Ieri sera lo spettacolo dei fuochi artificiali sul Po ha richiamato migliaia di cremonesi a guardare con naso in su l'esplosione di luci e colori sopra il grande Luna Park che da alcune settimane ha occupato lo spazio vicino alle piscine. Tanta gente per questa tradizione cremonese. E da questa mattina presto (alle 6,30) via alle bancarelle lungo il viale Po, subito pieno di gente anche per evitare la grande calura che da giorni soffoca la Pianura Padana.
Ricordiamo che tradizionalmente si fa risalire l'origine della fiera di San Pietro alla battaglia delle Bodesine. combattuta tra milanesi e cremonesi presso Castelleone il 2 giugno 1213, festa dei santi Marcellino e Pietro esorcista, che coincideva quell'anno con la ricorrenza della Pentecoste. Secondo la leggenda a favorire le sorti dei cremonesi sarebbe stata la comparsa miracolosa dei due santi patroni a cavallo, che si posero alla guida dell'esercito quando ormai era in rotta. I cremonesi riportarono una grande vittoria, sottraendo ai milanesi il Carrocci,che da quel giorno sarebbe stata ricordata con una fiera che, non si sa esattamente per quale motivo, si tenne tradizionalmente il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo. Forse alla base di questo slittamento sta la confusione sul nome del santo, identificato con San Pietro apostolo.
Come ha ricordato su Cremonasera Fabrizio Loffi in una sua ricerca, è più probabile, invece, che la fiera abbia un'origine mercantile, legata al commercio dei bozzoli, che normalmente giungono a maturazione tra la fine di maggio ed i primi di luglio come emerge da un documento d'inizio Ottocento..
"Prima di tale data l'unica traccia della Fiera di San Pietro è nel primo sipario del Teatro Filodrammatici dipinto da Giovanni Motta verso la fine del XVIII secolo, di cui resta testimonianza nell'inventario dei beni posseduti nel 1864 dalla Società Filodrammatica, che rappresenta “La Fiera detta di S.to Pietro”. L'originale, conservato al Museo civico Ala Ponzone, è stato ricostruito dal pittore Sereno Cordani per incarico dell'Associazione provinciale degli Ambulanti presieduta da Giuseppe Poli in occasione della fiera del 1969. Il sipario, originariamente steso ed inchiodato su un'intelaiatura in legno, venne ritrovato arrotolato nelle soffitte del museo in precario stato di conservazione, in quanto la polvere aveva completamente impregnato la tela, strappata in corrispondenza dei chiodi che la tenevano legata al telaio e la pittura, in seguito all'arrotolamento, era quasi completamente scrostata. Una successiva ripulitura, inoltre, aveva finito con il danneggiare ulteriormente le scaglie superstiti dei colori originari, rendendone quasi impossibile la lettura.
Nella ricostruzione offerta da Cordani compaiono a destra la facciata della chiesa di San Pietro, dove in passato si sarebbe tenuta la fiera, le case di via Cesari digradanti verso corso Vittorio Emanuele e nella parte sinistra una folla di popolani e nobili raccolta intorno alle bancarelle ed agli spettacoli dei giocolieri. I bambini reggono in mano il tradizionale “castello”: un bastone lungo fino a due metri ed avvolto in carta colorata sul quale, ad una distanza di una ventina di centimetri l'uno dall'altro, erano fissati dei cerchi concentrici di cartone colorato a cui erano appesi dolci tradizionali e piccoli doni". (
leggi qui la storia della Fiera di San Pietro)
Interessanti sono poi alcune curiosità sulla Fiera, sempre raccolte da Fabrizio Loffi, come quando un leone scappò dalla gabbia o quando arrivò il muro della morte con soli equipaggio femminile. (
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Il servizio fotografico è di Gianpaolo Guarneri (fotoStudio B12)
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