25 ottobre 2024

Pinedo con il granoturco per i piccioni in piazza. Così ne scriveva don Mario Cavalleri

La foto di Faliva questa volta nella Cremona di un tempo non è di un monumento o di una vecchia strada. E' di Pinedo, il venditore di granoturco per piccioni in piazza del Comune. Uno dei personaggi immortalati in fotografie di migliaia di turisti, quasi fosse un monumento davvero tra battistero, duomo e Torrazzo. Oltre che venditore di mais, Pinedo faceva parte anche della claque del Ponchielli, posto assicurato purchè partisse l'applauso e "il bravo" al momento giusto. LA fotografia è del 1964. Don Mario Cavalleri così scriveva di lui nel 1988.

"Chi non conosceva Pinedo? La domanda retorica è d'obbligo, perché fu Pinedo la figura più nota di tutti i politici di Cremona. Pinedo vendeva granturco per i pic- cioni in piazza Duomo. Senza essere narcisista, aveva una sua "cattedra", una sedia pieghevole, un suo stile di relazionarsi col pubblico. Anche se non aveva frequentato nessun corso post-universitario di public-relations, aveva un savoir-faire invidiabile. Se ancora vivesse, sarebbe ingaggiato da qualche ipermercato come addetto alle vendite. Non è escluso che questa sua abilità sia alla base della pericolosa moltiplicazione dei pennuti nella nostra piazza.

Pinedo riusciva a vender granoturco anche a chi poteva avere dei fondati motivi di odiare questi smerdatori di passanti e di monumenti. Ha venduto granturco a generazioni di bambini. Ne ha fatti felici a migliaia. È stato stampato in migliaia di fotografie-ricordo; anche lui resterà una delle persone cremonesi più "esporta- te". Ma Pinedo non faceva solo questo. La sua cortesia lo rendeva utile a chiunque. Se uno voleva evitare di trascinarsi la spesa per mezza città, la lasciava in consegna a lui, a Pinedo. Che ebbe in consegna borse di ogni tipo. Borse dimesse, si capisce, nessuna "ventiquattrore" da manager a chiusura segreta. Basso di statura, tarchiato, aveva un bel volto rubi- condo e pieno di bonomia. A differenza di molti uomini d'affari di oggi, che finalizzano al profitto o alla "resa" elettorale anche i rapporti umani, il Pinedo badava soprattutto a star bene col prossimo. Il resto (vendita del granturco, custodia delle borse, mancia conseguente) gli sarebbe venuto in più. E non si pensi che sia stato un ecologista, un "verde", un sostenitore dell'animalismo di moda, perché contribuiva al nutrimento dei piccioni. Niente di tutto questo: Pinedo i piccioni se li mangiava! Mano lesta, riusciva ad attirarli alla cattedra e... zac: allungava loro il collo. Preparati come Dio comanda, ne godeva poi con gli amici di sera, mentre la sua casa odorava di arrosto e rosmarino".


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commenti


harry

25 ottobre 2024 16:21

Buona parte dei ricavi della vendita di mais è stata "versata" in bianchini da Remo.