21 marzo 2025

Seconda in Lombardia e 20esima in Italia per saracinesche abbassate. Cremona ancora in cima alle classifiche, ma non c'è niente da festeggiare

La decima edizione dell’Osservatorio Città e Demografia d’Impresa, realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, mette in luce un quadro allarmante per il commercio nei centri storici italiani. Dal 2012 al 2024, nel Paese sono scomparsi quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante, mentre si è registrata una crescita soltanto nel settore dell’alloggio e della ristorazione (+18.500).

Il fenomeno colpisce con particolare intensità le città del Nord, e Cremona si distingue negativamente: è tra le 20 città italiane con la maggiore perdita di attività commerciali e seconda in Lombardia per numero di esercizi chiusi (seconda solo a Varese). Alla nostra città spetta anche la maglia nera tra le città della neo costituita Camera di Commercio (Cremona – Mantova -Pavia).

 

LA SITUAZIONE CREMONESE

Cremona è tra le 20 città italiane con la maggiore perdita di attività commerciali e seconda in Lombardia, dietro Varese, per numero di esercizi chiusi.

  • Nel 2012, Cremona contava 404 esercizi di commercio al dettaglio nel centro storico.
  • Nel 2019 il numero era già sceso a 329, evidenziando un calo significativo.
  • A giugno 2024, il dato si attesta a 290, con una perdita di 39 esercizi rispetto al 2019 e 114 rispetto al 2012.
  • Anche a Cremona il comparto della ristorazione mostra segnali postivi in linea con il trend nazionale, così come il settore Alberghiero. Il numero complessivo di attività del settore Alberghi, Bar e Ristoranti nel centro storico è aumentato da 218 nel 2012 a 231 nel 2024 (+ 6 %)
  • L’analisi dei dati relativi al centro storico di Cremona evidenzia una dinamica opposta tra bar e ristoranti: mentre i ristoranti registrano una crescita costante (+47%) , il numero di bar è in netto calo (-22 %)
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LA POSIZIONE DI CONFCOMMERCIO PROVINCIA DI CREMONA

Eugenio Marchesi, presidente delle Botteghe del Centro di Cremona, evidenzia l’importanza del commercio di vicinato e la crescente preoccupazione: “I dati emersi dall’ultima analisi nazionale sulla demografia d’impresa fotografano una realtà preoccupante: tra il 2012 e il 2024, in Italia, hanno chiuso quasi 118mila negozi al dettaglio, con una contrazione particolarmente marcata nei centri storici rispetto alle periferie. Cremona non fa eccezione a questa tendenza, e il rischio di una desertificazione commerciale è sempre più concreto.

Il commercio di vicinato non è solo un motore economico fondamentale, ma un vero e proprio presidio di legalità, sicurezza e socialità. La chiusura delle attività di prossimità impoverisce il tessuto urbano, riducendo le occasioni di incontro e trasformando le nostre città in luoghi anonimi e privi di identità. Le botteghe storiche e le piccole attività non sono soltanto esercizi commerciali: rappresentano il cuore pulsante della comunità, spazi di relazione e punti di riferimento per i cittadini.

È necessario mettere in campo azioni concrete per invertire questa tendenza, a partire da politiche urbane che favoriscano la rigenerazione degli spazi pubblici, incentivi per la riapertura dei negozi sfitti e misure per una mobilità più sostenibile. Chiediamo alle istituzioni di riconoscere l’urgenza del problema e di attivarsi per sostenere il commercio locale.

Salvaguardare il commercio di prossimità significa proteggere il nostro patrimonio culturale e sociale, garantendo una città più viva, accogliente e sicura per tutti”.

Alessandro Lupi, Presidente di FIPE Confcommercio Provincia di Cremona, sottolinea l’importanza di una strategia di rilancio: “I dati ci dicono che la ristorazione cresce  e continua a essere un pilastro della vita cittadina, anche a Cremona. Ma un locale da solo non fa centro storico: servono negozi, servizi e spazi vivi. La chiusura di oltre 118mila attività commerciali negli ultimi 12 anni ci preoccupa perché senza il commercio di vicinato si perde attrattività e socialità. È fondamentale sostenere il commercio locale con misure concrete per evitare che i centri storici diventino solo luoghi di passaggio e non più di vita”.

Dello stesso tenore il commento di Alessandra Cattaruzzi, presidente Federalberghi Cremona: “I dati nazionali confermano la crescita dell’ospitalità (+67,5%), ma a trainarla sono b&b e affitti brevi (+170,1%), mentre gli alberghi tradizionali calano (-9,7%). Questo cambiamento altera l’equilibrio urbano e l’identità delle città. La chiusura dei negozi penalizza sia i residenti che i turisti. Un centro senza attività commerciali perde vivacità, e un turismo di qualità non può prescindere dal commercio locale. Alberghi, ristoranti e negozi devono crescere insieme per mantenere i nostri centri storici vivi e attrattivi"

Andrea Badioni, presidente di Confcommercio Provincia di Cremona, rilancia la necessità di collaborazione e dialogo con le amministrazioni locali, su cui Confcommercio sta lavorando da tempo e che vedrà lo sviluppo di un progetto ad hoc che sarà presentato nelle prossime settimane: “I dati sulla desertificazione commerciale dei centri storici sono allarmanti e confermano una tendenza che da tempo denunciamo con preoccupazione. Cremona è tra le città più colpite in Italia, un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. I negozi di vicinato non sono solo un presidio economico, ma anche un elemento fondamentale per la coesione sociale e l’identità delle nostre comunità. Come Confcommercio Provincia di Cremona, siamo consapevoli della necessità di intervenire con strumenti concreti e strategie mirate. Per questo, il mese prossimo presenteremo CITIES, un progetto innovativo che fornirà alle amministrazioni locali strumenti di analisi avanzati per individuare soluzioni efficaci e invertire la rotta”.

 

La foto con il drone è di Riccardo Rizzi Maverick


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commenti


Michele de Crecchio

21 marzo 2025 19:12

Che tristezza vedere pienamente confermato dai più recenti rilevamenti statistici quel devastante fenomeno di progressiva mortificazione della tradizionale armatura commerciale cittadina, fenomeno sul quale in tanti avevamo, inutilmente, cercato di richiamare l'attenzione della pigra politica urbanistica cittadina. E' pur vero che tale fenomeno ha motivazioni ed origini molto complesse, solo in parte contrastabili in sede locale, ma è altrettanto vero che, a Cremona, troppo poco (anzi, quasi nulla!) negli ultimi lustri, è stato tentato per limitare i prevedibilissimi danni conseguenti. Mala tempora currunt (da troppi anni ormai)!

Damiano

21 marzo 2025 20:21

Per migliorare la situazione cosa c'è di meglio che l'apertura di un nuovo, fantasmagorico, utilissimo nuovo centro commerciale!

Fausto

22 marzo 2025 19:50

Purtroppo dobbiamo rilevare che soprattutto i piccoli centri come Isola Dovarese,sono ormai alla desertificazione commerciale.il problema sappiamo che è complesso ,non aiuta la continua apertura di centri commerciali.

Valentina

22 marzo 2025 21:30

E se non si svegliano e continuano così, ce ne saranno molte altre....povera città! Parlo da negoziante....