Villa Verdi, vuota e abbandonata con erbacce e umidità. Dopo 9 mesi di parole la si dichiari almeno "monumento nazionale"
Era il 19 marzo scorso quando, pensando a un evento di cui si sarebbe parlato, i quattro comuni: Piacenza, Parma, Villanova sull’Arda e Busseto, con i due teatri cittadini e le tre corali, del Municipale di Piacenza del Regio e “Verdi” di Parma organizzarono per San Giuseppe gli “auguri di buon onomastico” al Maestro Verdi e alla sua “Peppina” nella villa di Sant’Agata, abbandonata dal 30 ottobre 2022 in attesa che l’Istituto vendite giudiziarie la metta all’asta.
Immaginavano forse di attirare l’attenzione e stimolare le donazioni alla raccolta fondi promossa dal ministero competente, facendo entrate 100 pellegrini dal cancello principale della villa e regalando loro (fortunatamente gratis) lo squallore del giardino pieno di erbacce e foglie morte, dei muri intrisi di umidità, delle finestre tristemente chiuse? O speravano che la musica del preludio de “I masnadieri” e, soprattutto, le voci del “Va pensiero” fungessero da anestetico al dolore che tutti hanno provato per lo stato in cui versa l’unico vero monumento verdiano: la grande villa che Riccardo Muti ha chiamato “la ventottesima opera del Maestro”. La lite fra gli eredi, l’intervento del tribunale, lo “sfratto” a chi viveva a Villa Verdi praticamente da quando era nato e l’abbandono forzato, che dura ormai da molti mesi, della grande casa gialla che Giuseppe Verdi e Giuseppina Strepponi abitarono per moltissimi anni, oggi, vedendo lo stato di degrado in cui versa Villa Verdi, fanno venire a chiunque abbia un minimo di cuore e soprattutto a chi, come il sottoscritto, è cresciuto a pane e “Rigoletto” un magone grosso così. Tanti bei proclami, tante belle parole per ricordare l’importanza di Villa Sant’Agata, per riflettere (ma ce n’è bisogno?) su cosa sarebbe l’Italia senza Verdi e a sollecitare le istituzioni a farsi carico della questione; però restiamo sempre nel classico, italianissimo, similverdiano “Armiamoci e partite”. Un appello, con il confronto di una foto dell’ingresso a Villa verdi nel 2013 e una di ieri: Ministro Sangiuliano, lei a Villa Verdi c’è stato, ha dichiarato il suo impegno e la volontà di acquisire allo Stato il prezioso edificio che è un vero e proprio autoritratto del Cigno. Almeno lo faccia dichiarare “Monumento nazionale”. Sarebbe un primo passo. Ma le case vuote crollano, signor ministro. E Villa Verdi è vuota da quasi nove mesi…
Nelle foto, così appare oggi Villa Verdi e come appariva quando era abitata e meta di visite
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commenti
Laura Cavalli
30 giugno 2023 05:55
Infinita tristezza , assenza totale di qualcuno che seriamente si faccia carico in concreto di un bene così prezioso.
Ho sperato che il ministro fosse diverso dai politici
nullafacenti ma non e'così.
Grazie di aver segnalato e descritto la situazione solo la stampa può dare voce
questo squallore !!!!!
Sono nata a S.Agata .....
Tatiana Chivarova
30 giugno 2023 07:11
Sono una cantante lirica e ho cantato proprio Verdi alla Scala, Leonora della Forza del Destino. Adoravo la Villa, era una cosa unica! Mi piange il cuore vederla così, ma lo sospettavamo che sarebbe successo. Ora lasciamo stare il ministero, la regione ed i comuni competenti che sicuramente sono responsabili. Ma la responsabilità maggiore ce l'hanno gli eredi di Verdi. Avidi solo di soldi. Gli eredi che non si mettono d'accordo, vogliono dividere la proprietà, e al posto di unire gli sforzi per tenere il museo, loro vogliono invece i soldi, ciascuno la sua parte. Miseri. Indegni. Allora venderla la villa a chi la curerà, almeno continuerà a vivere. Ripeto, vergogna! Fate l'asta il prima possibile! Inammissibile tutto questi. Che poi lo stato non ha soldi per comprare la villa, è un'altra vergogna. So però che ha offerto una cifra agli eredi per acquistare la villa, malori hanno voluto di più. Allora l'unica è l'asta.
Domenico
30 giugno 2023 12:05
Italia 30.06.2023
Ho la vaga impressione che da Lassù il maestro e le sue signore siano non certo contenti per quello che sta accadendo. Una regione ricca come l'Emilia e Romagna in collaborazione con il governo nazionale passi alll' acquisto della storica tenuta facendola diventare un museo permanente e centro studi internazionali verdiani.
distinti saluti
Domenico Silla
Candia Giorgio
30 giugno 2023 18:16
Che tristezza un'altra storia all' italiana, speriamo in un un accordo
Roberto Garioni
30 giugno 2023 13:13
Una vera vergogna!!! Forse è quel che ci meritiamo: lo sfacelo e non la bellezza delle sue opere
Matteo Concari
1 luglio 2023 11:41
Caro giornalista che ha scritto l'articolo. Prima di arrivare alla Villa,ha visto il contesto nella quale è circondata? Avrà percorso strade e piccoli ponti o chiuso o a senso alternato. E'facile fare demagogia su di un argomento dove per ora il Pubblico può fare poco . Faccia anche denuncia dell'abbandono della bassa parmense ad un degrado sempre più evidente. Oltre che al Ministro che di queste Ville ne avrà a centinaia da tenere a bada, faccia un appello al presidente della provincia che ogni tanto venga in mezzo alla nebbia e alle zanzare.
Egidio
2 luglio 2023 18:11
Gentile Maria Teresa, in questa Bassa ci sono nato e ci vivo da sempre. Il pubblico può fare poco? Allora perché tanti proclami e tante promesse? Conosco Villa Verdi da decenni ed è indegno lasciarla ridurre così. Possiamo passare da strade tortuose e da ponticelli a senso unico, ma ci arriviamo, checché ne pensi qualche amministratore che ha detto che si, in fondo la villa è fuori mano e non può diventare una meta turistica attrattiva. Ma ponticelli, stradine, segnaletica e promozione del territorio non dipendono dal pubblico? Siamo tutti dalla stessa parte e se ci facciamo sentire forse qualcosa si muoverà. A proposito: legga i numeri di Libertà del 1 e 2 luglio... stia bene e grazie dell'attenzione
Maria Teresa
1 luglio 2023 14:47
Si molto triste! Si buttano i soldi per eventi inutili, per abbattere e costruire stadi, cementifici inutili in tutta Italia e il recupero di questi patrimoni inestimabili non li cura nessuno! Che vergogna! Poi vediamo amministratori e uomini politici che piangono lacrime ipocrite di coccodrillo quando i nubifragi determinati dall'incuria umana, dall'egoismo e dalla sete del potere e del denaro abbandonano ogni recupero delle nostre radici culturali. In altre parti del mondo avrebbero fatto a gara per salvare questo gioiello! Cosa lasceremo alle nuove generazioni: solo disumanita'e ignoranza
Furlotti Maria Cristina
1 luglio 2023 19:22
È auspicabile che venga presa una soluzione al più presto, lasciata in questo stato di abbandono rischia un totale ammaloramento
Carolina Manfredini
2 luglio 2023 14:16
https://www.beniculturali.it/comunicato/23793