresso, intonato dal coro diretta da don Graziano Ghisolfi e “rinforzato” per l’occasione da cantori provenienti dalle parrocchie dove da seminaristi e da diaconi gli ordinandi hanno prestato il loro servizio negli anni della formazione, avvolge l’assemblea che accoglie i quattro giovani in un clima di profondo raccoglimento e di grata commozione, ben riconoscibile negli sguardi dei famigliari e dei tantissimi amici che non hanno fatto mancare la loro presenza e la loro preghiera. «Un’assemblea splendida – come ha sottolineato introducendo la celebrazione il vescovo Napolioni – non solo perché numerosa, ma perché affettuosa, colma di legami umani e spirituali che, insieme, danno vita al ministero della Chiesa. È l’inizio del servizio a Cristo che vi ha affascinato e chiamato nella sua opera, per la gioia degli uomini »

La celebrazione è proseguita con la liturgia della Parola, prima del momento dell’ordinazione, introdotto dalla presentazione ed elezione, in cui i quattro ordinandi, presentati al vescovo e alla comunità dal rettore del Seminario, don Marco D’Agostino, hanno pronunciato il loro «eccomi».

«Diventate preti nel Corpus Domini – ha sottolineato il vescovo Napolioni rivolgendosi direttamente ai quattro ordinandi all’inizio della sua omelia – È una coincidenza bellissima. È una festa che ci aiuta a non distrarci, ci fa concentrare sull’essenziale del sacerdozio, quelle due micro-frasi che costituiranno l’essenza di una vita così: “Questo è il mio corpo” e “Io ti assolvo”». Tre suggestioni proposte dal vescovo nella sua riflessione su queste due frasi che – ha detto – contengono «una bugia, una sfida, una festa».

La bugia «che direte ogni giorno, che vi chiedo di dirla il più possibile» è nell’utilizzo della “prima persona singolare”. «Non è così – ha argomentato monsignor Napolioni – faccio una cosa che non è mia, è tutto Suo il mistero che si compie nell’Eucaristia. Ed è Cristo Gesù che perdona». Così l’invito a cogliere in se stessi «non il merito ma il bisogno», perché «i primi bisognosi di sentirsi dire questo è il mio corpo e del perdono sacramentale siamo noi che lo amministriamo ai fratelli». Spendendo la vita «per un Altro: non rubategli il posto, non usatelo, non trascuratelo, non datelo per scontato».

Così «la bugia diventa una sfida perché Dio non ci lascia spettatori di ciò che lui fa», ma coinvolge l’umanità di ciascuno con la sua libertà: «Non tiriamoci indietro quando il gioco si fa duro. È la sua nudità sulla croce che ci salva e ci realizza, non i nostri “rivestimenti” da preti», anche nelle sfide di un tempo che mette alla prova ma che «per questo è tempo di rinnovamento, di sinodo e di missione. Stasera vi ordino con entusiasmo perché insieme faremo questo pellegrinaggio alla ricerca del disegno di Dio sulla Chiesa del nostro tempo. E aiutateci anche voi a guardare avanti, a guardare in alto, negli occhi di Gesù».

E arriva così, la riflessione del vescovo, alla festa desiderata: «Siamo in festa perché siamo una Chiesa benedetta, non nei numeri ma nella comunione. È questa la vera gioia dei credenti: non i successi o i legami privati, ma la comunione divina ed ecclesiale, eucaristica e fraterna». Il riferimento va all’Eucaristia che durante questa Messa i quattro sacerdoti novelli amministreranno per la prima volta: «È comunione con questo popolo e con quello degli indifferenti, quello che non conoscete e che la provvidenza vi prepara. È tutta l’umanità il santo popolo di Dio, non solo “i nostri”: un popolo da abitare come figli, da costruire come fratelli, da servire e custodire come ministri, da venerare con gratitudine come peccatori perdonati».

«Così diventate preti del Corpus Domini, in nome Suo». Così ha concluso quindi il vescovo, terminando l’omelia con la lettura della preghiera scritta dal cardinal Montini, futuro Papa Paolo VI, per i sacerdoti novelli di Milano nel 1957: «O Signore, da’ a questi Tuoi Ministri un cuore…». Un cuore puro, grande e forte, «un cuore, insomma, o Signore, capace veramente di amare, cioè di comprendere, di accogliere, di servire, di sacrificarsi, di essere beato nel palpitare dei tuoi sentimenti e dei tuoi pensieri». Parole che restano, affidate oggi ai nuovi sacerdoti e alla comunità della Chiesa di Cremona.

Dopo l’omelia la celebrazione è proseguita con la liturgia dell’ordinazione dei quattro preti novelli che dopo la manifestazione della volontà e l’assunzione dell’impegno al ministero sacerdotale con i cinque «lo voglio», uno dopo l’altro, hanno posto le loro mani in quelle del vescovo per la promessa di rispetto e obbedienza.

Quindi il canto delle litanie dei santi ha intonato la preghiera mentre don Andrea, don Claudio Mario, don Alex e don Jacopo si sono prostrati con il volto a terra. Quindi è giunto il momento dell’imposizione delle mani sul capo da parte del vescovo e di tutti gli altri presbiteri concelebranti in segno di fraterna accoglienza nel presbiterato. Poi il vescovo ha recitato la preghiera di ordinazione introducendo ai riti esplicativi: la vestizione degli abiti sacerdotali, l’unzione con il sacro crisma, la consegna del pane e del vino, l’abbraccio di pace e la professione di fede, che ha concluso il rito dell’ordinazione.

La Messa è quindi proseguita con la liturgia eucaristica, durante la quale per la prima volta i sacerdoti appena ordinati hanno consacrato il pane e il vino. Al termine della celebrazione, prima della benedizione un momento di gratitudine con l’applauso di tutta l’assemblea ai quattro nuovi sacerdoti e poi – su invito del vescovo Napolioni – quello del presbiterio, vescovi e sacerdoti, che hanno sottolineato la profonda partecipazione di un’assemblea numerosa e raccolta: «Siete stati – ha concluso Napolioni – un’assemblea straordinaria».

La festa con i confratelli, i parenti e gli amici, al termine della celebrazione, continuerà domenica 11 giugno con le prime Messe nelle parrocchie d’origine: alle 10.30 nella parrocchiale di Caravaggio don Claudio Mario Bressani, alle 11 nella chiesa di Castelleone don Alex Malfasi, alle 17.30 nella chiesa di Cristo Re a Cremona don Jacopo Mariotti e alle 18 ad Agnadello don Andrea Bani.

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