8 novembre 2024

Sabato i "Cordigliera" propongono il nuovo album tra racconto e musica. Una storia lunga quasi cinquant'anni

"Suoniamo qui come in tante altre parti d'Europa perchè sul nostro Paese e sul nostro popolo è caduta una notte nera". C'ero anch'io quella sera in piazza Marconi allo straordinario concerto degli Inti Illimani nel 1976 a conclusione di un grande Recitarcantando, con la piazza mai così piena tra amore per la musica andina e solidarietà al Cile schiacciato dall'esercito del generale Pinochet per fermare il sogno di Salvador Allende e la sua "Unidad Popular". E quelle parole pronunciate un attimo prima che il gruppo cileno iniziasse a suonare "Alturas" (di Horacio Salinas, componente e direttore artistico del gruppo) mi sono tornate alla mente ascoltando il nuovo disco "Iconicas" del gruppo cremonese dei "Cordigliera" in cui il brano (semplice e struggente, forse il brano che amo di più degli Inti Illimani) è riproposto reinterpretandolo in modo originale ma lasciandolo intatto nella sua bellezza. Già, perchè questo gruppo cremonese ormai vicino al cinquantesimo di attività (sarà nel 2026) ha la forza e la capacità artistica di emozionarti con questo nuovo disco che sarà presentato al pubblico sabato 9 novembre alle 17,30 nelle ex Scuderie di Palazzo Pallavicino con un evento a ingresso libero, fatto di racconti e musica. Il disco è davvero un bel esempio di come gli anni hanno rafforzato la capacità di questi "ragazzi" (il gruppo è nato proprio dopo l'esibizione degli Inti Illimani in piazza Marconi) di emozionarti ancora e di darti sempre qualcosa in più. Così da non perdere nella tracklist è "El aparecido" scritta da Victor Jara (lo straordinario musicista ucciso barbaramente 5 giorni dopo il golpe dell'11 settembre 1973) ispirata a Che Guevara, "Machu Picchu" o "La Partida" (sempre di Jara). La rilettura dei Cordigliera di brani famosi non è fatta solo di ricordi ma i musicisti riescono a farti entrare nella tradizione sudamericana "rinnovata" da una verve musicale che dimostra la straordinaria capacità di sentire e di comunicare sentimenti che il gruppo mantiene nonostante il quasi mezzo secolo di attività. I musicisti capace di questo miracolo sono: Massimo Fervari. Achille Meazzi, Paolo Bertelé, Eliana Piazzi, Antonio Arcari, Fabio Monciardini, Eduardo Amedeo Meazzi

Due di questi sono i ragazzini di 15 e 13 anni (Achille Meazzi e Massimo Fervari) che quella sera di cui parlavo all'inizio terminata a cantare tutti assieme "El pueblo unido", sull'onda del concerto in piazza Marconi degli Inti Illimani fecero partire l'avventura de “I Cordigliera”, dapprima per un senso di appartenenza politica (d'altra parte i padri dei due ragazzi erano esponenti di primo piano del Pci cremonese, uno consigliere comunale l'altro assessore) ma poi, via via cresciuti con la conoscenza, lo studio, la passione per quella musica che arrivava dall'America Latina. In un bel volume dal titolo “La Cordigliera bagnata dal Po” e come sottotitolo “l'avventura umana e musicale di un gruppo di giovani visionari dalla Cremona di metà anni Settanta ad oggi”  Achille Meazzi ha raccontato tutta la storia del gruppo: dai primi incontri, all'ascolto della musica andina, dalla difficoltà nel reperire gli strumenti, di trovare una sala per provare, alle prime esibizioni rigorosamente alle feste dell'Unità, alle difficoltà, ai sogni, ai grandi concerti, agli incontri con i miti a cui si ispirava la loro musica. E per i cremonesi sabato 9 novembre alle scuderie di Palazzo Pallavicino c'è la possibilità di rivivere un pezzo di questa storia e di ascoltare il nuovo album dei "Cordigliera".

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Mario Pasquali


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