9 agosto 2024

Quei quadri di Cella Dati che negli anni '80 stavano per essere trafugati: affidati a un restauratore che voleva portarli in Sud America, furono recuperati grazie al gruppo fotografico 'Sexpilas'

Siamo all'inizio degli anni '80.

A Sospiro da qualche anno si è formato il gruppo fotografico 'Sexpilas', che prende il nome proprio dall'antico toponimo del paese 'Sex Pilae', ossia le 6 pietre migliari (pilae) che segnavano la distanza da Cremona. A Cella Dati il primo cittadino è Valter Galli, storico sindaco che amministrerà il paese per un quarto di secolo, dal 1980 al 2004.

Per caso un giorno il sindaco e il gruppo fotografico parlano di una serie di quadri, nature morte attribuite al Crivellino, che sono custoditi nel palazzo comunale di Cella. Sono tele ovali incastonate nel muro, fatto piuttosto singolare. Hanno già qualche secolo sulle spalle e non sono in ottime condizioni. Servirebbe un restauro per questi quadri, che nel tempo non sono mai stati ritoccati o sistemati. 

Insieme al gruppo Sexpilas, presieduto da Giorgio Rampi, si decide così di far riferimento ad un collezionista cremonese, un appassionato di oggetti antichi che a sua volta conosce un restauratore in grado di sistemare queste tele. 
Per prima cosa, i quadri vengono fotografati per testimoniare il loro stato prima del restauro, poi vengono attentamente tolti dal muro nel quale erano stati inglobati con la cornice e infine vengono portati al collezionista per il restauro.

Tutto sembra procedere regolarmente fino a quando al gruppo sospirese giunge una voce, una 'soffiata' si potrebbe definire: 'attenzione, i quadri di Cella stanno prendendo il largo per il Sud America, si vocifera per l'Argentina'. 

Subito scatta l'allarme: ma come? il fidato collezionista ed il suo resturatore di riferimento starebbero quindi trafugando le tele per rivenderle a qualche collezionista privato dall'altra parte del mondo? Non bisogna perdere tempo, vengono subito avvisate le forze dell'ordine e scattano tutte le verifiche del caso. 

Siamo negli anni '80, non esistono ancora sistemi digitalizzati e comunicazioni veloci come oggi, bisogna prendere il telefono fisso, cercare i numeri e chiamare nella speranza di trovare la persona giusta a cui riferirsi. Anche le ricerche si fanno tutte sul campo perchè i documenti sono esclusivamente cartacei. Non è un lavoro semplice, ma alla fine la perseveranza aiuta la sorte e queste tele vengono ritrovate. Giusto in tempo: sono in dogana e stanno per essere dirottate verso una destinazione dalla quale, con tutta probabilità, non avrebbero mai più fatto ritorno. 

Ma sono proprio le foto scattate dal gruppo sospirese a salvarle: con quella testimonianza inoppugnabile in mano, la certezza che quelle tele erano proprio quelle di Cella è indiscutibile. Un lieto fine dunque per una vicenda curiosa e singolare.

I quadri -che nel frattempo erano comunque stati restaurati, tolti dalle vecchie cornici ovali e sistemati in nuove cornici quadrate- poterono dunque essere restituiti al Comune, legittimo proprietario, che si premurò di custodirli in un posto sicuro.

Nelle foto, gli scatti di Giorgio Rampi che permisero di riconoscere e recuperare le tele trafugate

Michela Garatti


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