10 gennaio 2025

Quel legame profondo tra la Bissolati, lo sport, i suoi atleti, la città e il fiume. Una storia fatta di testimonianze raccolte da Maurizio Mondoni

“La Canottieri Leonida Bissolati con questo volume, vuole onorare i suoi campioni e la loro partecipazione ai Giochi Olimpici e Paralimpici, è un omaggio a coloro che con il loro coraggio, serietà e dedizione costante, hanno saputo portare in alto il nome della Bissolati nello sport italiano, europeo, mondiale ed olimpico”.

Il libro “Come ti racconto la canottieri Bissolati alle Olimpiadi e Paralimpiadi” (Ed. Fantigrafica), si potrebbe racchiudere in queste poche righe scritte dal suo autore, il professore cremonese classe ’46 Maurizio Mondoni, ma dopo averlo letto posso affermare che, a fronte della mole di immagini e storie che contiene, sarebbe una affermazione riduttiva.

Si potrebbe dire altrettanto dell’autore, se ci si soffermasse al fatto che è stato un Insegnante di Educazione Fisica, fondatore del Centro Minibasket U.S. Corona con don Angelo Scaglioni, professore e Tutor Universitario al Corso di laurea in “Scienze motorie e dello Sport” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nonché atleta della Società Atletica Cremonese (S.A.C.) nel lancio del giavellotto (per cui ha vestito la maglia azzurra juniores), calciatore dell’U.S. Corona, pallavolista del G.S. Beltrami in serie C, cestista del G.S. Ju-Vi, allenatore di basket e Istruttore Minibasket, ecc. ecc. Perché ad amplificare il valore ed il senso del suo excursus professionale e sportivo, c’è anche la passione per la scrittura, attraverso la quale riesce a divulgare le proprie esperienze, i proprio metodi di insegnamento, ma anche stralci di storia dello sport cremonese, l’ultimo dei quali appunto dedicato alla canottieri Bissolati. Per questo motivo, quando ho avuto il piacere di incontrarlo da appassionato di sport cremonese, mi sono sentito in dovere di proporgli questa ‘breve chiacchierata’, di cui lo ringrazio a nome di tutti i lettori che, se interessati, potranno acquistare il libro presso la segreteria della Canottieri Bissolati.

D-“E’ stata un’impresa, ma io amo le imprese, specialmente se sono ardue e con lo spirito di sempre mi sono messo al lavoro e ci sono riuscito”. Questo è un breve inciso del testo con cui apri il terzo capitolo di “Come ti racconto la canottieri Bissolati alle Olimpiadi ed alle Paralimpiadi”. Quale è stata la scintilla, che ti ha portato a raccogliere una sfida tanto importante quanto impegnativa?

R-“Avendo scritto il primo libro nel 1991 “Leonida Bissolati una canottieri di 70 anni e non li dimostra” e successivamente, assieme a mio figlio Michele, “Nozze d’oro Bissolati-Canoa Italiana” nel 2005, il sogno era quello di completare il cerchio con un nuovo volume che trattasse degli atleti bissolatini ai Giochi Olimpici e Paralimpici e così è stato!”.

D-Quale è stato l’aspetto che più ti ha impegnato e quale quello che ti ha dato più soddisfazione nella stesura di quest’opera?

R-“L’aspetto che più mi ha impegnato nella stesura del libro è stato quello di presentare gli atleti non solo esclusivamente con le loro vittorie e i loro risultati agonistici, ma quello di presentarli in una veste inedita, al di fuori dello sport, in una veste più umana, alla portata di tutti, con semplicità”.

D:Un viaggio nel tempo ricco di aneddoti, di personaggi e di protagonisti in ambito sportivo e non solo. Quali sono i valori che, in oltre 100 anni di storia, li accomuna?

R-“Il libro che ho scritto è stato un viaggio nel tempo, un inno alla volontà, allo spirito di sacrificio, alla passione di tutti coloro che allenando, dirigendo e gareggiando, hanno dato il meglio di sé, affinché i colori bianco-blu della Bissolati salissero sempre più in alto. Queste righe serviranno a far rivivere a tutti i soci bissolatini le vittorie di ieri e di oggi, imprese meravigliose, un’occasione per far conoscere che lo sport si deve vivere con ideali di lealtà e di cavalleria”.

D-Con “Le mie interviste” dai spazio e voce a tantissimi protagonisti bissolatini. Tra questi, in questo tempo vissuto alla Canottieri, ce n'é uno a cui sei particolarmente legato?

