"Palla in curva" con Andrea Tentoni: "Davide Nicola? Lo conosco e sono contento che sia arrivato a Cremona. Tornerei in campo per ritrovare la gioia del gol!"
Voi avete il sole, voi avete il mare e noi abbiamo...". Non dimenticherò mai questo coro, ogni tanto mi torna in mente e allora rivedo quello "spilungone" partire e tagliare a fettine le difese avversarie prima di depositare la palla in rete e far esplodere lo Zini.
Ho avuto il piacere di conoscerlo l'estate scorsa a Pinzolo, dove ci siamo incrociati in occasione dell'amichevole precampionato della Cremonese contro il Lumezzane, entrambi curiosi e ancora ignari della lunga rincorsa della squadra di Stroppa, culminata con la "folle notte" di La Spezia.
Innanzitutto, voglio ringraziare l'amico Andrea Tirincanti, un compaesano del "Bomber" che mi ha fatto da tramite, e soprattutto un grande tifoso grigiorosso che, nella partita di ritorno della semifinale playoff allo Zini, nonostante il clima rovente (in tutti i sensi), si è presentato con una maglia grigiorossa a maniche lunghe e un "due aste" (uno stendardo) con scritto "Riccione grigiorossa".
Con la "maglia numero 11", ha fatto parte di quel tridente d'attacco che ha fatto la storia della Cremonese di Simoni e con i suoi gol, insieme a quelli di Gustavo Abel Dezotti e Matjaz Floriancic, è entrato nella storia e nei cuori grigiorossi per sempre.
Lui è Andrea Tentoni, riminese di nascita e cremonese "di adozione", che in 4 stagioni con la maglia grigiorossa (1992-1996) ha collezionato 141 presenze e 41 reti contribuendo, nella stagione 1992/93, al raggiungimento della Serie A, alla successiva salvezza e alla storica vittoria della Coppa Anglo-Italiana a Wembley.
Ha chiuso la sua carriera a soli 31 anni, ma a Cremona è come se ne avesse giocati 100. Il calcio, "quel calcio", gli è rimasto dentro, come dentro si porta quelle amicizie, quei valori e quelle emozioni che, una volta tornato nella sua Romagna, lo hanno spinto a dedicarsi ai giovani, cercando di trasmettere quello che di buono e sano il calcio gli ha insegnato. Ora allena una U17 femminile e c'è da giurarci che lo fa con la stessa passione e lo stesso impegno di quando entrava in campo con la maglia grigiorossa.
Ciao Andrea, inutile dirti che non basterà questa breve chiacchierata a soddisfare la curiosità mia e di chi la leggerà, ma in qualche modo ci proviamo.
D: Che giudizio dai alla scorsa stagione di Serie B, culminata con la promozione?
R: "È stata una stagione di alti e bassi. C'è stato un buon periodo all'inizio, poi uno meno buono, ma per fortuna alla fine è stata coronata con il grande traguardo della Serie A. Devo dire, però, che il cambio di allenatore è stato un po' confusionario, azzardato direi. Non è stato proprio perfetto, ma alla fine si guarda il risultato finale, e quello era l'importante. Siamo andati su, e quindi tutti contenti".
D: È stato un finale di stagione molto emozionante. Hai seguito le partite dei playoff della Cremonese?
R: "Ho seguito la fase più importante. Non dico che non me l'aspettassi, ma pareggiare in casa e poi andare a La Spezia a vincere in quel modo è stata una grande prova di carattere, una prova di forza, una grande emozione. Sinceramente è stata una partita totalmente dominata, quindi non puoi dire neanche che sono stati fortunati. Io sapevo che la squadra c'era, doveva solo trovare un po' di continuità, che è quello che le è mancato durante l'anno. La squadra, secondo me, era buona e alla fine Stroppa è riuscito a farla rendere per il suo valore e anche di più".
D: A proposito di Stroppa, dopo la delusione della finale persa con il Venezia, è riuscito nell'impresa di conquistare un'altra finale e poi la Serie A. Secondo te, avrebbe meritato un'opportunità in Serie A, oppure la Cremonese ha fatto bene a puntare su Davide Nicola, un allenatore che già conosce la massima categoria?
R: "Guarda, io non so le dinamiche interne. Ti dico sinceramente che una volta che la Cremonese è stata promossa, pensavo che Stroppa sarebbe stato confermato. Lo dico proprio sinceramente, non ho capito il motivo della separazione, se una scelta societaria o magari anche sua. Però è chiaro che Stroppa, per quanto riguarda la Serie B, è un allenatore che ha sempre fatto benissimo. In Serie A magari è un po' più difficile; ci sono anche quegli allenatori, faccio l'esempio di Pippo Inzaghi, che in Serie B dove va fa benissimo, e magari nelle opportunità che ha avuto in Serie A non è stato, tra virgolette, all'altezza. Io l'avrei confermato."
D: Davide Nicola lo conosci perché, con Massimiliano Allegri, hai giocato con lui a Pescara. Cosa ti ricordi, che impressione ti ha lasciato?
