28 febbraio 2021

Stradivari? Forse arrivava dal bergamasco, tracce a Sombreno, frazione di Paladina. Tante notizie dal tesoro di 150 documenti

Stradivari? Forse arrivava dal bergamasco. E' questa una delle grandi novità che stanno emergendo dal gran numero di carte, fogli, appunti e lettere (oltre 150 pezzi) che alcuni studiosi hanno analizzato nell'anno anno e mezzo di permanenza di questo tesoro archivistico in provincia di Cremona in attesa di un acquirente. Dall'analisi delle carte uscirà per la Erom edizioni Romana Musica un libro del professor Gualtiero Nicolini dal titolo “Stradivari svelato” in cui, tra i vari documenti, si racconta anche di una misterosa biografia del grande liutaio in cui si descrive il viaggio fatto dalla madre a metà agosto del 1645 da Breno a Cremona. Nella stessa si parla della presenza del padre di Antonio, Alessandro, nel bergamasco per lavoro. Una strana anomalia quella del padre in una parte e della madre in un'altra. Ricerche effettuate dal professor Nicolini negli archivi di Breno e dintorni e nei registri delle anime delle parrocchie non avevano dato risultati. Ma, proprio in queste ore, il mistero pare svelarsi. Nel Seicento esisteva anche nel bergamasco un paese che si chiamava Breno che ora è solo una frazione del comune di Paladina e si chiama Sombreno. Nel paesino c'è una parrocchia e un importante santuario e il cognome della mamma di Antonio Stradivari, Moroni, è ancora molto diffuso in zona. “Ho già richiesto tutte le autorizzazioni necessarie – ci ha detto Nicolini – e mi appresto alle ricerche sui registri delle anime per poter documentare la clamorosa notizia”.

Ricordiamo, come abbiamo scritto qualche giorno fa, che circa 150 documenti provenienti dalla bottega di Stradivari stanno circolando da più di un anno in provincia. Decine di documenti che potrebbero cambiare la storia scritta fin qui sul sommo liutaio. Un fondo archivistico enorme, fatto di carte, tele, filigrane , disegni e inchiostri già esaminati da diverse Soprintendenze e ritenuti quasi tutti autentici. Un patrimonio unico che, secondo voci che si stanno diffondendo negli ambienti liutari, potrebbero prendere la strada dell'estero. Certamente diverse di queste carte non sono autentiche e possono essere fatte risalire ai falsi della collezione Bisiach (1929) per i quali si celebrò anche un processo. Ma il cospicuo archivio ha riservato grandi sorprese. Innanzitutto molti documenti non figuravano nelle carte di Bisiach, altri ne facevano parte ma un secolo fa vennero in fretta classificate come false ma l'analisi degli inchiostri, le carte, le filigrane, le grafie con i metodi attuali ne hanno certificato la contemporaneità con la bottega di Stradivari ma sono state raccolte “a frammenti”, come se non ci fosse unicità nella scelta dei documenti, quasi fossero dei brogliacci di bottega, dei carteggi amministrativi che servivano poi per vergare lettere ufficiali e documenti. Nel voluminoso dossier figurano anche lettere giunte da diverse cancellerie europee per far commissionare strumenti.

Red CremonaSera


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