Cremonese, i tifosi chiedono chiarezza. Giacchetta non fa sconti a nessuno e chiama in causa la proprietà. Braida dice altro
Dopo il rompete le righe al centro sportivo G.Arvedi si apre una fase di confronto che potrebbe portare ad importanti novità per la prossima ripartenza del campionato fissata per mercoledì 4 gennaio 2023 con il confronto che vedrà scendere sul campo dello Zini i grigiorossi contro la Juventus.
La sconfitta contro l’Empoli ha sentenziato un ‘mezzo fallimento tecnico’ che ha portato giocoforza mister Alvini ancora sul banco degli imputati.
Con una tempistica sorprendente (di solito ‘certi argomenti’ hanno tempi di gestazioni molto più lunghi da queste parti) e con una modalità che non ha lasciato margine di confronto con la stampa (una conferenza stampa aperta sarebbe stata più consona) il ds grigiorosso Giacchetta, attraverso ‘un’intervista esclusiva’ al quotidiano ‘La Provincia’, si è espresso sui risultati conseguiti in questa prima parte di campionato, su come si dovrà lavorare per invertire il trend negativo che l’ha caratterizzata e giusto per non farsi mancare niente, l’impellente necessità di un chiarimento tra le figure che operano e gestiscono la squadra e la proprietà (nella figura del Cav. Giovanni Arvedi).
Ed è proprio questo aperto e pubblico richiamo all’ordine costituito, che fa pensare che se l'obiettivo resta comune (la salvezza della Cremonese), le gerarchie e le modalità per conseguirlo appaiono molto meno chiare di quanto si potesse pensare, facendo passare in secondo piano persino la ‘causa pendente’ di Alvini, che lo stesso Giacchetta ha impugnato come concausa alle tribolazioni grigiorosse.
E su questo punto le dichiarazioni di ieri di Braida a Radio 24 (vale la pena ricordare che Braida è da inizio campionato che non parla attraverso i canali ufficiali della società), stridono e vanno controcorrente: ‘L'allenatore è bravo e non si discute Alcune volte non bisogna scaricare le colpe sull'allenatore, bisogna prendersi le responsabilità e andare avanti. Il tecnico è questo, e rimarrà lui’.
Vien da pensare che, o ci siamo persi un passaggio (più probabile), o la verità va cercata tra le righe, ma tant’è l’importante è remare dalla stessa parte, altrimenti si continua a girare in tondo.
Mettiamola così, in questi giorni negli uffici di via Postumia si è materializzato un vaso di Pandora che se scoperchiato potrebbe riservare qualche sorpresa inattesa.
Non si tratta di mettere il dito nella piaga di una situazione già di per sé difficile, ma di chiarirla al più presto a beneficio del bene comune e della passione che i tifosi grigiorossi hanno dimostrato fino ad oggi allo Zini ed in trasferta.
Tanto più ora che è stata resa pubblica e che deve trovare una soluzione, prima di affrontare l’ultima e decisiva parte del campionato.
Per chi non abbia avuto la fortuna di leggere l’intervista (le cui domande sembravano più dettate dalle risposte), ne riportiamo i punti salienti:
Intervenga la proprietà: ‘Parlare di Alvini adesso è voler dire una cosa in più di quella che serve, nel senso che al centro c’è la Cremonese: tutti quelli che lavorano all’interno della società hanno meriti e responsabilità. Andrà valutato l’operato di tutte le componenti e adesso si deve aprire un confronto interno tra tutti coloro che sono coinvolti per capire se ci sono margini di operatività. Quando dico tutti mi riferisco anche alla stessa proprietà’.
Sul mercato e sulle responsabilità dell'allenatore: ‘La squadra che abbiamo allestito ha seguito anche le indicazioni tattiche del tecnico. Teniamo anche in conto che in serie A i giocatori di qualità sono di un certo livello e non mi riferisco solo all’aspetto economico e che la loro volontà conta parecchio. Perché è vero che si parla tanto dei limiti della rosa grigiorossa ma ci si dimentica troppo facilmente le origini della squadra’.
Sulle difficoltà incontrate nel mercato estivo (che si ripresenteranno a gennaio): ‘Come ho detto conta molto anche la volontà dei giocatori: oggi magari preferiscono il Monza a noi, o altre società. Sono certo che se la Cremonese si salverà, l’anno prossimo sarà vista con occhi diversi e sarà più appetibile. In ogni caso la Cremonese è stata ricostruita di sana pianta, quasi da zero, ma vedo che il Verona ha incassato l’ennesima sconfitta con una rosa di giocatori che ha molta più esperienza dei nostri in categoria. Ogni società vive i suoi problemi che sono di natura diversa, non sbaglia solo la Cremonese. Sul mercato di gennaio potremo muoverci senza restrizioni, ma prima dovremo fare un’analisi della situazione e capire le necessità’.
