3 settembre 2022

Sinergia tra il Museo della Seta di Como e di Soncino. Nel borgo quest'anno già 6mila ingressi al museo

Joint venture a Soncino, tra il Museo della Seta del comune cremonese e il Museo della Seta di Como. A siglare questa splendida collaborazione, ieri sera in Filanda, alla presenza di un pubblico attento e interessante, con sindaco Gallina in sala, accompagnato dal presidente del Consiglio Comunale Federica Brizio, la presentazione del docufilm sulla produzione della seta a Como, realizzato dal famosissimo designer Ico Parisi. A tirare le fila della serata, niente meno che il direttore del Museo della Seta di Como Paolo Aquilini, che con una relazione circostanziata ha introdotto il documentario. Il filmato inedito è stato suddiviso in tre parti che narrano il lungo percorso della produzione della seta, dalla raccolta del gelso, all’allevamento del baco, fino al prodotto ultimato. Spazio temporale dal 1937 al 1938. Un documento storico unico, esplosivo che parte dalle cascine della Brianza al contesto della realtà industriale. E poi, anche tanto lavoro, lavoro delle donne che attraverso lo stesso riuscirono in un certo qual modo ad emanciparsi. Lo spaccato di storia comense ha rievocato anche tra i soncinesi presenti in sala, la realtà soncinese degli inizi del 900 quando tutta l’economia del paese cremonese si fondava sulla presenza delle filande, delle donne lavoratrici e tutto il contesto della bachicoltura. Immagini quindi che hanno rievocato emozioni tra il pubblico. Infatti tante nonne, o madri, o famiglie hanno lavorato in filanda per sostenere in quel periodo le proprie famiglie. Poi mentre a Como la tradizione della produzione della seta è continuata, a Soncino invece tutto è svanito.

Ora qui, rimane il prezioso museo della seta che il suo curatore Enzo Corbani ha costruito e realizzato a partire dal 1997, inaugurato poi nel 2011 e nel 2017 ampliato, con ben 2500 pezzi di collezione. Enzo, persona garbata e schiva, ha fornito gli ultimi dati di accesso al museo: per quest’anno oltre 6000 ingressi. Questo ha colpito anche il direttore del Museo della Seta di Como, che dopo aver presentato il documento ha voluto chiudere attualizzando il contesto del comparto seta a Como. Ora la seta viene tutta importata, ha detto Aquilini- soprattutto dai paesi più poveri del mondo e, poi successivamente lavorata dalle industrie in Como, che comunque rendono la zona un vero brand nel campo serico. Ora che il contatto tra i due musei è avvenuto ci saranno sicuramente collaborazioni future. Non ci resta che attendere nuovi progetti che creino sinergie e rilancio! 

Roberta Tosetti


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