22 marzo 2024

Gli ultimi orinatoi ("i cantòon de 'l pìs") in città

Dall'archivio esce questa straordinaria prima immagine di autore sconosciuto. E' il passeggio di una elegante signora in via Rigotti, la breve strada tra via Cavallotti e Boldori, ottenuta dalla costruzione del Palazzo della Posta nel 1929. Su un lato le poste, sull'altro il quadrilatero della costruzione gesuitica del Cinquecento con l'ingresso, al tempo dello scatto della foto, della scuola media Guido Grandi. La signora, forse un'insegnante, passa davanti a uno degli ultimi orinatoi pubblici rimasti, pisàtòi in dialetto cremonese oppure "cantòon  de 'l pìs". La foto risale alla fine degli anni Cinquanta. Gli ultimi orinatoi pubblici rimasti in città erano appunto in via Rigotti, in via Faerno, in via dei Lanaioli (ed ecco la seconda foto di Faliva del 1958), ai Giardini Pubblici (zona casetta del custode), in piazza della Pace (dove adesso si apre un piccolo negozio, frequentatissimi dagli ambulanti: "gò gnan el tèemp de pisàa" dicevano quasi a giusticare la fuga dal banco) e in Palazzo comunale (gli unici, ammodernati, sopravvissuti). Certo non era un gran bel vedere smettere di corsa il lavoro per correre all'orinatoio pubblico ma ci si consolava con il detto "'l òm sàan el pìsa 'me 'n càan" e per chi ci andava tante volte si diceva "el gà sèen la pisaròola in vòolta". Ricordi. Ma anche questo faceva parte della vecchia Cremona. (M.P.)


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commenti


Giancarlo

23 marzo 2024 10:58

Fra gli ultimi ad essere stati rimossi e presenti almeno fino ai primi anni '70 dimenticate quelli doppi che erano installati in piazza Giovanni XXIII (lato Centro culturale)

Michele de Crecchio

7 maggio 2024 17:51

In ricordo dell'imperatore romano che aveva avuto la "geniale" idea di tassarli (l'urina dei passanti era allora raccolta e utilizzata per vari scopi) venivano anche chiamati "vespasiani". Molto comodi (ma solo per gli utenti maschi), ricordo che la loro utilizzazione era però vagamente inquietante per vari motivi: in particolare per i manifestini pubblicitari che non pochi medici, specialisti in malattie veneree, facevano pubblicare sulla parete interna degli stessi!