14 agosto 2024

Una De.Co per portare in Tour nel resto del mondo il Nobile Salame e il Tortello Cremasco...

Politicamente scorretto, divisivo (non garba a tutti), integralista (la Confraternita si è 'scissa' a causa sua), monello, esclusivo (in molti ristoranti gettonati e consacrati alla cucina contemporanea cremasca è assente), eccessivo, diverso... quindi cremasco, ma buono, gustoso e misterioso per origini (ma c'entra la fu Serenissima Repubblica di Venezia), beh il Tortello Cremasco appassiona e fa notizia. Basterà, gioverà una De.Co (per carità: intuizione buona e liberal, ma priva di un Consorzio quale appeal smuoverebbe?) alla causa, a portarlo ovunque? Mah...

Antonio Bonetti, cuoco appassionato in pensione, ricercatore e Food Blogger ha sempre avuto le idee chiare in merito. E tempo fa diceva proprio al sottoscritto giornalaio da giornaletti: "Al mio Bistek di Trescore Cremasco, l'effetto Luca Guadagnino, il regista che nel suo filmone 'Chiamami col tuo nome', i Tortelli Cremaschi di Moscazzano li ha inseriti, l'ho sentito poco, ma non rientravo nel grande giro di Crema. Il piatto nostrano per eccellenza lo faccio seguendo il per così dire 'modello da sagra'. Una volta infatti, in concomitanza delle feste paesane se ne facevano tantissimi e più che alla forma si badava alla sostanza. Mi concentro proprio sul pieno, tutto macinato e la ricetta è segreta e vecchia, risale alla mia povera nonna che mi diceva: i tortelli da trattoria devono essere più buoni di quelli fatti in casa, altrimenti la gente al ristorante non li mangia. In ogni paese c'è una versione e una ricetta, l'importante è che si utilizzi l'Amaretto Gallina e che nel ripieno non ci sia la carne. Per quanto mi riguarda poi, fatti saldi questi principi, ognuno può sbizzarrirsi come vuole. A Crema per esempio va la formula a cinque pizzichi. A Vaiano Cremasco è addirittura quadrato. Queste diversità arricchiscono il piatto che rappresenta il nostro territorio. Che vino abbinare a Re Tortello? Piatto ricco e denso di gusto, burro e Grana Padano, io li adoro accompagnati ad un Barbera vivace dell'Oltrepò Pavese. Ora tuttavia è di gran moda il Lambrusco, in tutte le sue tipologie, ben freddo, servito in grandi, ampi calici". 

Chef del mondo di mezzo (la sua epica 'Hostaria San Carlo' e alle Colombare di Moscazzano: affascinante terra di confine) Sergio Brambini, (colui il quale ha ipnotizzato Alessandro Borghese in una puntata del format 'Quattro Ristoranti' coi Tortelli) ha sempre sostenuto che... più del Tortello Cremasco e del Nobile Salame Nostrano, ecco il Salva Cremasco Dop (è stato pure una De.Co, ma il lavoro da fare per esportarlo è tutt'oggi tanto), oltre a ben rappresentare, sulla tavola, il pathos del Granducato del Tortello, opportunamente confezionato, rappresentato e distribuito, può diventare, per la Bassa Lombardia e l'Italia, ciò che la Feta rappresenta per la Grecia.

Scrisse Beppe Severgnini sul Corriere della Sera, colui il quale, da Benedetta Parodiin Tv, anziché i Tortelli portò le 'Farfalle alla Cremasca': "Il tortello mantovano è volonteroso, ma blando. Piacevole, ma prevedibile. Gradevole da principio, poi monocorde. Il tortello cremasco, quello sì che è buono. Il vostro, tutt'al più, è buonista. Il tortello di zucca è come uno sbadiglio: ogni tanto ci vuole, ma non bisogna esagerare. E' cibo da ricchi (ma pure i Torelli di Crema, oggi costicchiano ei ristoranti, no?) travestito da cibo per tutti. So perfettamente che voi a Mantova mangiate meglio di noi a Crema: il mio palato non è campanilista. Ma a Crema abbiamo una specialità, un'area di eccellenza: il tortello dolce. Piatto interessante, intrigante, sinfonico: amaretto scuro, cedro candito, grana, mostaccino, uovo, un sospetto di menta. Il tortello cremasco è un colpo di genio: ha personalità, fantasia, grinta". 

Detto ciò, davvero unaDe.Co. (denominazioni comunali) o De.C.O. (denominazioni comunali di origine), vale a dire, certificazioni del settore agroalimentare che hanno la funzione di legare un prodotto o le sue fasi realizzative ad un particolare territorio comunale d'appartenenza, servirà a far conoscere, fuori dal Granducato del Tortelli, la sua mistica portata a base di pasta fresca ripiena, una composizione varia, il cui ripieno è costituito da 11 ingredienti non simpatici a tutti i gusti? Mah ... probabilmente sì, oppure no, lo scopriremo vivendo. Ma forse, per far parlare del suo territorio sul serio, ehm, lontano dal fiume Serio, il Tortello di Crema, bisognerebbe accompagnarlo in manifestazioni tipo Golosaria, Milano Golosa, il Cibus, il Vinitaly, il Mercato dei Vini e abbinarlo, mediante sinergia tra regioni, ad aziende vinicole, poiché il vino è Ambasciatore che porta lustro. E a Spineda, solo per fare un esempio: enclave cremonese in territorio mantovano, la premiata Cantina Caleffi sta conquistando il mondo. E magari, un passaggio ai Tortelli Cremaschi, non lo negherebbe. Ah ... fermo restando che la tradizione appaga, ecco, la rivisitazione, naturalmente senza dimenticare le origini, talvolta paga e magari, aiuterebbe pure a conquistare quei ristoratori, richiesti, frequentati, ma restii a inserire in carta il Tortello.

 

 

Stefano Mauri


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