Scandolara Ravara, la celebrazione per la festività di Sant'Antonio Abate presieduta da don Luigi Carrai nella chiesa della Ravara
E’ stata una celebrazione molto intensa, sentita e partecipata quella che ha visto confluire tante persone nella bella e settecentesca chiesa di sant’Antonio Abate alla Ravara. Il caratteristico settecentesco tempio dedicato al padre del monachesimo (uno dei tanti luoghi di culto del cremonese intitolati a Sant’Antonio Abate, a dimostrazione di una devozione, verso il santo stesso, che da secoli è molto diffusa, radicata e sentita nelle terre di campagna), per la speciale occasione ha riaperto i battenti ed ha visto arrivare fedeli, anche da numerose località limitrofe.
A presiedere la funzione, solenne e profonda è stato don Luigi Carrai, che proprio in quella chiesa ha mosso i primi passi della sua vocazione sacerdotale. Ancora una volta, dall’alto dei suoi 88 anni, ottimamente portati, don Luigi ha portato tutto il suo carisma, quello che durante il suo ministero gli ha sempre permesso di attirare intorno a sé un gran numero di famiglie, meritandosi un affetto dilagante. Da buon “prete di campagna” è arrivato portandosi dietro nientemeno che una carriola che ha utilizzato per mettere tutto il necessario per la celebrazione, che ha presieduto con la profondità di sempre. Quella che ben ricordano i suoi ex parrocchiani di Rivarolo Mantovano, dove è rimasto ininterrottamente dal 1986 al 2017 e dove angora risplendono fulgide le sue opere che hanno riguardato il restauro e l’abbellimento della chiesa, e della casa parrocchiale, senza dimenticare il centro anziani, la Caritas, l'ambulatorio parrocchiale, il banco alimentare, il servizio di accompagnamento anziani, i soggiorni nelle sue amatissime montagne per giovani e adulti (giusto ricordare che solo l’estate scorsa è tornato ancora una volta in montagna ed i suoi “ragazzi” gli hanno permesso di arrivare ad oltre duemila e duecento metri di quota facendolo salire su un elicottero), il Sisto d'oro per onorare grandi personalità, il palio di San Bartolomeo e tante altre ancora.
Da alcuni anni è tornato nella sua terra natale, quella di Scandolara Ravara e, da prezioso, infaticabile collaboratore dell’Unità Pastorale “Santa Maria della Pace” sta continuando a seminare gemme di bontà, di amore e di fede, in mezzo alle persone, da autentico sacerdote della gente, da sempre in cammino al fianco, per e con gli altri, con quella umiltà, quella dedizione e quella sensibilità autentica che lo hanno sempre fatto entrare nel cuore di tutti . Alla chiesa di Sant’Antonio Abate, che sorge alla Ravara, proprio per avervi visto sbocciare la sua straordinaria vocazione, è da sempre molto legato, ne conosce ogni angolo, le storie e gli aneddoti molto più e molto meglio di chiunque altro e, anche stavolta, si è prodigato in prima persona per portare avanti la tradizione della celebrazione del 17 gennaio, quella di sant’Antonio Abate appunto. Il resto lo hanno fatto le persone che hanno gremito il sacro edificio e, in un clima di vera festa, si sono strette attorno a don Luigi.
E’ stata anche una bella occasione, appunto, per valorizzare e mettere in risalto la bellezza della settecentesca chiesa, che ha senz’altro bisogno di interventi di restauro ed è caratterizzata da una serie di opere, tra le quali diversi affreschi realizzati nel 1947 dal pittore Vezzoni di Rivarolo del Re negli anni in cui era parroco don Carlo Veronesi. Tra le opere pittoriche che vi sono conservate anche due significativi affreschi: uno che vede Gesù che fa visita ad una famiglia contadina ed un’altra che vede lo stesso Gesù in mezzo alle spighe di grano mentre viene seguito dalla gente impegnata a lavorare nei campi. Affreschi che, intorno al bel simulacro di Sant’Antonio Abate, hanno dato ancora più significato alla festa forse più popolare, tradizionale e più antica di quelle celebrate nel cuore della campagna, di qua e di là dal Po.
Eremita del Po
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commenti
Mauro Tironi
18 gennaio 2025 10:19
Ricordo Don Luigi a Sant'Abbondio, una sessantina di anni fa. Era un sacerdote speciale, molto vicino a noi bambini e ai ragazzi.
Sono andato a cercarlo a casa sua, due o tre anni fa e ancora ricordava quei tempi, le persone, mio fratello, mia madre...
Ho ritrovato la stessa vicinanza umana di allora.
Un sacerdote e un uomo meraviglioso.