R-“Sicuramente sono particolarmente legato a Leonardo Michelotti. Gli ho insegnato a nuotare al Centro Addestramento Nuoto alla piscina comunale, l’ho poi seguito alla Canottieri Bissolati quando è entrato nella squadra agonistica. Ma soprattutto i miei ricordi vanno alle riprese video che predisposi per lui per cercare di “fargli guadagnare” preziosi secondi sulla virata. Non dimentico Oreste Perri, che è stato un mio studente all’Istituto Tecnico Industriale di Cremona e Cesare Beltrami mio compagno di Corso all’ ISEF Cattolica di Milano”.

D-”Le radici, la storia e le vicissitudini delle Canottieri, nello specifico la Bissolati, sono legate saldamente alla presenza del fiume Po. Una figura che potrebbe avvicinarsi a quella di “un padre” tanto paziente, quanto esigente, che ha forgiato tanti atleti, ma ha messo anche a dura prova la società in occasioni delle numerose esondazioni. Come definiresti questo rapporto, tu che l’hai vissuto anche attraverso le testimonianze dei soci ed atleti?

R-“Ho notato, durante le mie interviste, l’amore di tutti verso la Bissolati, l’amore verso una Società che, con i suoi allenatori, li ha portati ai massimi livelli agonistici. Un rapporto di amore che non si è mai spento e continuerà nel tempo”.

D-Sulla copertina del libro, sono riportate le foto delle medaglie olimpiche conquistate da Giacomo Gentili (Parigi 2024), Valentina Rodini (Tokyo 2020) e Nicola Sartori (Sidney 2000). Per un uomo di sport e soprattutto di cultura come te, che valore costudiranno per chi verrà dopo di loro?

R-“La medaglie olimpiche hanno un valore inestimabile per coloro che iniziano l’attività agonistica o che la stanno portando avanti. E’ il massimo dell’ambizione, è il coronamento di tanti sacrifici, di tanta volontà e impegno, ed è la molla che ti spinge a continuare alla ricerca del successo”.

D-Arriviamo a Gian Luigi Arrigoni. Nei quasi cinquant’anni da allenatore di canottaggio, ha rappresentato e rappresenta, il filo che raccoglie tutti i “gioielli” di cui si può fregiare la Bissolati. C’è un qualcosa che ha lasciato e che accomuna tutti gli atleti che ha allenato?

R-“Sicuramente Gigi nei suoi 47 anni in Bissolati da allenatore di canottaggio ha lasciato un’impronta indelebile nelle imprese dei canottieri bissolatini. Iniziò da atleta e proseguì la sua opera di allenatore-educatore con i virgulti “bianco-blu”. Ha trasmesso ai suoi atleti la voglia di credere in se stessi, la voglia di sacrificarsi per ottenere un qualcosa, l’impegno e la dedizione continua per ottenere il massimo”.

D-“Raccontare le imprese dei soci bissolatini alle Olimpiadi e Paralimpiadi non è stato facile. Tra almanacchi, libri, fare interviste, recuperare fotografie ed articoli. E’ stata un’impresa”. Se ti guardi indietro dopo aver oltrepassato il traguardo che ti eri posto cosa vedi?

R-“E’ stata una bella impresa, un’impresa nata il giorno della premiazione di Giacono Gentili in Bissolati. Da quel pomeriggio ho subito iniziato a ricercare gli atleti/e che avevano partecipato ai Giochi Olimpici negli anni precedenti, ha fatto interviste e ho presentato ai soci bissolatini personaggi che ormai erano entrati nel dimenticatoio (vedi il cronometrista Piercarlo Soresi e il judoka Franco Capelletti). Un’impresa durata 4 mesi e mezzo, ma con la consapevolezza di aver fornito ai soci Bissolati, oltre ai campioni, anche la storia della Società sin dalla nascita”.

D:”Per salire in vetta non ci sono scale, bisogna arrampicarsi, centimetro per centimetro, con sacrificio, disciplina, studio, ricerca, impegno, volontà e tanto lavoro”. Per chiudere questa chiacchierata, voglio riportare questo tuo pensiero da un post social in cui saluti il nuovo anno. Quale sarà la nuova vetta che ti stai preparando a scalare in questo 2025?

R-“A 78 anni, continuare a insegnare in Università (e sono 41 anni di insegnamento), a tenere Clinic Minibasket in Italia e in tutto il mondo. Insegnare il Minibasket ai bambini cremonesi e a tale scopo ho creato “l’Accademia Minibasket Maurizio Mondoni”: ritornare a Cremona, dopo che fondai il Centro Minibasket U.S. Corona nel 1968, sarebbe un sogno”.

L’augurio a Maurizio Mondoni, è che questo sogno si avveri presto e chissà che non ci ritroveremo a parlare di come si è arrivati a realizzarlo.

 

 

 

 

Daniele Gazzaniga


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