10 ottobre 2024

Via Genala, un tempo alberata: sono 26 i ceppi di robinie e frassini tagliati 5 anni fa, mai rimossi e mai sostituiti. Eppure nella nostra città c'è un gran bisogno di verde e di aria pulita

C'era una volta una strada alberata, affiancata da robinie e frassini che rendevano pregevole la vista e in estate offrivano il piacevole refrigerio dell'ombra. 

Oggi non la riconoscereste: parliamo infatti di via Genala, la trasversale che collega Piazza IV Novembre (Porta Romana) a via Giordano e che fino a qualche anno fa era caratterizzata dalla piacevole presenza a lato strada di numerosi alberi dei quali oggi, oltre al ricordo, rimangono solo i ceppi. Sì perchè quelle robinie prima e quei frassini poi sono stati tagliati già da alcuni anni, decapitati letteralmente ad altezza d'uomo e i loro ceppi sono stati lasciati lì sul posto (se ne contano ben 26), una sorta di macabro 'memento mori' che, oltre ad essere sgradevole alla vista, crea non pochi problemi a chi deve parcheggiare.

Le foto parlano da sole (le ha postate tutte Giovanni Gaia sul suo profilo Facebook) e descrivono senza tante parole uno scempio che da anni si presenta a chi percorre la via. Eppure esisteva (o forse esiste ancora?) un piano di ripiantumazione che però, evidentemente, non è ancora stato messo in campo. 

Ma come mai sono stati tagliati questi alberi? Andando a ritroso, troviamo delle robinie lungo Via Genala, che però vennero considerate 'pericolose' perchè troppo grandi e pertanto avrebbero potuto causare danni in caso di caduta o di forte vento; si decise pertanto di procedere al loro abbattimento e sostituzione con dei frassini. Ma per questi nuovi alberi la vita fu breve perchè presto seccarono (forse non erano le essenze adatte a quella zona?) e di nuovo - parliamo di ormai 5 o 6 anni fa - si procedette all'identificazione delle piante da tagliare per essere sostituite, per terra addirittura furono fatti i segni con la vernice rossa per identificare il luogo per la piantumazione.  Ma di fatto, e le foto sono lì a dimostrarlo, l'unica cosa che venne fatta fu 'decapitare' i tronchi sopra il metro di altezza e lasciare lì i ceppi ad imperitura memoria. Sono passati oltre 5 anni, i segni rossi sono andati via col tempo mentre i ceppi sono rimasti: qualcuno ha fatto nuovi germogli (evidentemente non era seccato del tutto), su altri con la stagione umida crescono i funghi, qualche ceppaia è definitivamente marcita e risulta pericolante.

Insomma, un vero peccato perchè quei tronchi lì così non servono a nulla se non a dare fastidio a chi parcheggia e creare in molti casi una fonte di pericolo. Senza contare che è notizia proprio di una manciata di giorni fa il nuovo ennesimo primato di Cremona come città più inquinata d'Italia per la concentrazione di polveri sottili e CO2: proprio il verde è un alleato nel combattere l'inquinamento e nel mitigare le temperature in estate.

Ci si aspetterebbe quindi di veder aumentare il numero di piante e alberi nelle vie e nei parchi dove lo spazio lo permette. Ma sempre più spesso nella nostra città avviene il contrario.

Michela Garatti


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commenti


Chemist

10 ottobre 2024 16:59

Parole sante...

Paolo

10 ottobre 2024 18:14

Stessa cosa in via Cà del vescovo.

Daniro

11 ottobre 2024 07:06

Guardando le foto e passando di lì pare invece evidente un'altra realtà e cioè che le piante, vive o morte, siano il vero ostacolo alle auto li sotto parcheggiate. Ma come fanno a sopravvivere queste povere piante se non hanno terra, la minima protezione, ma solo ghiaia ben costipata? Come verrebbe presa dai residenti la decisione di rifare un vero viale alberato come era una volta con un adeguato spazio per gli alberi che ridurrebbe drasticamente il parcheggio? E quindi si preferisce soprassedere.