19 agosto 2023

Se n'è andato Gianni Ferlenghi grande corridore professionista, gregario di Coppi. Per lui tre Tour de France e sette Giri d'Italia. La sua storia

Si è spento a Sospiro a 91 anni, Gianni Ferlenghi, già corridore professionista, gregario di alcuni grandi come Fausto Coppi o Nencini. Partecipò a tre Tour de France e a sette Giri d'Italia. Cesare Castellani ne racconta la carriera. 

Gianni Ferlenghi è stato un altro dei grandi alfieri del Pedale Soresinese con il quale ha colto numerosissime vittorie soprattutto per distacco dato che non era particolarmente dotato negli arrivi in volata. 

Fortissimo passista, ma anche ottimo scalatore, Ferlenghi riuscì a mettersi in luce immediatamente prima del passaggio tra i professionisti, tanto da finire in una delle formazioni più quotate del momento, nientemeno che la Bianchi capitanata da Fausto Coppi, una squadra in cui, oltre al campionissimo, figuravano corridori del calibro di Carrea, Favero, Crippa, Gismondi, Filippi, Keteleer, Milano, Piazza ed altri due grossi calibri come Rick Van Loy e Wout Wagmans, un team nel quale c’era sicuramente da lavorare duro, ma anche da imparare e perché é no.?...Da guadagnare. 

Aveva solo 23 anni al momento dell’ingaggio da parte della formazione biancoceleste. Era il 1955. Il suo miglior risultato, tra i puri, un sesto posto ai Campionati Italiani di Trieste, ma le prospettive di un’ottima carriera c’erano tutte se proprio il grande Fausto lo aveva voluto con se. 

Gran lavoro, particolarmente apprezzato, quindi il trasferimento alla Chlorodent e poi all’Arbos ed un paio di risultati particolarmente interessanti come il terzo posto nel Giro d’Europa a tappe vincendo anche in solitario la frazione che si concludeva a Innsbruck in cui lasciò il secondo arrivato, To- gnaccini, ad un minuto (Tognaccini avrebbe poi vinto la classifica finale) e la Coppa Collecchio. 

La prima convocazione in nazionale per il Tour de France nel 1957 si risolse purtroppo in una delusione a causa di una rovinosa caduta che lo costrinse a fermarsi nel corso della terza tappa. Il capitano era Gastone Nencini che finì sesto e tra gli altri anche De Filippis e Pierino Baffi. 

Molto meglio l’anno seguente, sempre con Nencini a capitanare la squadra. Ferlenghi in forma smagliante fu una grande spalla non solo per il corridore toscano, ma anche per un sorprendente Vito Favero che sfiorò il successo finale guadagnando il secondo posto con Nencini quinto e il bravissimo Ferlenghi ventunesimo con la soddisfazione di aver anche vinto un traguardo della montagna sul Col du Luitel-Cham- rousse. 

Terza volta al Tour nel 1960. E’ quello dominato dalla squadra italiana con Gastone Nencini che ebbe la meglio su Graziano Battistini, con Pambianco settimo e Massignan decimo, con corridori del calibro di Baldini e Defilippis costretti a far da gregari a compagni di squadra nettamente più in forma. Fu un vero trionfo per tutta la squadra che sfilò al completo al termine della corsa e con Ferlenghi che assaporò quella gioia che aveva tentato di cogliere quattro anni prima al servizio di Fausto Coppi. 

Tre Tour de France per Gianni, ma anche sette Giri d’Italia portati a termine in dieci anni di carriera sempre ad alto livello, sempre di fianco a capitani che erano i più forti del momento e che ne hanno sempre apprezzato le non comuni doti di corridore e di uomo ed anche alla soglia dei novant’anni non era difficile vederlo ancora ai bordi della strada in occasione delle corse in provincia. L’amore e la passione per la bici non sono mai venuti meno e li ha anche saputi trasmettere al figlio e al nipote che, pur bravi, tuttavia non hanno avuto la stessa costanza e la stessa forza. 

Nelle foto Ferlenghi con la maglia tricolore della nazionale al Tour e come ci si rinfrescava un tempo in corsa. Poi Ferlenghi con la maglia della Carpano e la brutta caduta al Tour ripresa da Sport Illustrato.

Cesare Castellani


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