San Camillo: inaugurati i rinnovati spazi della Medicina Fisica e Riabilitativa intitolati aPietro Cecchin
Sono stati intitolati a fratel Pietro Cecchin, camilliano che per quarant’anni ha prestato il proprio servizio a Cremona ed è stato un vero punto di riferimento all’interno della casa di cura di via Mantova come «grande testimone della carità», gli spazi rinnovati del reparto di Medicina fisica riabilitativa di San Camillo. L’inaugurazione è avvenuta nel pomeriggio di mercoledì 24 settembre.
«Una realtà che si è rinnovata attraverso una “solidarietà orizzontale”», ha precisato padre Virginio Bebber, amministratore delegato di Fondazione Opera San Camillo, ringraziando quanti «fuori dalla casa di cura, insieme anche al Servizio sanitario nazionale, hanno dimostrato di essere sensibili» rendendo possibile l’ammodernamento degli spazi. E tra loro in particolare il cavaliere Giovanni Arvedi.
Locali – quelli spostati al piano rialzato – a misura della persona, accoglienti e più funzionali, con studi medici, box per le terapie fisiche e una palestra open space attrezzata. Attenzione all’ambiente e all’efficentamento energetico insieme l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, come le onde d’urto focalizzate, in grado di garantire percorsi di cura personalizzati e moderni. Un progetto che è stato illustrato da Biroarchitetti.
Molte la autorità civili e militari presenti, con l’assessora Marina Della Giovanna che ha portato i saluti dell’Amministrazione comunale di Cremona. Ha portato il proprio saluto anche il superiore provinciale della Provincia Nord Italiana dei Camilliani, padre Giuseppe Rigamonti, che ha ricordato come «queste strutture servono meglio l’ammalato, che è il cuore del nostro desiderio di religiosi camilliani. Non è solo la realtà strutturale a contare, ma la cura che qui sarà svolta da medici e operatori. Ognuno, con il proprio dono e la propria professionalità, contribuisce a un servizio che vogliamo offrire sempre migliore alla città di Cremona».
Nel reparto reparto poi la benedizione del vescovo Antonio Napolioni che, prendendo spunto dall’episodio evangelico della guarigione alla piscina di Betzaeta, ha affermato: «Se una comunità sana nel corpo non riesce a camminare nella mente, nello spirito, chi si prenderà cura di chi ha un corpo che non risponde più? Ben vengano allora una struttura e un personale motivato, una solidarietà tra le famiglie, una comunità in cui nessuno venga scartato».
L’inaugurazione è si è conclusa con il disvelamento di una fotografia di fratel Pietro Cecchin e una targa dedicata al cavaliere Arvedi. Il responsabile del Servizio, dottor Michele Frati, ha quindi illustrato i reparti rinnovati.
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