7 ottobre 2021

San Marcellino, il recupero è possibile. Stipulato un accordo tra diocesi, parrocchia e Politecnico per il restauro della facciata e del presbiterio

C’è una speranza per il recupero della chiesa di san Marcellino, oggi chiusa al culto per problemi statici che ne impediscono l’utilizzo. Il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, diretto dall'architetto Angelo Giuseppe Landi, ha stretto un accordo con la diocesi di Cremona e l’unità pastorale di Sant’Agata, Sant’Ilario e S.Agostino per studiare un progetto di restauro dell’edificio. La seicentesca chiesa dei Gesuiti non è mai stata dichiarata agibile dalla Regione, almeno sin da quando la comparsa di una fessura passante lungo il finestrone a serliana sulla parte superiore ha reso evidenti i problemi della facciata, che lentamente, ma inesorabilmente, sta ruotando su se stessa. Ora sia la serliana che l’ingresso sono stati puntellati. Il problema è noto, tant’è vero che anni fa la Regione stessa aveva messo a disposizione 700 milioni di vecchie lire perché un’impresa pavese la sistemasse, anche se ora sarebbe il caso di verificare le condizioni delle fondamenta per evitare danni peggiori.

Ora il progetto di restauro allo studio del Politecnico dovrebbe prevedere un intervento di consolidamento del portale senza coinvolgere il rivestimento della facciata esterna, il soffitto sopra l’area del presbiterio, dove si verificano le principali infiltrazioni d’acqua ed i serramenti originali. Lo studio ha proprio lo scopo di valutare la genesi del dissesto e l’intervento più opportuno. L’ultimo concerto nella chiesa di San Marcellino è stato due anni fa, la sera del 30 maggio 2019 con il Messiah di Händel interpretato dal Coro Costanzo Porta e dall’ensemble Cremona Antiqua. Poi da allora la chiesa di San Marcellino e Pietro è stata definitivamente abbandonata. Nonostante questo per anni la chiesa è stata utilizzata come aula per concerti e manifestazioni legate al Festival monteverdiano. E, visto l’interesse, se ne era proposto anche l’acquisto al Comune di Cremona che, però, non l’ha mai presa in carico né ha risposto all’offerta. Ed il problema persiste ormai da decenni, senza possibilità di soluzioni. In previsione di un suo recupero sarebbe forse opportuno anche un allargamento dell’accordo all’amministrazione comunale e alla Fondazione Ponchielli. 

La storia dell’edificio è intimamente legata a quella della Compagnia di Gesù, che si insediò nel quartiere prima della conclusione del Cinquecento. Quando nel 1777 l’ordine fu soppresso subentrarono nella cura della chiesa i Frati Conventuali che a loro volta nel 1798 cedettero il posto ai Barnabiti che vi rimasero fino al 1810. La prima pietra fu posta dal vescovo Cesare Speciano nel 1602; la lapide commemorativa della cerimonia di fondazione è tuttora visibile in facciata. La dedicazione ai Santi Marcellino e Pietro ricorda l’aiuto che secondo la tradizione i due martiri diedero ai Cremonesi nella battaglia contro i milanesi svoltasi a Castelleone nel 1213. 

 

Fabrizio Loffi


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