Teleriscaldamento, aperta istruttoria Antitrust per A2a e Iren. "I prezzi praticati seguono l'andamento del gas anche quando l'energia è prodotta da altre fonti più economiche. Il caso Cremona"
Sotto la lente dell'Antitrust le due aziende produttrici di energia. Motivo dell'istruttoria è l'ipotesi che i due colossi del riscaldamento avessero indebitamente tratto extraguadagno dalla tariffazione del Teleriscaldamento, calcolando una quota superiore al dovuto. Facciamo un passo indietro. Per produrre energia ci sono molti modi. Le grandi aziende normalmente sommano la produzione con i vari modi e somministrano ai propri clienti l'energia ed il costo che è occorso per produrla. Questo nelle forniture normali delle utenze domestiche autonome funziona. Per il teleriscaldamento, essendo una modalità emergente, non c'è ancora una completa legiferazione. Questo limbo giuridico permette di non avere "paletti" sui prezzi praticati, lasciando di fatto alle aziende la possibilità di esercitare il prezzo desiderato senza alcun limite. Certo, produrre riscaldamento con fonti rinnovabili ha un costo, produrlo con combustibili fossili ne ha un altro (inferiore) e così via discorrendo. Secondo l'indagine preliminare dell'Antitrust, dopo le numerose segnalazioni circa l'onerosità delle fatture per il Teleriscaldamento, ha osservato alcune pratiche scorrette fra cui praticare il prezzo basato sull'andamento del costo del gas naturale (in questi mesi lievitato fortemente) producendo però energia con altre fonti meno costose quali, ad esempio per citarne una, le biomasse. Questo avrebbe, se verificato, prodotto un extraguadagno indebito per l'azienda. L'altra pratica sarebbe nelle difficoltà di staccarsi dalla fornitura di Teleriscaldamento e la forte onerosità delle tariffe. A Cremona l'energia per il Teleriscaldamento sarebbe prodotta per il 60-70% da gas, il resto sono rifiuti 10-20% e biomassa legnosa 10%. In uno stralcio della relazione (che alleghiamo qui sotto) si legge: "I prezzi praticati dai gestori del TLR, pur basandosi su una formula che si propone di quantificare il “costo evitato” dal consumatore nel rinunciare a ricorrere a un sistema di riscaldamento tradizionale, eccedono la stima che tale Autorità ha effettuato dell’effettivo costo, per un consumatore, di un sistema di riscaldamento tramite caldaia a gas. L’evidenza di tale differenza di prezzo unidirezionale induce quindi a ritenere che la capacità dei consumatori di quantificare correttamente ex-ante i costi associati ai diversi sistemi di riscaldamento e di compararli appare tuttora insufficiente"
In attesa di ulteriori notizie sull'esito dell'accertamento non ci resta che rimanere all'erta sperando che, nel caso le accuse venissero confermate, i consumatori vengano tutelati e adeguatamente rimborsati. Nel mentre, non si può certo nascondere una certa preoccupazione nei confronti di un'azienda che, senza alcuna battuta d'arresto, sta per installare sul territorio cremonese l'ennesimo impianto per nulla gradito.
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commenti
Rossano
27 giugno 2023 14:15
Anche qui a Milano, A2a unica alternativa al nostro teleriscaldamento d'interi quartieri è nella stessa situazione, partono con il gas e procedono indi con materiale Amsa che noi tutti cittadini creiamo come scarto, ma paghiamo tutto come gas. Aspettiamo cenni anche dal conflitto d'interessi tra Comune A2a e Amsa.
La legge è uguale per tutti? R&p.