29 dicembre 2024

Trentacinque anni fa chiudeva la casa di cura "La Pace", ogni anno vi nasceva la metà dei cremonesi. Oggi è la Casa di Riposo Giovanni e Luciana Arvedi

Trentacinque anni fa, era il 31 dicembre 1989, chiudeva la Casa di Cura "La Pace" di via Massarotti. Una lunga storia di sanità privata a cui era legata la nostra città. La comunciazione ai medici e al personale arrivò il 5 novembre dello stesso anno. La Casa di Cura "La Pace" era un luogo sanitario molto apprezzato dai apprezzato sia per i reparti di degenza che per le chirurgie e soprattutto per le nascite. Circa la metà dei nati in città venivano alla luce alla clinica «La Pace». E' questo uno dei dati che indicano la «vitalità» della casa di cura di via Massarotti. I reparti in funzione al momento della chiusura erano cinque: tre chirurgici (chirurgia generale, ostetricia e ginecologia, oculistica) e due internistici (medicina generale e riabilitazione). I posti letto convenzionati con l'Usl 51 erano 122 sui 149 autorizzati dalla regione Lombardia. Tra i 122 anche dieci letti destinati ai malati terminali, secondo un accordo stipulato con l'Unità sociosanitaria. La saturazione dei posti letto convenzionati è di circa l'85-90 %, specialmente elevata nei reparti di ostetricia e di chirurgia.

"La tradizione della casa di cura 'La Pace' - dichiarò il dottor Martino Manfredi, all'epoca direttore sanitario della clinica di via Massarotti-  è decisamente bel- la e radicata nella gente cremonese. Tutti quanti hanno potuto toccare con mano la dedizione delle nostre suore adoratrici. Mi spiacerebbe davvero che questa tradizione di lavoro continuo per gli altri si interrompesse".  Al momento dell'annuncio della chiusura erano 18 i medici in servizio alla Clinica e una quarantina tra infermieri e personale generico. L'annuncio vene fornito dall'avvocato milanese Mario Savanco. La prospettiva della chiusura nasceva dalla mancanza di vocazioni religiose che pregiudicava la presenza futura di suore nei reparti, negli uffici e nella gestione complessiva della casa di cura nonchè il preventivo di 4 miliardi di lire per interventi inderogabili di messa in sicurezza. «La congregazione - disse l'avvocato Savanco ai medici - ha circa 800 suore di cui il 40% supera i settant'anni di età. Potrebbe venire meno quell' assistenza religiosa che ha caratterizzato la clínica ed il ricorrere a personale specia- lizzato sarebbe eccessivamente gravoso economicamente».  Purtroppo nonostante le proteste dei medici, del personale e centinaia di firme raccolta anche dal quotidiano locale tra i cremonesi , alla fine dell'anno la casa di cura chiuse definitivamente. 

Così don Carlo Pedretti raccontava la nascita della Pace. La Casa di cura «La Pace» venne fondata da mons. Emanuele Rossi negli anni Trenta per l'accoglienza di malati mentali recuperabili. Immersa nel verde di una grande ortaglia, in fregio con via Massarotti allora tangenziale ovest della città con traffico irrievante, era in posizione ideale per la cura delle malattie depressive. Il Rossi, canonico del Duomo e fondatore dell'istituto «Maria Ausiliatrice» per le fanciulle abbandonate dalle famiglie, era stato per lunghi anni parroco dell'ospedale maggiore cittadino: era quindi esperto nelle carenze delle istituzioni pubbliche anche sul fronte della psichiatria tradizionale praticata nel manicomio provinciale di San Sebastiano. Con l'aiuto di pochi tecnici e di molti benefattori provvide alla erezione di una prima ala, additandone la direzione alle suore Adoratrici di Rivolta d'Adda, fondate dal servo di Dio don Francesco Spinelli allora in forte espansione numerica. Era stato il vescovo Giovanni Cazzani a consigliare l'affidamento a queste religiose partico larmente qualificate nell'assistenza ai malati. Il testamento del fondatore delle suore, il Beato Spinelli, nel suoi trestamentio spirituale aveva scritto: "Asciugate infinite lacrime, accendete infinitiu sorrisi" Nell'arco di pochi anni l'iniziativa assunse più ampie dimensioni, rinunciando al progetto primitivo e offrendo ospitalità ad alcuni settori di malati acuti.  Un architetto milanese dotato di forte personalità imprenditoriale provvide alla stesura di un progetto da realizzare a blocchi, e a scadenze ravvicinate. Nuovi reparti e nuove attrezzature cliniche resero "La Pace" più accogliente, ottenendo la convenzione con le strutture pubbliche giustamente esigenti un continuo aggiornamento ricettivo, assistenziale e terapeutico. A sottolineare l'ispirazione religiosa della Casa concorse anche l'erezione di una nuova cappella.  Il traffico intenso di via Massarotti consigliava poi una serie di innovazioni edilizie e ambientali che consentivano di conservare all'opera un relativo silenzio in armonia con il suo titolo beneaugurante. Poi la crisi vocazionale. 

Il resto è storia recente: casa di riposo per suore anziane, poi l'intervento della Fondazione Arvedi Buschini, la riqualificazione. La Fondazione La Pace Onlus nasce nel marzo 2011 con lo scopo di creare all’interno della città  di Cremona un complesso di servizi in grado di rispondere in maniera progressiva ai diversi bisogni assistenziali dei cittadini andando così ad accrescerne l’offerta. La Fondazione si pone come struttura aperta e permeabile alle esigenze del territorio del quale vuole contribuire ad essere punto di riferimento.

Enti fondatori della Fondazione La Pace Onlus sono le Fondazioni Elisabetta Germani centro socio assistenziale di Cingia de Botti, Fondazione Istituto Carlo Vismara Giovanni de Petri di San Bassano, Fondazione Villa Sacro Cuore Coniugi Preyer di Casalmorano, Fondazione Opera Pia SS Redentore di Castelverde, la Società  di mutuo soccorso e previdenza fra i Sacerdoti della Diocesi di Cremona, Società  Consortile Armonia con sede in Cremona.
La Fondazione La Pace Onlus gestisce la Casa di Riposo Giovanni e Luciana Arvedi, sita in Cremona, realizzata nei locali della ex clinica La Pace, completamente rinnovata ed adeguata alla normativa regionale grazie all’intervento del benefattore Cav. Giovanni Arvedi che ne ha sostenuto le spese.

Il recupero dell’immobile è stato effettuato secondo le recenti indicazioni architettoniche del settore e privilegiando nei colori e negli arredi un effetto domestico. Il parco secolare circonda la struttura permettendo la gradevole fruizione del verde per ospiti, parenti e visitatori.

Le foto al momento della chiusura della Casa di cura "La Pace" e l'attuale struttura 

 


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