24 luglio 2021

Un itinerario mariano tra Cremona, Parma e Piacenza Una proposta dopo "Il cammino di San Marco"

Ci voleva l’idea, e la scelta, di un giovane e carismatico vescovo arrivato dal Piemonte e nativo della Liguria, Guido Gallese, 59 anni (da 9 alla guida della Diocesi di Alessandria) per ricordare, ricordarci e ribadire che il Grande fiume è anche terra di pellegrini ed eremiti, anacoreti e camminatori. Anche in questa chiave va letto e promosso il Po, unendo l’una e l’altra riva, senza distinzioni di province, città e regioni. Monsignor Gallese lo ha fatto portando con lui una quindicina di giovani della sua diocesi, per la seconda volta in tre anni, a compiere il “Cammino di San Marco”, da Alessandria a Venezia, in canoa e con il Sup.

Quest’ultimo, acronimo di stand up paddle board, non è altro che una tavola (simile a quelle da surf) sulla quale si pagaia in piedi. Il vescovo Gallese ne è un appassionato e, ancora di più, un esperto e lui, questo viaggio, ancora una volta, lo ha compiuto così. Due anni fa l’itinerario era stato percorso sul fiume fino a Boretto e poi a piedi fino a Venezia; quest’anno tutto via acqua, sul Tanaro prima e sul Po poi, con arrivo sulla tomba dell’Evangelista Marco fissato per la fine di luglio.

La comitiva ha fatto tappa anche nei nostri territori: a Cremona (con sosta alla Canottieri Leonida Bissolati per celebrarne il centenario), a Casalmaggiore e sulla riva opposta, a Polesine Zibello, con messa celebrata in quella “bomboniera” mariana che è la chiesetta della Beata Vergine di Loreto (meglio conosciuta come Madonnina del Po) che i cremonesi dovrebbero conoscere, se non altro per il suo campanile, copia (in miniatura) del nostro Torrazzo. Non una semplice impresa sportiva ma un vero e proprio pellegrinaggio, ideato e voluto dal presule che ha tenuto a richiamare il senso di questa esperienza come cammino interiore. Che può essere percorso a bordo di una imbarcazione, ma anche a piedi o in bicicletta, via acqua e o via argini. Da sempre, del resto, il pellegrinaggio è presente in ogni cultura e religione. In ogni epoca e latitudine. 

Per un credente, in modo particolare, il pellegrinaggio rappresenta un momento di pausa e di stacco dalla quotidianità. Si interrompono i ritmi spesso frenetici delle nostre giornate per mettersi in viaggio verso una mèta che è prima di tutto, appunto, interiore. Per un incontro ravvicinato con Dio. Attraverso un cammino fisico e spirituale. Per un dialogo più intenso dell’anima con il Signore. In cammino verso la mèta il pellegrino si immerge nella contemplazione della natura e della sua bellezza, e si rigenera nella preghiera, cuore ed essenza del pellegrinaggio. Esperienza fattibilissima nei nostri territori, sull’una e sull’altra riva del Po, osservando (cosa ben diversa dal semplice guardare) boschi e spiaggioni, argini e carraie, campi coltivati e piccoli o grandi borghi, tutti cresciuti all’ombra dei loro campanili.

Essere pellegrini, significa essere uomini e donne che camminano mossi da un profondo desiderio spirituale, che intraprendono un viaggio portando con sé il senso del sacro ed andando non verso una meta qualunque da visitare ma una meta densa di significato intrinseco. Una meta che sé racchiude il senso del cammino, pronta ad accogliere le bisacce che si portano lungo il viaggio. Una meta che una volta raggiunta, raccoglie e custodisce desideri e preghiere racchiudendoli in una promessa di speranza per il domani.

La pandemia mondiale – ricorda lo stesso vescovo Gallese - ci ha fatto rientrare in noi stessi: ora è bene uscire e mettersi in pellegrinaggio. E’ il momento di sperimentare una forma diversa di introspezione, partendo per un cammino che ci porterà alla tomba di San Marco, nel quale ci si nutrirà della parola scritta proprio da questo evangelista, si pagaierà sulle acque e ci sarà la possibilità di rigenerare lo sguardo e lo spirito immersi nelle bellezze della natura. È una grazia poterlo fare”.

Dopo la realizzazione della ciclovia VenTo, che collega Torino a Venezia, passando naturalmente per i nostri territori, ecco, grazie all’idea del vescovo di Alessandria, la possibilità di un ulteriore percorso fattibile e agevole per tutti, via acqua e via terra, verso Venezia e verso il mare, unendo i territori, senza distinzioni di confini e di rive, lungo e attorno a un fiume che è nostro ed è di tutti. Con la proposta, infine, in tema di pellegrinaggi e di fede intorno al fiume, di un percorso più locale, nel “triangolo” emiliano lombardo tra Piacenza, Cremona e Parma, che comprenda e colleghi tra di loro alcuni significativi luoghi dedicati al culto mariano: il santuario della Beata Vergine di Lourdes di Mezzano Chitantolo (Piacenza), la Cattedrale di Cremona, la chiesa della Madonnina del Po di Polesine Zibello, la chiesa di Brancere (nella quale, solo pochi mesi fa, il parroco di Stagno Lombardo ha proposto di creare un santuario mariano), il santuario della Madonna della Fiducia di Isola Pescaroli, il santuario della Madonna delle Spine di Sissa Trecasali, la chiesa di Santa Maria dell’Argine di Agoiolo e l’oratorio della Santissima Annunziata di Vedole di Colorno. Un itinerario di fede e di cultura, in un fazzoletto di terra, alla portata di tutti, a beneficio di tutti i territori. 

Paolo Panni - Eremita del Po


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