24 febbraio 2021

Un anno di ritardo nei lavori per togliere le barriere architettoniche in stazione, cantiere abbandonato (costo 2 milioni di euro)

Se non ci fossero di mezzo le persone diversamente abili e le loro vite, questa vicenda andrebbe catalogata in quelle che descrivono tristemente le opere infrastrutturali incompiute che popolano l’ ‘aiuola che ci fa tanto feroci’ . Tutto inizia nel 2018 quando, nell’ambito di un accordo quadro, la Rete Ferroviaria Italiana spa decide di utilizzare oltre 2 milioni di euro per lavori di adeguamento dell’accesso delle persone con disabilità e ridotta mobilità da compiersi all’interno della stazione ferroviaria di Cremona. Il progetto prevede: 2 ascensori, l’innalzamento del secondo marciapiede, quello sui binari 3 e 4, nonché la riqualificazione del sottopasso. Nel 2019 partono i lavori. Il termine è previsto per l’aprile 2020. Se l’innalzamento del marciapiede e la riqualificazione del sottopasso vengono realizzati nei tempi previsti, gli ascensori strumento indispensabile per i disabili, è ancora un cantiere e i lavori sono abbandonati da tempo. Una sorta di piccola cattedrale nel deserto. Tutto ciò è ancora più inquietante visto che le strutture principali degli stessi ascensori sembrano, all’occhio profano, essere a buon punto. Qualche dettaglio resta ancora avvolto nel mistero. Se la gabbia sul secondo marciapiede è pronta, con tanto di cabina inserita, la parte davanti all’ingresso permane un cantiere recintato. L’uscita nel sottopasso è stata completata con tanto di pulsantiera e porte già montante. Resta, invece, avvolta nella nebbia l’infrastruttura che dal corpo centrale della stazione, dovrebbe portare al sottopasso. Sempre nel sottopasso, una semplice lastra metallica sbarra l’accesso al corridoio dove dovrebbe arrivare l’ascensore. La partenza della cabina è però quasi invisibile. E’ stata infatti incardinata in quella che, nel tempo che fu, era la sala d’attesa di prima classe e da anni interdetta all’accesso del pubblico. Ma quello che lascia non poco basiti è che quella stessa sala potrebbe essere data in affitto a un privato che ne facesse richiesta per impiantarvi un’attività commerciale. Questo almeno è quanto si legge sui vecchi manifesti che ricoprono la porta d’ingresso del locale. Dunque i disabili, qualora gli ascensori funzionassero, dovrebbero entrare in un luogo dove potrebbe svolgersi un’attività commerciale e quindi non sempre disponibile a tutte le ore del giorno. Scelta quanto meno singolare per un servizio pubblico come quello dei trasporti ferroviari. Ma il nocciolo della questione è un altro. A causa di questi imperdonabili ritardi, le persone diversamente abili non possono accedere a quel marciapiede e di conseguenza non possono salire sui treni che partono dai binari 3 e 4. Di fatto è limitata fortemente la loro mobilità; ovvero gli è negato un diritto fondamentale. Ma quello che è ancora più incomprensibile nella gestione del cantiere, è l’eliminazione delle rudimentali passerelle di legno poste tra i binari che aiutavano, con tutte le precauzioni del caso, l’attraversamento carrozzine o facilitavano le persone con problemi di deambulazione non in grado di affrontare le scale dei sottopassi. Certo qualcuno potrebbe obiettare che i lavori hanno subito uno stop causa pandemia; com’e’ accaduto in tanti altri casi. E’ altrettanto vero che proprio nel corso del lockdown, anche in quello più severo, i lavori edili sono comunque proseguiti. Terminare la costruzione e l’attivazione di questi strumenti, prima che per il rispetto del denaro pubblico, è un dovere etico delle istituzioni nei confronti di queste persone che non chiedono la carità. Ma solo di poter vivere e avere diritti come tutti gli altri. 

Luca Poli


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commenti


Michele de Crecchio

25 febbraio 2021 00:21

Peccato, perché, fino a non molti anni orsono, la nostra bella stazione era ancora ben conservata e decentemente mantenuta.