15 novembre 2024

Se n'è andato Giuseppe Morandi, il testimone de "I Paisàn" e della loro storia con foto, video e racconti

Ha fatto conoscere al mondo "I paisàn" Giuseppe Morandi, classe 1937 che se n'è andato ieri alla casa di riposo del Vho di Piadena. E' un pezzo importante della nostra storia che ci ha lasciato. Grande fotografo, uomo di cinema, ricercatore, uomo che amava profondamente il territorio e la sua gente, le sue lotte, la sua storia, le sue tradizioni sempre dalla parte degli ultimi e delle loro battaglie. Così ieri, con un post lo ha ricordato Massimo Bondioli. "Giuseppe Morandi ci ha lasciati. È un altro pezzo di Piadena che se ne va, di quella Piadena che lui, insieme a tanti altri compagni e compagne, a cominciare dal Micio e dalla Lega di Cultura, e insieme a Gianni Bosio e Mario Lodi, aveva contribuito a rendere un luogo "mitico", dove le classi impropriamente definite subalterne riuscivano a prendere coscienza della propria cultura e ad utilizzarla in chiave politica per il proprio riscatto. Morandi, più di tutti, era stato capace, attraverso la fotografia e i film, di raccontare un mondo, quello dei paisan, che volgeva alla fine. Ma a quel mondo non è mai rimasto inchiodato. Con intelligenza ha saputo, nel corso degli anni, leggere le trasformazioni in atto, cogliendone limiti e potenzialità, al di fuori di ogni provincialismo, moda o compiacimento estetico.  Morandi è stato un militante e un intellettuale del popolo. Sempre dalla parte degli ultimi. Con coerenza. Fino alla fine. Grazie Giuseppe.

Lo abbiamo incontrato tante volte alla fine degli anni settanta con l'inseparabile amico "Micio Azzali". Ricordiamo la sua grande mostra "I Paisàn" da Pietro alla libreria "Il Tarlo" sotto la galleria 25 aprile a Cremona e gli incontri a Pontirolo per la Lega di Cultura. L'ultima volta è stato al cinema Chaplin per la proiezione di "Paisàn, Ciao" nella primavera di due anni fa. Uno straordinario film documentario di memorie e tradizioni di chi le ha vissute e documentate con foto e video con la regia di Nene Grignaffini e Francesco Conversano. 

"Giuseppe Morandi era nato al Vho di Piadena nel 1937  da una famiglia contadina e operaia. Tutta la sua famiglia ha lavorato presso la Motta. Inizia a fotografare e a riprendere la realtà circostante, senza nessuna presunzione o censura, concentrandosi soprattutto sui contadini e braccianti, ma riprendendo anche la morte di un ragazzo annegato, un altro ragazzo che pascolava le pecore e altri momenti ancora. Si tratta di cortometraggi in 8 mm, originariamente privi del sonoro, aggiunto più tardi. Parallelamente comincia anche la sua attività come scrittore, un percorso avviato con difficoltà, visto il suo livello di istruzione: scrive principalmente in dialetto, ed è poi Mario Lodi a tradurre i suoi testi. Si tratta di inchieste e interviste fatte ai lavoratori, poi raccolte nei primi Quaderni della Biblioteca Popolare di Piadena. È fotografo, scrittore, autore di cortometraggi. Come scrittore è conosciuto soprattutto per il diario "La proprietaria del morto", mentre da regista cinematografico ha realizzato diversi documentari dagli anni '50 ad oggi sulla vita nella Bassa Padana. Ha collaborato con Bernardo Bertolucci alla realizzazione del film Novecento e, nel 2008 ha presentato il film I colori della Bassa in anteprima mondiale al Festival di Venezia, prima di una tournée americana. È fondatore e membro della Lega della cultura di Piadena dal 1967. Nel 1979 pubblica il libro "I Paisan" che raccoglie le fotografie di un'umanità ultima negli anni del passaggio dalla civiltà rurale contadina alla civiltà moderna, meccanica e automatizzata. Stanno scomparendo gli antichi mestieri, le antiche usanze dei Paisan, i loro lavori nei campi. Ha pubblicato per Mazzotta il catalogo fotografico i Paisan (1979) e "Quelli di Mantova", oltre al recente "La mia Africa". (Fonte: http://www.dottorcardoso.com/giuseppe-morandi-ricostruzione-di-un-archivio-parte-1/ (2020/04).

La salma di Giuseppe Morandi oggi sarà portata a Pontirolo, alla sede della Lega di Cultura di Piadena e casa di "Micio" Azzali dove resterà fino a domenica per l'ultimo saluto. 


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