29 maggio 2023

Santa Lucia, dopo l'entusiasmo per i restauri restano da pagare 150mila euro. Don Bandirali: "Tanti chiedevano i lavori, ora però sono tutti scomparsi. Non si può essere vicini solo a parole"

"Gli affreschi di Santa Lucia sono stati restaurati. Sul momento ho ricevuto grande vicinanza ed affetto, ma ora non si può essere vicini solo a parole" esordisce Don Antonio Bandirali, Parroco di San Pietro al Po, Cattedrale e Sant'Imerio dell'Unità Pastorale Sant'Omobono e di conseguenza anche della Chiesa di Santa Lucia. Dopo un laborioso intervento di restauro gli affreschi della navata centrale della chiesa cittadina hanno ritrovato gli antichi splendori, coadiuvati anche da un efficiente impianto di illuminazione che ne valorizza ogni pennellata. "La parrocchia ha fatto notevoli sforzi economici per questi restauri iniziati dalla volontà del compianto Don Stefano Moruzzi - continua don Bandirali - sforzi che hanno permesso di pagare una parte dei lavori. Abbiamo ricevuto una donazione da un parrocchiano, un contributo dalla Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona ed alcune offerte che hanno permesso di pagare la metà del preventivo di spesa, che ammonta a circa 370mila euro. Rimangono oltre 150mila euro da saldare".

I restauratori infatti non hanno posto scadenze ristrette sinora, ma certo è che presto andranno saldati. "Molti sulla scia dell'entusiasmo hanno manifestato parole di compiacimento, di vicinanza, anche promesso aiuti. Abbiamo deciso di ascoltare le numerose missive che ci dicevano di restaurarla, che fosse un peccato lasciare una chiesa così vicina al centro chiusa ed in quelle condizioni, che era la chiesa dei cremonesi, che i cittadini sono devoti alla Santa. Ora però rimane ancora uno sforzo consistente da fare e queste persone sono sparite. Non si può tenere a Santa Lucia solo a parole".

Peraltro l'intervento alla navata centrale è soltanto il primo degli interventi necessari alla chiesa. "Le due navate laterali hanno anch'esse necessità di intervento con infiltrazioni che hanno rovinato intonaco ed affreschi. Certo, non mi metto a fare mutui se prima non ho pagato questa spesa consistente."

Il messaggio di don Bandirali, a metà tra uno sfogo ed una "chiamata" alla responsabilità di tutti, non è fine a se stesso. "Vorremmo utilizzare questa chiesa e valorizzarla al meglio essendo così prossima al centro storico. Un luogo che la comunità possa vivere in diverse forme".

Da 2 settimane due persone si occupano di aprire e chiudere la chiesa, ed un gruppetto di persone probabilmente si occuperanno del decoro e della pulizia quotidiana. 

Non ci resta che attendere, oltre alla Divina Provvidenza, che parrocchiani e cittadini mettano una mano sul cuore ed una anche al portafoglio per aiutare a proseguire la restituzione alla città di questo meraviglioso luogo di culto, di fede e di devozione. 

Loris Braga


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