Confronto con i giocatori: ‘Eventuali colloqui con i giocatori saranno possibili solo a fine mese. Poi di mezzo ci sono altre variabili come i Mondiali. Ci saranno tante società che aspetteranno la fine della competizione per capire se ci saranno elementi emergenti su cui puntare, se qualche giocatore tornerà infortunato, col ‘mal di pancia’ oppure no. Il mercato sarà imprevedibile per tanti club, ma il confronto con i giocatori ci sarà. Nessuno può dire che il 4 gennaio contro la Juventus scenderemo in campo con cinque giocatori nuovi. Sarebbe l’ideale, ma ripeto che le variabili sono tante e che vivremo una situazione simile a quella dello scorso agosto. Giocheremo diverse partite con il mercato aperto e ci sarà sempre l’appetibilità della Cremonese con cui fare i conti’.
Due problemi su tutti: ‘Quello che la squadra ha fatto in quindici turni non basta. Senza dimenticare che il progetto era nato anche sulla presenza di Chiriches che non abbiamo più avuto da metà settembre e che Dessers avrebbe dovuto garantire qualche gol in più’.
Sul mercato passato e futuro: ‘C’erano anche delle indicazioni tecniche precise che abbiamo seguito. Non limitiamo però i problemi a queste considerazioni, il fatto è che in generale manca qualità sia quando difendiamo, sia quando calciamo, io resto convinto che stiamo facendo qualcosa di positivo ma tecnicamente manca ancora qualcosa. Quando si dice che la rosa ha 31 elementi bisognerebbe anche ricordare che 5 sono portieri’
Sosta? Sì grazie: ‘Forse la quota salvezza sarà più bassa ma quello che conta è capire se la Cremonese ha margini di crescita. Per questo dico che la sosta lunga adesso cade a pennello perché avremo tempo per confrontarci con i giocatori prima di fiondarci sul mercato alla fine di una lunga attesa. Qualcuno in questi giorni sarà via ma rientrerà a fine novembre e dunque la Cremonese potrà lavorare quasi al completo. Scatterà una sorta di seconda preparazione che verrà frammentata da un paio di test amichevoli’.
Idee, prestazioni e risultati: ‘Chi fa questo lavoro vive di risultati e di quello che immagina andrebbe fatto per crescere ancora. Chiaro che dopo Empoli l’umore non è al massimo ma per me diventa una spinta per provare a migliorare ancora. L’interrogativo più pressante è perché non abbiamo incassato quei punti che avremmo meritato sul campo e che invece abbiamo lasciato per strada. Ribadisco, come avevo già detto qualche tempo fa, che le prestazioni sono lì da vedere e c’è un’idea di calcio valida sotto’.
Una cosa è certa ed innegabile (e magari per qualcuno scomoda): un fuoriclasse la Cremonese ce l’ha, ce lo invidiano tutti ed ha una ‘storia professionale’ che non ha pari in serie A (e non solo).
Si chiama Ariedo Braida, quel Signore che (probabilmente con ‘la morte nel cuore’) alla festa dello Zini prese di peso Pecchia, gli mise la coppa in mano e lo portò sotto la curva ben conscio del destino che lo avrebbe portato lontano da Cremona e che ancora resta un ‘mezzo mistero’.
Non lo fece per sé, ma per la Cremonese, per l'obiettivo raggiunto, per i tifosi, per non rovinargli (e rovinarsi) la festa e quell ‘Ariedo, Ariedo ancora non ci credo’ tanto spontaneo quanto emozionante, resta il tributo ad un uomo (ed alla sua carriera) che grazie alle sue ‘giocate’ fuori dal campo, ha permesso alla Cremonese di tornare in serie A dopo 26 anni.
Se ad oggi non è praticamente mai ‘sceso in campo’, non è certo colpa di Alvini, ma se è restato a Cremona nonostante la dichiarazione dello scorso giugno (ed il ‘no’ alla corte del Parma) che è ‘scappata’ a molti tifosi (‘A Cremona sto bene, ma se serve posso fare un passo indietro’) è solo perchè è un uomo di parola e la Cremonese la porta veramente nel cuore, lo dimostrano le sue parole:
‘Ci è mancata una base di partenza, quelli che ci hanno fatto vincere l’anno scorso come Okoli, Gaetano, Fagioli e Carnesecchi sono rientrati nelle rispettive società e si è dovuto quasi ricostruire tutto da zero. Abbiamo bisogno di migliorare la squadra nella qualità, speriamo di riuscirci in questo periodo. Abbiamo sempre onorato tutte le partite fatte in questa prima parte di campionato, ma era un gruppo eterogeneo, ci è voluto un po’ per amalgamare. Siamo in una posizione scomoda anche se la squadra sta facendo un buon calcio, un po’ riconosciuto da tutti gli addetti ai lavori e dal nostro pubblico. Tra la B e la A ci sono due categorie, non una, cercheremo di fare di tutto per trovare questa benedetta salvezza. Perché sembra impossibile, ma nel calcio niente lo è, e spero che questo possa accadere, nel calcio ci sono i miracoli e la Salernitana dell’anno scorso ne è un esempio’.
E se lo dice Ariedo…io ci credo!
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