“Quel 'teatrino' che non fa onore al Teatro Ponchielli”
Vogliamo tranquillizzare il Sindaco di Cremona Andrea Virgilio, conosciamo la natura giuridica della Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli di Cremona, e intendiamo scongiurare il rischio, agli occhi dei cittadini lettori, che la responsabilità politica del Primo cittadino nelle decisioni amministrative relative al Teatro possano apparire come un elemento marginale.
Il Sindaco esprime preoccupazione circa un nostro presunto riferimento alle responsabilità del Comune di Cremona o della Giunta. Ma in quali passaggi esattamente avremmo formulato tale accusa? È forse sufficiente aver menzionato l’Amministrazione comunale per sollevare simili preoccupazioni? È noto che la nomina del Sovrintendente spetta al Consiglio di amministrazione, come stabilito dallo Statuto della Fondazione. Tuttavia, se il Sindaco intende aprire un dibattito sulla semantica, temiamo stia sollevando una questione del tutto secondaria.
Il punto politico centrale, infatti, è un altro: la Presidenza del Consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro Ponchielli coincide con la figura che guida l’organo esecutivo del Comune, ovvero il Sindaco di Cremona. Ed è del tutto naturale – anzi doveroso – che il Sindaco, forte del mandato ricevuto dal Consiglio Comunale, eserciti un ruolo di indirizzo all’interno del CdA, rappresentando il socio di maggioranza della Fondazione, vale a dire il Comune di Cremona, che annualmente eroga contributi nell’ordine di diverse centinaia di migliaia di euro, senza i quali la Fondazione chiuderebbe. Un Consiglio di amministrazione all’interno del quale, peraltro, alla minoranza non è consentito – per deliberata scelta politica - esprimere propri rappresentanti, precludendo così la possibilità di un confronto più ampio.
Relativamente al contenuto della critica, il Sindaco non risponde. Siamo allora noi a ricordare all’ex Vicesindaco Andrea Virgilio che il suo predecessore nel 2020 acconsentì, su richiesta dei soci privati, di incaricare una società di “headhunting” per l’individuazione dei profili più idonei per sostituire Angela Cauzzi, che venne “di fatto licenziata […] con una improvvida intervista dell’assessore alla cultura” (cit. Luciano Pizzetti). Un’operazione condotta con spregiudicatezza, in cui Andrea Virgilio, massimo esponente del Pd nella Giunta Comunale, se ne guardò bene dal chiedere al “suo” Sindaco di mantenere un approccio più equilibrato e rispettoso nei confronti di una figura che aveva contribuito in modo determinante alla storia del nostro teatro.
La selezione consentì di raccogliere una rosa di figure molto interessanti, disponibili a ricoprire il ruolo di Sovrintendente del Teatro Ponchielli quali: Daniele Abbado, Paolo Gavazzeni, Maurizio Roi, Paolo Petrocelli, ed anche Andrea Cigni, che fu preferito agli altri in funzione del rapporto di amicizia con il Sindaco, definito dallo stesso Galimberti “un valore aggiunto” per il candidato. Si scelse, cioè, di declassare un percorso serio e professionale di selezione della figura più importante nell’ambito culturale cittadino in una farsa, un “teatrino”, appunto, con inutile dispendio di risorse pubbliche. Anche in quell'occasione, Il Vicensindaco Virgilio non disse nulla.
Anche l’appello dell’allora Segretario Provinciale del Partito Democratico Vittore Soldo cadde nel vuoto: “Le personalità che si sono rese disponibili per il ruolo di Sovrintendente al Teatro Ponchielli, rappresentano una grande opportunità per il prosieguo dell’attività. Visto il respiro internazionale di diversi aspiranti, auspichiamo che la scelta cada su chi potrà portare nuova linfa al nostro Teatro, accrescendone ulteriormente il profilo raggiunto in questi anni nel circuito nazionale dei teatri di tradizione […]”.
Oggi come allora si sarebbe potuto utilizzare la stessa procedura, ma diversamente la successione di Andrea Cigni era già stata evidentemente costruita accuratamente. Non era forse lecito domandarsi se sul mercato ci fossero dei manager teatrali disponibili a ricoprire il ruolo di Sovrintendente? Per Forza Italia non solo era utile, ma anche opportuno proprio perché il teatro Ponchielli, come già rimarcato, non può essere trattato come “il salotto di casa nostra” (cit. Pizzetti).
Per quanto riguarda la lezione di libertà e di rigore istituzionale che ci viene impartita, viene da chiedersi se il Sindaco non stia confondendo la moderazione con l’ubbidienza. È proprio perché Forza Italia a Cremona esercita la propria azione politica godendo della massima libertà, che continueremo a formulare proposte e a esprimere critiche con serietà e rigore.
Segretario Comunale FI Cremona
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