Sulla Paullese il nuovo centro Cardaminopsis da 60mila metri con accesso da via Picenengo (che sarà allargata). Ultime ore per le osservazioni
La Paullese, la tangenziale e la grande rotatoria avranno un nuovo grande centro commerciale. Dopo il CremonaPo, l'ex Armaguerra, il centro commerciale I Navigli (Rossetto e C.) e gli insediamenti commerciali di via Castelleone, ecco in arrivo un'altra pistola puntata verso il cuore di Cremona. Mentre ancora è attiva la concessione sull'enorme area ex Scac di via Sesto. Scadono infatti giovedì i termini delle osservazioni contro l’adozione del Piano attuativo di iniziativa privata per l'Ambito di Trasformazione CR.32a via Picenengo deliberato dalla giunta lo scorso 21 giugno. E' la cosiddetta area della società Cardaminopsis srl, un insieme di 60mila metri quadrati che si affacciano sulla Paullese, delimitati da via de' Berenzani e da via Picenengo di cui 14mila metri a destinazione commerciale ed altrettanti artigianali su due fabbricati distinti. Il piano presentato dalla società (progetto dell'arch. Zanesi) prevede l'accesso da via Picenengo (che sarà allargata) dotandola anche di un percorso pedonale e ciclabile. Prevista anche una fascia alberata. Il Comune incasserà oneri per circa un milione di euro.
Dell'area Cardaminopsis si parla ormai da tanti anni. Un'area già prevista dal Piano del Territorio come commerciale per la quale non è prevista nessuna variante. Originariamente l'area era di 120metri quadrati, e il nome deriva del fiore studiato per la prima volta a Cremona. Ciclicamente dell'area si torna a parlare. Di un Centro Commerciale in zona si discute da almeno trent'anni, ancora prima che arrivasse il Cremona Po. Prima si è parlato di un megainsediamento commerciale (il piano Attuativo è del 1998, scaduto nel 2008, prorogato dalla Giunta Corada al 31 dicembre 2012), poi di un outlet del lusso della multinazionale Foruminvest che lo aveva già pubblicizzato sul suo sito con il nome “Le Ghirlande di Cremona” perchè l’architettura richiamava la skyline della nostra città (la multinazionale si è ritirata dal progetto ad ottobre 2009). Il progetto era stato dimensionato sulle necessità di una città di 70.000 abitanti, ma tenendo presente un bacino di utenza di 250.000 persone nel raggio di 30 minuti di percorrenza. L’area interessata era di circa 120.000 metri quadrati preve- dendo lo sviluppo commerciale di una superficie di 27.502 metri qua-dri di superficie di vendita e scorta con un mix merceologico completo, capace di proporre al cliente un'offerta qualificata e specializzata, con un'area di parcheggio di circa 1800 posti auto.
Poi tutto è caduto nel silenzio fino al 2013 salvo alcuni procedimenti formali.
Questa volta pare però che per la Cardaminopsis sia davvero la volta buona e il segreto pare sia da ricercare nel mix tra artigianato e commerciale che renderebbe appetita l'area anche se sui gruppi interessati c'è la consegna del silenzio.
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commenti
Chicca
14 agosto 2023 13:16
Incredibile!!! Assurdo!
Giovanni Losacco
14 agosto 2023 15:03
Follia pura. Tra un po' di nel caso bacino commerciale di Cremona ci saranno più iper/super/mega mercati che cittadini.
Il dubbio sul loro finanziamento e realizzazione comincia ad essere forte. Chi vuol intendere intenda.
Pierpa
15 agosto 2023 07:17
Sia lode al dubbio! (B. Brecht), anche se in questo caso si sfiora la certezza
Marzio Loreti
16 agosto 2023 01:36
Condivido esattamente
Michele de Crecchio
14 agosto 2023 22:42
Per quanto ricordo (e per certe questioni credo di avere ancora una discreta memoria) la cosiddetta "tangenziale" di Cremona, fino a pochi anni orsono era di completa competenza della Amministrazione Provinciale (per positiva e meritoria tradizione notoriamente piuttosto. e giustamente, rigida nell'applicazione delle norme tecniche e legislative in materia di accessi pubblici o privati) fatti salvi, naturalmente, gli accessi carrabili e e le immissioni viabilistiche storicamente da tempo consolidate, come, per più facilmente intenderci, quelle preesistenti nei pressi dell'ITIS e della dismessa ARMAGUERRA. Da qualche anno tale, rigorosa e corretta gestione ha subito, purtroppo, una radicale revisione, in particolare da quando il Comune di Cremona, a mio parere molto mal consigliato, ha chiesto e ottenuto dalla Provincia la completa autogestione delle trasformazioni della tangenziale cremonese dal confine nord con il comune di Castelverde sino al confine est con il comune di Gadesco Pieve Delmona. Apparentemente questa scelta avrebbe dovuto soprattutto agevolare una più facile edificazione sui due lati della nostra tangenziale, ma provocando, nel contempo, una pesante mortificazione di quello che i tecnici del traffico chiamano il "livello di servizio" (e cioè, per dirla in termini semplici, il volume di traffico smaltibile e il livello di sicurezza garantito all'utenza).
Michele de Crecchio
14 agosto 2023 23:08
Il risaputo argomento dei tantissimi "contributi" che verranno introitati dal Comune in conseguenza del rilascio dei necessari permessi di costruzione, mi fanno sempre ricordare l'episodio biblico dell'ingenuo e goloso Esaù che, per un misero "piatto di lenticchie", cedette a Giacobbe i diritti di "primogenitura".
Pierpa
15 agosto 2023 07:14
👌
Gianluca
15 agosto 2023 01:34
Non sono necessari altri centri commerciali vista la presenza nella zona di strutture già sufficienti per il servizio alla persona .
Anna
16 agosto 2023 10:25
.evvai col cemento!!! Evvai col surriscaldamento!!! Evvai con l aumento di traffico!!! Evvai che si svuota la citta'!!"ma vai....
Alessandro
17 agosto 2023 19:08
Poi si riempiono la bocca contro il consumo di suolo ecc … il primo che fa greenwashing è il comune di Cremona. Vergogna!!! Valorizzare quello che c’è!!!