Vandeputte ripartirà dalla sfida con il Catanzaro? Snaturare il suo ruolo significa limitarne le potenzialità e la Cremonese non se lo può permettere
Venerdì prossimo Andrea Fulignati e Jari Vandeputte, faranno ritorno a Catanzaro, per la prima volta, in veste di avversari. Non vi è dubbio sul fatto che i loro tifosi (perché tali resteranno al netto della maglia indossata), li accoglieranno con affetto e rispetto, per quello che hanno dato nelle passate stagioni, con la maglia delle ’aquile’ calabresi.
Insieme hanno rappresentato la prima scelta della società per rafforzare la rosa grigiorossa in questa stagione. Il loro nome era scritto da tempo sul taccuino del ds grigiorosso Giacchetta, che ne aveva potuto apprezzare le qualità ed il valore, nella doppia sfida di campionato e nella doppia sfida dei playoff della scorsa stagione.
Prestazioni che devono aver convinto la società grigiorossa a muoversi in anticipo e senza troppi vincoli di spesa per strapparli alla lunga fila di concorrenti, attraverso un abile e paziente lavoro diplomatico da parte della dirigenza grigiorossa.
Entrambi si sono dimostrati ‘superlativi’ nei loro ruoli, Fulignati per le sue capacità nel parare (che abbiamo potuto apprezzare in queste prime partite) e per capacità di lettura e di palleggio e di partecipare alla costruzione del gioco.
Nel caso di Vandeputte, questo inizio di stagione, non è stato come la maggior parte dei tifosi si sarebbero aspettati: 141’ in 4 gare di cui solo due da titolare ed in un ruolo (mezz’ala) che non ha pagato la scelta del mister e le aspettative dei tifosi.
Vale la pena ricordare che il belga è arrivato a Cremona dal Catanzaro, come il miglior uomo-assist dello scorso campionato (14) con 9 reti all’attivo in 36 gare. Ancor meglio ha fatto nella stagione precedente, quella della promozione della compagine calabrese dalla C alla B, con 11 reti e 20 assist in 34 gare, per un totale di 28 gol e 53 assist nelle 131 partite con la maglia giallorossa.
Va da sé che ad inizio stagione, serva tempo e pazienza per l’inserimento di un nuovo elemento, a maggior ragione se in un contesto già consolidato come quello grigiorosso. Il compito del mister resta quello di capire come e dove inserirlo senza snaturarne troppo le caratteristiche tecniche e tattiche, nel miglior modo e nel minor tempo possibile, per dare continuità di prestazioni al giocatore.
Nello specifico il problema è che nel 3-5-2 di Stroppa il ruolo ricoperto nel Catanzaro agli ordini di Vivarini ‘non esiste’ o comunque c’è (quello di quinto) che però presuppone lo spendersi nelle due fasi per tutta la fascia.
Vandeputte è un esterno offensivo, di fatto un attaccante, schierarlo come mezz’ala, lo aliena dagli spazi che gli permettono di saltare l’uomo in velocità, di crossare, di accentrarsi per andare al tiro.
A questo punto viene da chiedersi se valga la pena insistere su questa strada, rischiando di perdere la fiducia e le potenzialità del giocatore.
Storie già viste, come quella dell’idea fissa di Zanimacchia trequartista di Alvini, una forzatura che ha indotto il giocatore a tornare a metà stagione nel 4-2-3-1 di Pecchia, che ne aveva valorizzato le doti.
In tempi più recenti è capitato a Cesar Falletti, uno dei migliori colpi dello scorso mercato invernale di serie B, voluto ed arrivato lo scorso gennaio e finito nel dimenticatoio fino alla cessione in prestito al Bari.
Domande che troveranno la risposta con il passare del tempo, delle partite e con i risultati che, al netto di prestazioni che spesso sono solo di contorno e di conforto, alla fine determinano il destino delle squadre, dei giocatori e degli allenatori.
Quello che è certo che deve essere ribadito è che Jari Vandeputte rappresenta ancor prima che un importante investimento della società, un giocatore di assoluto talento che aggiunto a questa rosa di giocatori, va valorizzato per quelle che sono le sue caratteristiche tecniche e sopratutto tattiche.
La differenza, a fronte di rose così complete e forti, la fa l’allenatore, che deve dimostrare di essere in grado di gestire e valorizzarne il valore attraverso le scelte tattiche e tecniche.
Stroppa ha tutto quello che serve per fare un campionato da protagonista e deve dimostrare di essere all’altezza di questa rosa e dell’obbiettivo che si è prefisso la società, che a fronte degli investimenti (e delle esperienze fatte) non farà sconti a nessuno.
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