23 febbraio 2025

Anche il Salva Cremasco Dop protagonista della puntata cremonese e cremasca di 4 Ristoranti con chef Borghese che ha citato la Spongarda

 Il piatto "special" della puntata, cremonese – cremasca, del format di chef Alessandro Borghese, "4 Ristoranti", beh è stato il risotto alla zucca, ma non quello a cui i cremonesi sono abituati, piuttosto una variante del classico tradotta in chiave contemporanea. E in un risotto tra gli ingredienti protagonisti c'è anche il formaggio Salva Cremasco Dop. In gara quattro famosi ristoranti del territorio. "L'Oste" di Maria, detta "La dame courageuse", di Cremona. Lorenzo, detto "Il simpaticone", con "Il Remolino", che si trova in provincia di Cremona, più precisamente a Casaletto Ceredano. "Il Violino", il ristorante di via Sicardo Vescovo, praticamente in piazza del Comune e il "Juliette Restaurant" di via Mantova, alle porte di Cremona, gestito da Sergio "Il pettinato". Al primo posto, dinanzi al ristorante Il Remolino è arrivato L'Oste. Ebbene, via social, per il lancio delle registrazioni, lo scorso autunno, Borghese, tra i dolci tipici della provincia di Cremona, Chapeau, ha citato la Spongarda, il vero dolce cremasco, col suo ripieno di frutta secca, canditi, miele e spezie avvolto da una pasta molto sottile. Due quindi le dritte emerse dal Talent Game di Borghese, vale a dire, non temere le rivisitazioni, sottolineando sempre le origini storiche del piatto rivisitato e, la riscoperta della Spongarda, la torta del Granducato del Tortello. Ah... secondo la ricostruzione dello storico Pietro Terni, la Spongarda fece la sua prima comparsa nel 1526 durante un banchetto offerto a Crema dal condottiero Malatesta Baglioni.
Definita come una focaccia bianca di consistenza morbida e porosa, fatta con farina, zucchero, spezie e burro, e chiamata in latino "spongia", che significa "spugna", in riferimento alla sua forma.
Questo dolce, infatti, era in origine una focaccia morbida e spugnosa, cui solo durante il '700 furono aggiunti miele e mandorle tritate all'impasto, fino a raggiungere lo spessore, il gusto e la consistenza attuali che la connotano come dolce piuttosto che come focaccia salata.

 

 


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