23 febbraio 2021

Quella lastra illeggibile dove c'era la casa-bottega di Stradivari Così si tiene viva la memoria del grande cremonese?

Di Antonio Stradivari tanto si parla a Cremona. Ma poco si fa per ricordarne la memoria.

Dopo l’incredibile silenzio caduto sul futuro della sua prima casa in corso Garibaldi e sul mancato impegno per acquisirne importanti documenti, come segnalato da Cremonasera.it; ecco un altro imperdonabile errore. Le condizioni misere e non civili in cui è lasciata la lapide che ricorda la sua ultima bottega e abitazione che si trovava dove ora c’è il lato della Galleria XXV Aprile su piazza Roma. Com’è noto a tutti, qui il grande maestro visse i suoi ultimi anni di vita e costruì i suoi violini diventati poi veri e propri capolavori. Qualcuno, dopo la distruzione barbara degli anni Venti del secolo breve del tessuto urbanistico di questa zona, pensò di affiggere almeno una lapide che ricordasse il sommo liutaio. Ora è rimasta solo una lastra bianca. L’inchiostro è completamente sparito. E’ diventata illeggibile e turisti e cremonesi neppure si accorgono che quel luogo è altamente simbolico non solo per il grande artigianato artistico musicale, ma per il turismo culturale della città che vive proprio sulla liuteria. Neppure andando molto vicino si riesce a riconoscere le lettere che vi furono scolpite. A mala pena, e solo fotografando con lo zoom, si decifra qualche lacerto. Di notte poi scompare in mezzo al grigiore dei marmi dell’edificio. Neppure un faretto che la illumini.

Una dimenticanza imperdonabile, nonostante quella lastra sia a pochi passi dalla copia del sacello che ne ricorda la sepoltura nel luogo dove sorgeva la chiesa di San Domenico. Sembra che le istituzioni e tutto il mondo della liuteria se ne siano dimenticati. Inutile dire che se questo ricordo fosse collocato in un altro paese europeo, lì si sarebbe costruito un vero e proprio monumento che sarebbe servito anche da volano economico. Pazienza. Almeno però se ne conservi quel poco che è rimasto. Ravvivare quella scritta e mettere un faretto notturno non sono certamente spese esorbitanti, rispetto a quanto il nome di Stradivari dà ancora a questa città. Qualcuno di pubblico o di privato si armi di coraggio per restituire un briciolo di memoria a un luogo che ha portato Cremona nel mondo. E’ un dovere etico e culturale per tutti soprattutto per chi vive di questo: liuteria o turismo che sia.  

Luca Poli


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