R: "Ho giocato con diversi giocatori che poi sono diventati allenatori, come Di Francesco e Gasperini. Nicola, per come l'ho conosciuto io, è una persona non eccezionale, di più. È una persona che sa stare al mondo, sa stare insieme alla gente, è veramente molto, molto bravo. Sa entrare nella testa delle persone. Lo seguo, come seguo tutti i miei ex compagni che sono stati con me. Secondo me, è un allenatore che sa far rendere ogni giocatore al massimo. Poi lui è molto abile nelle situazioni complicate, a tirar fuori il meglio anche nelle situazioni in cui altri non riescono. Quindi quando ho letto di lui sono stato molto contento, sono certo che porterà la giusta serenità all'ambiente e alla tifoseria, non è uno che fa il fenomeno, è molto concreto, pragmatico".
D: Siamo nel pieno del calciomercato, cosa manca secondo te alla Cremonese per giocarsi la salvezza in Serie A?
R: "Chiaramente per fare la Serie A e cercare di salvarci bisogna avere almeno un attaccante che vada in doppia cifra. Non ce ne sono tanti in giro, però bisogna provare a prenderlo. Il mercato in generale è ancora abbastanza fermo, non vedo tanti movimenti. Bisognerebbe trovare l'occasione per prendere almeno uno o due attaccanti di categoria, che non sarà facile. Per quanto riguarda la squadra, secondo me, è come eravamo noi quando siamo saliti dalla B. Non bisogna smantellare, non bisogna cambiare troppo. Quando hai un gruppo affiatato così, devi intervenire soprattutto nei reparti in cui sei più in difficoltà. Secondo me puoi fare un buon campionato. La lotta salvezza sembra più alla portata di quando giocavo io. Era un campionato diverso, di qualità superiore. Basta guardare i giocatori che c'erano".
D: Il campionato della prossima stagione potrebbe essere una buona scusa per ripassare da Cremona e fare una scappata allo Zini. Non senti la mancanza?
R: "In effetti è un po' di tempo che non torno, almeno un paio d'anni. Quest'anno, con Nicola sulla panchina della Cremonese, non escludo di venire. Però sono almeno un paio d'anni che non vengo. Ogni volta che vengo a Cremona mi viene un po' 'la pelle d'oca' a rivedere lo Zini. Mi piace rivedere anche dove andavo con i compagni quando uscivamo, da Corrado a Livrasco, all’Alba che poi ho scoperto che ha chiuso. Erano altri tempi, vivevamo la città e sentivamo la vicinanza dei tifosi, era la società che ce lo 'imponeva', nei Club e nelle amichevoli per i paesi".
D: Io ho un ricordo vivido di quei tempi, ed è il coro che i tifosi grigiorossi ti dedicavano: "Voi avete il sole, voi avete il mare, noi abbiamo Andrea Tentoni!".
R: "E chi se lo scorda, sono emozioni forti che ti restano dentro e che riaffiorano. Come ho detto, Cremona per me è come una seconda casa, una seconda famiglia. Resta il forte legame con i compagni di squadra, ogni tanto ci sentiamo, cerchiamo di vederci. Si è creato come una seconda famiglia tra noi, anche con la città e con i tifosi. Ogni tanto incontro qualche tifoso di Cremona che mi riconosce ed è bellissimo sentirsi ancora parte della famiglia grigiorossa. Cremona per me è stato il periodo calcisticamente più importante della mia vita, anche il rapporto che si è creato con i tifosi. C'è stato proprio quel feeling totale che poche volte si crea. Ora il rapporto tra la squadra, la società e i tifosi sembra più distaccato. A noi stare in mezzo ai tifosi non pesava e veniva spontaneo. Invece adesso vedo che molti giocatori, non dico che se la tirano, ma insomma, è molto diverso dai nostri anni".
D: Visto che il ruolo di "Bomber" è vacante, e Nicola ti conosce, non è che ti torna la voglia di indossare ancora gli scarpini e la maglia grigiorossa?
R: "Ah beh! Per riprovare la gioia del gol, magari! Poi adesso il livello, in termini di qualità generale, sembra diminuito da quando giocavo io. Ai miei tempi c'erano Totti, Del Piero, Baggio, tantissimi attaccanti. C'erano talmente tanti giocatori forti che facevi fatica a contarli su una mano. E poi, non essendoci il VAR, la vita per gli attaccanti era molto dura: le prendevi, le davi, ci si rialzava e si andava avanti. Il calcio è totalmente spezzettato e si perde costantemente tempo".
D: Visto che porta bene, ci si vede a Livigno il prossimo agosto per il ritiro pre-campionato?
R: “Adesso i ritiri non sono più come una volta, ora è proprio una 'scappata'. Io mi ricordo quando facevamo i ritiri, erano 20 giorni, due allenamenti al giorno, pesanti, non vedevi l'ora di tornare a casa. Era quello che ti dava la benzina per tutto l'anno, o almeno per metà stagione. Il ritiro serviva anche a formare il gruppo, attraverso il lavoro e lo stare insieme, anche come spesso accadeva, alla sera giocando a carte, altro che social e cellulari".
Non mi resta che ringraziare Andrea per la disponibilità, invitarlo a Cremona la prossima stagione e fare una riflessione riguardo al valore dello sport in generale e nello specifico nel calcio: ad appassionare i tifosi, ad unirli sotto un'unica bandiera, con la sua storia e i suoi colori, non sono certo i milioni di euro con cui i media ci riempiono le teste e le tasche dei giocatori e di società, ma i ricordi e le emozioni che uniscono le generazioni, che ci regalano uomini e campioni, come Andrea Tentoni.
Le foto sono di Ivano Frittoli
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