Una nuova verità sulla Sindone arriva da Cremona. Il restauratore Luciano Sassi di Isola Dovarese: quell’immagine dall’ossidazione degli olii
Luciano Sassi è restauratore di libri e documenti antichi per l'Archivio di Stato di Milano e Mantova da oltre 42 anni.
Studioso autore di numerose scoperte storiche svela l'esito di 24 anni di studi al settimanale Oggi:
"Sono certo che l'immagine sul telo di lino sia frutto di un fenomeno di ossidazione prodotto da un corpo umano".
Necessaria questa precisazione, come spiega Sassi al settimanale Oggi, perchè vennero fatti numerosi tentativi di ripetere l'impressione dell'immagine sul telo.
"I tentativi di replicare l'immagine mediante l'irradiazione con raggi ultravioletti è fallita".
Lo studioso non è nuovo a scoperte eclatanti, fu infatti proprio lui a scoprire e certificare la prima firma autografa di Leonardo da Vinci, l'unica conosciuta ad oggi.
Ad avallare la teoria di Sassi i professori Mauro Carcello e Dominga Rogolino, docenti del Dipartimento di Scienze Chimiche e della Vita dell'Università di Parma, ritenendo la teoria "obiettiva e lineare".
Entrando nello specifico della tesi dello studioso di Isola Dovarese, gli studi hanno riguardato non solo il telo, ma anche le sostanze che si sono impresse su di esso con uno sguardo alle Scritture.
"Nel Vangelo di Giovanni si narra che Nicodemo portò una mistura di aloe e di mirra di circa cento libbre, e che il corpo è stato trattato con olii aromatici com'è usanza seppellire i Giudei".
Quello che dicono i Vangeli è compatibile col tipo di sostanze reperite sul telo, ma manca un tassello. La Sindone dovrebbe essere stata ripiegata e riposta dai discepoli in una cassa. Sicuramente è lì che si trovava il 4 dicembre del 1532 quando mentre era custodita dai Savoia nella Sainte Chapelle di Chambéry ci fu un incendio e il telo si bruciacchiò.
Un passaggio importante perchè "nel tempo le sostanze grasse si ossidano, diventano color nocciola. Ecco quindi apparire sul lino le fattezze dell'uomo della Sindone. Nei libri chiusi sugli scaffali avviene la stessa cosa: compaiono elementi che prima non si vedevano".
La Santa Sede, che ricordiamo ancora non ha espresso una sua posizione ufficiale pur autorizzandone il culto, ancora non ha potuto vagliare questa nuova incredibile ipotesi, che potrebbe essere verificata, per esempio, sulla salma di un ecclesiastico come suggerisce il giornalista di Oggi Stefano Lorenzetto.
Finora molti pontefici si sono pronunciati contrari o favorevoli, ma i recenti Pio XI e Giovanni Paolo II hanno espresso soltanto convincimento personale sull'autenticità della Sindone, essa viene infatti venerata come "icona della Passione di Gesù", senza alcun accenno alla veridicità o meno.
"L'argomento è molto delicato - risponde Sassi all'intervista di Oggi - bisogna trovare qualcuno disposto ad ascoltarti e crederti".
Alcune certezze però le abbiamo. I dati scientifici oggi disponobili ci permettono di dire che sul telo di lino è impressa l'immagine di un uomo di circa 40 anni, con evidenti segni di ferite compatibili con quelle narrate su Gesù nei Vangeli, da cui sono usciti fluidi e sangue di gruppo AB. Finora la scienza non è stata in grado di dimostrare come l'impronta così nitida di una persona possa essersi trasferita sul telo, ma se la teoria di Luciano Sassi fosse verificata non solo avremmo una spiegazione scientifica ad un evento che finora poteva solo essere interpretato attraverso la Fede, ma questa tesi potrebbe perfino avvalorare informazioni preziose sulle ultime ore di vita e sulla morte dell'uomo la cui Sindone è venerata da milioni di fedeli come il sudario che avvolse Gesù il Nazareno.
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commenti
Pasquino
8 settembre 2022 18:54
Grandissimo studioso e scienziato !
Michele Salcito
9 settembre 2022 16:03
E' vero che la colorazione dell'immagine somatica visibile sulla Sindone è il prodotto di una ossidazione però, come accertato dal primo gruppo internazionale di studi del 1978, c'è stata anche la disidratazione e la coniugazione all'interno dei componenti chimici delle fibrille di lino con cui fu tessuta la tela. La pista dell'immagine latente resta ancora in piedi, ma prima bisognerebbe poter escludere l'ipotesi di un fenomeno geologico legato a movimenti tellurici e contemporanee scariche elettriche che avrebbero reso la Sindone simile ad una lastra di sviluppo fotografico. In questo articolo c'è comunque una verità prima sconosciuta. L'Uomo della Sindone ha circa 40 anni e non 33 come si pensava secondo la tradizione e così è anche per il Gesù storico che nacque 6-7 anni prima dell'era volgare. Ciò aumenterebbe le probabilità che il Gesù dei Vangeli e l'Uomo della Sindone siano la stessa persona-